Furto nella metro
La donna si guarda allo specchio, effettivamente gli occhi appaiono meno cerchiati e stanchi, si sorride di riflesso, ciononostante una vistosa ciocca di capelli è rimasta tra i denti del pettine, eppure lo specialista aveva detto che quel tipo di malattie riaffiorano quando uno è stressato e lei viene da quindici giorni di ferie, e si sente bene: ha dormito e si è riappropriata del suo tempo; la cute tra le ciocche è infiammata, "sono tornata bambina" -pensa- "ho la crosta lattea", meglio prenderla così.
E' nel piccolo bagno della minuscola casa della cugina di sua madre, ai piedi delle Dolomiti Bellunesi, tra un'ora prenderà il treno di ritorno, sta preparando i bagagli. Non sa perché ma ha portato con sé anche la borsa da lavoro, quasi non riuscisse completamente a staccare la spina, è rimasta lì su una sedia in camera per tutti quei giorni come un monito. Dopo gli ultimi saluti ai numerosi parenti, esce finalmente di casa e dirige verso la stazione della metropolitana, ha con sé tre borse: quella piccola personale alla spalla destra, lo zaino da lavoro color ottanio e un sacchetto contenente una colazione al sacco preparata dalla sua ospite. Scende le scale della metropolitana. Dopo qualche minuto sopraggiunge un convoglio, ma prosegue senza fermarsi, la banchina è gremita, lei si stupisce della mancata sosta e non è la sola a meravigliarsi, qualcuno le rivela che la regione si é trovata costretta a cedere i binari anche ad altre compagnie, per tentare di rientrare parzialmente nelle spese della "grande opera" della metropolitana delle dolomiti bellunesi, finalmente viene annunciato il suo treno ed è proprio in quel momento che un uomo baffuto, più vicino ai settanta che ai sessanta, con indosso una tuta di acetato turchina e blu, scende sui binari, la gente urla inorridita, qualcuno accorre per cercare di riportarlo sulla banchina, si forma una catena umana, anche lei partecipa, riescono a trarlo in salvo. Il treno apre le porte e lei si accorge che nel parapiglia qualcuno ha fatto sparire le sue borse e quelle di un altro paio di soccorritori e l'uomo in acetato blu si è dileguato anch'esso. Sconsolata ha due certezze: perderà il treno che da Belluno l'avrebbe riportata a casa, data la necessaria denuncia per il furto dei documenti e dei timbri di lavoro e gli strumenti, e non ha con sé i soldi per comprarne un altro. Dopo la denuncia alla stazione dei carabinieri, torna a casa dei parenti per chiedere un aiuto. Trova la cucina in grande fermento, c'è odore di fritto, i ragazzi sono già seduti a tavola, un lato della tovaglia è sollevato e vi sono delle mazzette di banconote di piccolo taglio ben allineate, sotto ognuna di esse una bolletta, il cui importo sono destinate a coprire. La sua parente si stupisce della sua mancata partenza, mentre lei fornisce spiegazioni su quanto accaduto tenta un gesto per coprire il denaro, si vergogna di quei conti al centesimo. La donna comprende che non potrà chiedere il denaro per il nuovo biglietto. Come potrà tornare?
Suona la sveglia, non mi sembrava di aver mangiato pesante ieri sera :(
Suggestivo scenario di un futuro temibilmente prossimo. La buona fantascienza è un genere affascinante: può rivelarci molte cose del presente, e dei suoi potenziali sviluppi, che possono essere molto diversi in funzione delle forze, più o meno sane, in campo.
RispondiEliminaMa... c'è nessuno qui? Mi sento come la particella di Sodio!
giuro era il mio sogno di questa notte :D
Eliminanon ti racconto i miei allora!
RispondiEliminagià mi immagino :)
EliminaIo faccio sempre quelli orridi che devo andare al lavoro e sono in ritardo :-/
RispondiEliminaquelli proprio non so cosa siano sono patologicamente in anticipo :D
EliminaAnch'io! Proprio per questo! Scommetto che i ritardatari cronici non fanno mai questi sogni.
Eliminaio ne ho una serie che sottointende la mia inadeguatezza per le cose
Eliminama com'è che sei ancora sveglia?
EliminaVado a dormire tardi :-)
EliminaAh ecco mi sembrava strano una metro in zona Dolomiti.......ora o metti la sveglia più tardi la prossima volta oppure continui il racconto tu.....sta povera ragazza la vogliamo mandare a casa no?
RispondiEliminati ringrazio per la ragazza, in qualche modo a casa sono arrivata evidentemente :D
EliminaOh mamma!! e io che già mi disperavo per quella povera ragazza...
RispondiElimina.... per una volta, evviva la sveglia:)
Ciao
Francesca
Chissà com'è che ci vedete tutte una ragazza, non ho scritto ragazza da nessuna parte, non mi definirei una ragazza, neppure in sogno :D
EliminaEffettivamente ho riletto il testo( non che non mi fidassi) e non c'è scritto.
EliminaPerò, ti posso assicurare che è questa la sensazione che si ha leggendo, e nonostante mi sforzi a credere che nel racconto ci sia una donna, mi viene fuori una figura che differisce dalle altre. Evidentemente tu trasmetti vitalità e freschezza, a dispetto dell'età anagrafica che nel web non conta nulla.