Incipit: Libertà





Le notizie su Walter Berglund non vennero riprese dalla stampa locale - lui e Patty si erano trasferiti a Whashington due anni prima, e ormai non contavano più niente per Saint Paul -, ma la nuova borghesia urbana di Ramsey Hill non era così leale alla propria città da non leggere il "New York Times". Secondo un lungo e assai poco lusinghieroarticolo del "NYT", Walter, nella capitale della nazione, aveva mandato a rotoli la propria vita professionale. I suoi vecchi vicini avevano qualche difficoltà a conciliare la descrizione del quotidiano ("arrogante" , "tirannico", "eticamente compromesso") con l'uomo generoso, sorridente e rubicondo dei loro ricordi, l'impiegato della 3M che risaliva Summit Avenue in bici da città nella neve di febbraio; sembrava assurdo che Walter, più verde di Greenpeace e cresciuto in campagna, fosse finito nei guai per connivenza con l'industria del carbone ai danni dei contadini. Ma nei Berglund, d'altra parte c'era sempre stato qualcosa che non andava.



Jonathan Franzen. Libertà. Einaudi. Traduzione Silvia Pareschi


Non avevo mai letto Franzen. Però ho letto altri libri tradotti da Silvia e sono sempre state delle ottime letture, così ho attraversato la soffitta e bussato alla porta della mia spacciatrice di libri ed ho pronunciato la formula magica "hai qualcosa di Franzen?". La spacciatrice si è grattata il mento e poi come una rabdomante ha puntato in un girone infernale della sua libreria ed ha estratto "Libertà", dopo due giorni mi sono trovata sul divano di casa anche " Le correzioni". Così poiché l'altro spacciatore di titoli dice che "Le correzioni" sono meglio di "Libertà" ed essendomi piaciuto immensamente "Libertà" sono sicura che avrò qualcosa di ottimo da leggere prossimamente. Franzen disegna persone, non personaggi e questo fa della sua storia una grande storia, regala a Patty e Walter, la coppia protagonista di questo romanzo, sostanza e contemporaneamente una così grande serie di sfumature da renderli umanamente reali, fragili e vicini a chi legge, specie per chi può definirsi a loro coetaneo. Racconta dell'inizio di una grande confusione del cuore che cambierà le vite di entrambi.
Racconta delle loro diverse libertà e della libertà in generale, una libertà tale e tanta da poter uccidere ed alla quale, pur rendendosi conto del pericolo, non si riesce a rinunciare. Racconta del Paese delle libertà, quel Paese a cui la gente era accorsa anelando libertà. Se non hai soldi ti aggrappi ancora più rabbiosamente alle tue libertà. Anche se il fumo ti uccide, anche se non puoi permetterti di nutrire i tuoi figli, anche se i tuoi figli vengono ammazzati da un pazzo armato da un fucile d'assalto. Sarai anche povero, ma l'unica cosa che nessuno ti potrà mai togliere è la libertà di sputtanarti la vita come ti pare e ti piace. Bill Clinton lo aveva capito: non possiamo vincere le elezioni mettendoci contro le libertà personali. E meno che mai contro le armi. E' la storia di come ci si plasma reciprocamente in una coppia e di come la vita a due sia un viaggio lungo e faticoso a tratti, così faticoso che a volte lungo il percorso ci si dimentica del perché si è scelto di intraprenderlo proprio con quella persona. E' la storia del marciume che impera, servendosi anche delle persone dagli scopi più nobili e del dolore provocato dalla scoperta di aver lavato la propria integrità in acque sordide. E' la vita che scorre con i suoi controsensi, è il dolore di lasciare scorrere quella vita, che dovrebbe essere la propria, e non riuscire a parteciparvi c'è una pericolosa tristezza nei primi rumori delle attività mattutine altrui; sembra che il silenzio soffra, quando qualcuno lo rompe.Il primo minuto della giornata lavorativa ci ricorda tutti gli altri minuti di cui è fatto il giorno e non è mai un bene pensare ai minuti come entità singole. Solo dopo che altri minuti si sono uniti al primo, nudo e solitario, il giorno assume un'entità più stabile.
E poi da questo libro ho imparato un'altra cosa: dobbiamo trovare la nostra Marsigliese il resto l'abbiamo già: schiavitù umiliante, miseria opprimente, debiti schiaccianti, condizioni di lavoro orribili. Ma senza una canzone (...) tutto il resto non vuol dire niente. Perchè è quella canzone che ha cambiato il mondo regalando la grinta che mancava. Buona lettura

Commenti

  1. Buongiorno! Che bello aprire il tuo blog e trovarmi davanti la cara dendroica cerulea.
    Mi piace molto come hai "sentito" il libro, e le frasi che citi sono quelle che avrei citato anch'io. Buone Correzioni, allora!

    RispondiElimina
  2. Concordo in pieno con la tua recensione. Ottimo emozionante libro. Per non parlare della scrittura impeccabile del buon Jonathan. Per quanto riguarda il confronto fra le due opere, devo dire che a me sono piaciuti tantissimo entrambi. Ma proprio tanto.
    E congratulazioni alla traduttrice.
    Damigiana

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ci metto qualcosa di diverso in mezzo e poi riparto. Per quanto riguarda Silvia e chi fa bene il suo difficilissimo lavoro, mai finirò di ringraziare per il regalo che ci fanno

      Elimina
  3. non riesco quasi più a leggere.... pecco di presunzione ma ho bisogno di imbrattare fogli con inchiostro... intanto mi segno tutti i titoli che proponi, non si sa mai!

    RispondiElimina
  4. Grazie Amanda, lo leggerò presto perchè mi sono fatta l'idea di un libro scarno e duro, e spero di sbagliarmi.
    Pensavo Silvia fosse in trasferta a New York, ed invece è a San Francisco (anche se ora è in Italia, se non ho capito male!).
    Oh Silvia, ho dedicato uno dei due post (!!!!!) che ho scritto a Frisco!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No non è un libro dallo stile scarno e le durezze sono quelle della vita

      Elimina
    2. Sì, sono incuriosita di questo, per me la vita si fa dura quando decidiamo di combatterla anzichè assecondarla. Mi rendo conto che è un'affermazione pesante, soprattutto quando lotti per la salute.

      Elimina
    3. hai mai pensato che a volte la salute è quella della mente e non solo quella del corpo e che può essere malattia non riuscire a lottare per ciò che si desidera e che si è costretti ad assecondarla la vita perché incapaci di darle una forma diversa?

      Elimina
    4. Marilina, dov'è il tuo post su SF?

      Elimina
  5. Concordo, la mente fa danni devastanti.
    Io intendo assecondare come vedere in maniera propositiva le sfide che la vita ti mette davanti, a volte proprio per farti essere quello che sei veramente.
    Hai presente le meraviglie (positive quindi) nate per errore? Lo champagne, e non mi ricordo cos'altro.

    RispondiElimina
  6. Ormai ho due certezze: la prima è che gli incipit di Amanda portano sempre a letture ottime, la seconda è che le traduzioni di Silvia sono di altrettanta sicura qualità. Aggiungo che Franzen mi ha molto colpita con il suo Più lontano ancora e voglio senza dubbio approfondire la sua opera, magari continuando con Libertà!

    RispondiElimina
  7. A differenza di "Le correzioni", "Libertà" non mi ha entusiasmato - l'ho letto volentieri, ma mi è sembrato che mancasse la genialità che avevo trovato, abbondantissima, nell'altro. Ma vale comunque la pena comprarlo, e leggerlo. E se ti piacerà anche "Le correzioni" (molto più duro e tagliente) potresti apprezzare la sua raccolta di saggi "Come stare soli".
    Ciao,
    Paolo

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Probabilmente è un vantaggio essere andata al contrario

      Elimina

Posta un commento

Post più popolari