Incipit: Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve





Di certo Allan Karlsson avrebbe potuto pensarci prima e, magari, comunicare agli interessati la sua decisione. In effetti non aveva mai riflettuto troppo sulle cose. Ecco perché quell'idea non ebbe neanche il tempo di fissarsi nella sua testa che già aveva aperto la finestra della stanza al pianterreno della casa di riposo Malmköping nel Sörmland, per poi sgusciare fuori ed atterrare nell'aiuola sottostante.
La manovra richiedeva un certo fegato, dal momento che Allan compiva cento anni proprio quel giorno. Solo un'ora dopo nella sala comune della casa di riposo avrebbero avuto inizio i festeggiamenti. Sarebbe stato presente persino il segratario comunale e l'inviata del giornale locale. E tutti gli ospiti dell'ospizio. E tutto il personale, capitanato dalla ringhiosa e arcigna infermiera Alice.
Soltanto il festeggiato non aveva la benché minima intenzione di partecipare



Jonas Jonasson. Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve. Bompiani. traduzione Margherita Podestà Heir


Agli scandivano riescono bene gialli e i libri stralunati. Sarà che la poca luce ed il freddo conciliano lettura e scrittura e la bevuta corroborante fa correre la fantasia? Fatto sta che se volete ripercorrere cento anni di storia cosa c'è di meglio della vita di un centenario in fuga che quella storia non solo l'ha vissuta di persona ma l'ha addirittura forgiata? Nel giorno del suo centesimo compleanno l'omino mette in atto il suo gesto rivoluzionario (il primo o l'ennesimo della sua lunga vita lo scoprirete leggendo) ed atterra con tutti e due i piedi in un'avventura in cui riveste niente meno che i panni del serial killer dinamitardo.
Allan è una figura a dir poco mitica, leggere per credere
Come dice Jonasson nella sua dedica
Nessuno ci sapeva stregare meglio di mio nonno materno quando, seduto sulla panchina di legno e chino sul bastone, raccontava le sue storie masticando tabacco."Ma ... è vero nonno?" chiedevamo stupiti noi nipoti.
"Quelli che dicono solo la verità non sono degni di essere ascoltati" rispondeva nonno. Questo libro è dedicato a lui

Commenti

  1. Me ne hanno parlato molto bene, come ottimo "libro del buonumore".

    RispondiElimina
  2. Quell'ultima frase del nonno mi ha ricordato Emily Dickinson, quando esortava a dire tutta la verità, ma a dirla "obliqua"...

    Uno di quei libri eternamente in lista e mai comprati: diciamo che gli hai fatto fare un piccolo balzo in avanti...
    Ciao! :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. tu con il tuo umorismo apprezzeresti di sicuro! ciao :)

      Elimina
  3. io me lo sono letteralmente sbranato...
    una tipologia di scrittura incalzante, ed un tema dolce e piacevole a leggersi...
    davvero davvero bello!

    RispondiElimina
  4. nn è del tutto nelle mie corde.... ma l'ho letto volentieri!
    baci
    Sandra

    RispondiElimina
  5. A gennaio l'ho regalato ad un'amica, su consiglio del ragazzo che lavora in libreria. Non le ho più chiesto se l'avesse letto, perchè davo per scontato che non lo facesse. Ehi, frequento una libreria in cui mi consigliano bene! A proposito di libri, è cominciata la mia passione per Fulvio Ervas, grazie Amanda!

    RispondiElimina

Posta un commento

Post più popolari