Granelli

L’anniversario

Guardo in su
cerco i lontani primi baci
che s’abbracciano
si fondono.
Lo spazio tempo si rivela
e la meraviglia
quasi mi ferisce
i pensieri non pensano
le parole non parlano.
Perché è così che nasce una stella.

Leo Pieretti





Ricordava con chiarezza  che quella sera, tornando a casa dalla cena che avevano organizzato i suoi amici aveva pensato che gli avevano regalato una piccola clessidra di felicità.
Ricordava che aveva pensato che avrebbe voluto trovare il modo per arrestare la discesa inesorabile della sabbia che conteva perché negli occhi di quella ragazza, che gli avevano presentato a cena, vedeva un mare calmo ma mutevole, una finestra verso ampi orizzonti, un campo di grano in primavera smosso dal vento, un mondo nuovo.
Ricordava com'era vestito lui e di lei ricordava che qualunque cosa fosse la rendeva estremamente femminile, o era stato ciò che diceva o il modo in cui lo diceva o i suoi polsi nudi che si muovevano come le ali di una farfalla a dargli quell'impressione.
Ricordava che aveva sperato che i granelli di quella clessidra sarebbero durati almeno il tempo di trovare il coraggio di chiederle di vedersi ancora, almeno una volta.
Ricordava quel tempo che era scivolato veloce e che ora, dilatandosi nella memoria, continuava a regalare particolari dimenticati: il suo amico che si alza da tavola e va verso lo stereo e posa con sacralità la puntina sul solco del disco adagiato sul piatto, la batteria di Steward Copeland, il basso e la voce di Sting che riempiono l'aria già densa di fumo di sigaretta.
Ricordava molte risate e la bella luce che illuminava gli occhi di lei mentre rideva.
Ricordava lui che le parlava della sua passione per la fotografia e di quanto amasse cogliere i particolari nascosti della sua terra e degli amici che lo prendevano in giro dicendo che era caro solo per i rullini.
Ricordava dei piatti di pasta fumanti portati in tavola, due che mangiavano di gusto e due che appena piluccavano, erano affamati d'altro quella sera, perché i granelli continuavano a scendere inesorabili e non si poteva sprecare tempo a masticare, lo stomaco chiuso da troppa vita.
Ricordava che solo il vino scivolava morbido in bocca perché soffocava l'imbarazzo e scioglieva la lingua.
Ricordava infine la chiave che aprì la porta del suo futuro: fu la proposta di una gita sui monti tutti insieme per il weekend successivo e il modo in cui lei disse "ci sto".
Ricordava che la accompagnò in strada e quello che le diede fu il primo indimenticabile bacio, non li ricordava tutti quelli che seguirono, anni di baci, di strade in salita, di corse in discesa, il tempo di una clessidra lunga una vita 

Per Leo vedi qui perché ( rispetto ad Alberto che mi ha dato in mano dei versi e mi ha detto:" fai tu" nel caso di Leo il racconto era per un'occasione particolare, spero di non essere andata fuori tema :)  )

Commenti

  1. si puo' riportare indietro il tempo con una clessidra?

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  2. Di solito cerco di segnalare, nei tuoi racconti, le espressioni felici per carica evocativa; ...questa volta sono troppe!
    Emozionante.

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    1. oh Franz ma se fai così lo capiscono che ti ho pagato :D

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  3. Risposte
    1. Suara sei leggermente fuori tema, comunque le ho detto di leggere

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    2. E' la prima volta che sono soggetto di un racconto, e che racconto! Lo "stupor mundi" rivolto a Federico II di Svevia è niente rispetto allo STUPOR AMANDI in cui sono incappato e che m'impedisce di dire altro. Grazie Amanda!

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