Di nebbia, di luce




Siamo partiti che era notte, nel cielo un'unghia di luna riposava su un'amaca, dopo la lunga notte, vegliata da Venere, Marte e Giove, il cielo era sereno e proprio quando iniziavamo a vedere il chiarore dell'alba, la foschia ha avvolto tutto, ma per poco, appena la palude padana ha iniziato ad inerpicarsi sui fianchi dei monti che la cingono, il cielo si è nuovamente aperto.
La salita è iniziata lungo la parete di un canyon, nella Val Clusa, un nome che la descrive benissimo, a La Muda nell'agordino, la parte opposta al nostro pendio scende in picchiata, quando il sentiero inizia a prendere quota, le offese al bosco dovute ad un incendio devastante del 2011 si fanno evidenti, ed è terribile pensare a quanti anni serviranno alla foresta per tornare al suo splendore precedente, i tronchi, anneriti fino ad una certa altezza a volte si sono schiantati, altre volte l'ustione non ha ucciso la pianta, ma l'ha solo ferita ed una chioma stentata, ma verde, di conifera ne è l'evidenza; all'altezza di circa mille metri il sentiero volta ed esce dal canyon e  salendo ancora si apre, scoprendo finalmente la splendida livrea autunnale: i verdi che virano all'oro ed al rosso e finalmente, dopo un lungo camminamento in piano, di giunge in forcella Pongol dove lo sguardo si apre sulla Moiazza, da lì parte il sentiero che porta sulla cresta del Valaraz, meta della nostra gita; in cresta si apre il mondo pale di San Martino, pale di San Lucano, Agner, Marmolada, Cime di Zita, Monti del Sole, questa volta mi pento di aver portato solo il cellulare e non una vera macchina fotografica





dalla cresta guardare in giù è una vertigine o la voglia di spiccare il volo




il Cordevole in un bagno di luce scorre luccicando sotto di noi illuminato  da un sole implacabile, la temperatura così elevata per novembre, considerati gli oltre 1800 metri di quota, se non fosse gradevolissima, sarebbe a dir poco inquietante





I panini col salame sono mille volte più buoni una volta tolti gli scarponi e con una vista del genere .
In vetta si decide per un cambio di rotta rispetto al percorso stabilito,non vogliamo scendere dall'altro lato, dopo aver attraversato completamente la cresta incassati nel canyon della val Clusa, vogliamo goderci paesaggi aperti il più possibile. Così scendiamo nuovamente alla forcella e aggiriamo il monte Zelo di fronte a noi, dopo altri 100 metri di salita ed un traverso molto panoramico







iniziamo la lunghissima discesa dorata






lungo una strada forestale che scende così dolcemente, ma così dolcemente, decisamente troppo dolcemente,infatti è solo dopo circa duemila rampe e altrettanti tornanti che arriviamo alla macchina alle sei di sera a notte già fatta, mentre i piedi invocano la libertà, quanto meno vigilata, dal carcere duro degli scarponi. Resta la strada del ritorno in macchina, in una nebbia fitta come non si vedeva da tanti anni. Anche ora mentre scrivo la nebbia imperversa, la nebbia è un'esperienza così totalizzante che rende impossibile credere che solo poco più a nord qualcuno si stia godendo un altro giorno di questa lunga estate di San Martino





Commenti

  1. Anch'io voglio mangiare pane e salame davanti a una vista così!

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    1. E salame? Tu? Ho letto bene? :D

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    2. Sì, io non sono una vera vegetariana. Prima di tutto mangio il pesce, anche se ormai sempre di meno. E poi non so resistere a due cose carnivore: una bella carbonara (che so fare benissimo) e una fetta di salame (ma solo quando è buono). Sono per il laicismo, contro ogni fondamentalismo e molto legata al cibo della mia infanzia (il salame, appunto).

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  2. vedi la nebbia come una pagina bianca per riflettere sul panino al salame, la vista mozzafiato e le emozioni, e pure quella avrà senso!

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    1. mi incarti quel panino in un foglio di nebbia che me lo porto sui monti, grazie :)

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  3. Escursione termica, mi pare si dica: su bello, asciutto e lumonoso, giù brutto, buio e umido. I boshi d'autunno con i loro colori, per me sono l'unica cosa bella di una stagione che detesto.

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    1. Sai che ti ho pensato in cresta, ho pensato qui Diego e le sue vertigini proprio non se po' fa' :D

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    2. Concordo con Alli: l'unica cosa bella dell'autunno sono i colori meravigliosi! E concordo con te su quanto sia inquietante questo caldo...e per dirlo io!

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  4. Luoghi incantevoli, grazie del racconto!
    :)

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  5. io non posso che provar profonda invidia per voi gente del nord. Voi che potete programmare un'escursione a settimana. Voi che per fare una ciaspolata dovete solo infilare le ciaspole... Quanta invidia. Per il resto, come sai, non amo molto la carne. Il salame, poi, non lo mangio da una vita...

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    1. sì è una fortuna abitare ad un'ora e mezza dai monti e ad un'ora dal mare

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  6. Grazie della luminosissima e coloratissima fuga dall'oppressione della nebbia padana, che ci hai fatto condividere.
    Quanto al panino col salame, permettermi di non partecipare alla merenda: alle considerazioni ecologiche si aggiunge ora anche l'eco del recentissimo "comizio" di Matteo Salvini a Bologna:

    http://www.agenziavista.it/slider/salvini-se-non-ti-va-bene-pane-e-salame-tornatene-a-casa-00_50/

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    1. non sarà salvini a farmi passare il piacere di gustarmi pane e salame, l'intera classe politica fa venire la nausea, se sono sui monti penso solo ad ammirare le bellezze che vedo quegli omuncoli li lascio a casa

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  7. Nella pianura immersa in un latte opalino, il tuo racconto conforta nella conferma che la luce e le montagne, esistono ancora.

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  8. che spettacolo... ma poi quanto è vero che i panini sono più buoni tolti scarponi seduti davanti a certe cose :-)

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