Essenza di donna

 

Fuoco Fatuo 

E quando finalmente giunse la data prevista del parto, l'ostetrica venne accompagnata a palazzo. Stava volgendo a termine un'attesa durata quindici anni, fatti all'inizio di gravidanze annunciate e poi smentite e in seguito di sussurri e cattiverie riguardo a chi fosse tra i due il colpevole della mancanza di un erede del casato. Le acque si erano rotte prima dell'arrivo della levatrice e quella, una volta giunta valutò che, nonostante si trattasse di una primipara, per giunta avanti negli anni, il parto era già ben avviato. Questo sollevò non poco la partoriente stremata dall'ansia e dal dolore delle prime doglie ma anche suo marito che ormai si sentiva braccato dall'esito dei precedenti tentativi non andati in porto. Il marchese fu dunque allontanato come si era usi fare a quel tempo e tutto fu allestito per il parto. Ancora il primo panno caldo non si era raffreddato che, nell'attimo in cui l'esperta si era voltata per dare indicazioni alle domestiche, i vagiti di due polmoni neonati ben ventilati si erano levati forti e chiari. La puerpera, incredula che tutto si fosse risolto così rapidamente, sollevò il capo attendendo rassicurazioni sullo stato del frutto della suo grembo. Di fronte alle sue ginocchia discoste vide le nuche della levatrice e delle due domestiche che osservavano la fonte di quel pianto bambino. In preda al panico per la mancanza di commenti si sollevò a sedere e vide per la prima volta sua figlia: contò cinque dita alla mano destra e cinque alla sinistra e anche i piedi ne erano dotati in egual numero. Due occhi perfetti a lato del piccolo naso, la bocca a cuore, le due orecchie. Continuava a emettere quei potenti vagiti che non solo dimostravano lo stupore di essere venuta a questo mondo ma anche un notevole carattere. In effetti non le mancava nulla sennonché era minuscola: la miniatura di una miniatura di neonata. Tuttavia quello che la Marchesa vide fu la sua creatura perfetta, sollevò l'esserino e se lo portò al petto. Sembrava una formica per dimensioni ma era sua figlia. Non si sapeva come annunciare l'evento al marchese. Le donne presenti al parto si guardavano l'un l'altra indecise sul da farsi. Proprio in quel momento fece il suo ingresso il marchese che non era più in grado di rimandare l'incontro dato che il vigoroso pianto aveva annunciato la nascita. La scena che vide rimase per sempre impressa nella sua memoria. La stanza era in penombra e tuttavia un fascio di luce illuminava la puerpera che cullava nell'incavo della mano un essere con le sembianze di una microscopica bambina. La madre e la figlia volsero lo sguardo verso di lui e il marchese, sopraffatto da quella perfezione volle esserne parte. Abbracciò la moglie e, occhi negli occhi della neonata che sembrava un giudice severo del suo comportamento, sentì che il suo cuore si donava per sempre a quell'essenza di donna. La nascita di Vincenza Costanza Bellardini Ottieri fu celebrata con danze e libagioni fino a notte fonda.

Passarono gli anni e la bimba "crebbe" – se così si può dire – o quanto meno grande divenne la fama della sua sagacia. Molti infatti giungevano a palazzo dei marchesi perché Vincenza Costanza era in grado di dirimere qualsiasi tipo di problema logico o filosofico. Era curiosa di qualsiasi aspetto della vita, delle arti e delle scienze. I marchesi leggevano per lei i libri che sarebbero stati inaccessibili in quanto troppo pesanti e voluminosi, la portavano con loro a scoprire il mondo vincendo una pigrizia ,che da sempre aveva accompagnato l'esistenza del marchese, spinti dalla sete di conoscenza i Vincenza. Quando fu adolescente si rese autonoma nelle sue scoperte viaggiando a bordo di un calabrone. Non rimpiansero mai il figlio perfetto che non aveva accompagnato le loro fantasie durante la gravidanza perché lei aveva illuminato le loro vite con la magia di una lucciola in una calda sera d'estate

Commenti

  1. racconto surreale, provocatorio, poetico.
    piaciuto!
    massimolegnani

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  2. Distillato femminile, in grado di scorgere il tutto da posizione privilegiata, in elegante grandangolo.. 👏

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  3. 54esimo anniversario della strage di Piazza Fontana, di matrice fascista e rimasta impunita

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    1. Hai ragione, tutte le stragi andrebbero sempre ricordate. Questo mio posto delle fragole è ormai così poco frequentato che parlare di politica pare parlare al vento

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    2. secondo me ne vale sempre la pena: io sento il coltivare la memoria come un dovere

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    3. Eh ma non lo faccio qui, lo faccio su Instagram

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  4. Che bella sta coppia di marchesi che s'accontentano del massimo che viane dal minimo (stavolta è minima)
    Bello! Con grazia.

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  5. Che tenerezza questa storia.. anche il Tripode in genere poco avvezzo alla lettura l'ha apprezzato:-) ps noi scriviamo poco ma leggiamo spesso questo tuo mondo di racconti

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    1. Ringrazio te e il Tripode per la pazienza e l'affetto e vi auguro Buone Feste🌹

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    2. Grazieeeee!! Il Tripode russante qui sotto il tavolo ringrazia con un mezzo sorriso mentre dorme :-)

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