Reincarnazioni
Quando si presentava al cospetto di Nonna Erminia in cappello, cravatta col nodo perfettamente annodato, camicia bianca, vestito tre pezzi (mai visto il nonno senza il suo panciotto, perfino in casa d'estate portava un leggero gilet di cotone grigio chiaro), fazzoletto bianco al taschino, con l'orologio a cipolla nel gilet che veniva attraversato dalla catena argentata, stile bianconiglio, prima di uscire e cercava la sua approvazione "Vago ben parona?" la nonna, zitta, assentiva con un cenno del capo, lui le baciava la fronte con il famoso, quanto raro, sorriso, lei invece, che di sorrisi ne dispensava a mazzi, lasciando scie profumate di serenità tanto quante altre donne lasciano scie di profumo, mi faceva l'occhiolino da sotto l'ala di quella montagna d'uomo, come a dire, "noi due lo si compra facile".
Quando diventava la mia Patatapelota, lo schiavo delle tirannie amorose di amandapiccola.
Quando arrivava la fine d'autunno e dalla casa dei miei bisnonni in campagna arrivavano i cachi, ché ai cugini che ancora abitavano la casa, i cachi non piacevano proprio.
Nonno Valentino aveva il culto dei cachi, appena consegnati chiedeva ad Ortensia di disporli in una cassetta di mele, di quelle con i distanziatori tra frutto e frutto, li metteva in salotto, in fondo al lungo corridoio, lontano dalla cucina, perché finissero di maturare lentamente. Una volta al giorno Nonno Valentino e amandapiccola attraversavano il lunghissimo corridoio per la rituale perlustrazione del bottino. Il Nonno insegnava alla bambina a girarli per controllare lo stato di maturazione, fondamentale per non trovarsi la bocca allappata che neanche un balsamo al rosolio starebbe stato in grado di sbrigliare, e la presenza di eventuali muffe; dopo aver valutato l'intera cassetta, e dopo averla mondata dei cachi danneggiati, coglieva il frutto prescelto per sé e per amandapiccola, insieme andavano a consegnarlo alla nonna che l'avrebbe lavato e messo sul piattino. Allora il vecchio e la bambina sedevano a tavola e gustavano il nettare dolcissimo; amandapiccola apprezzava solo gli spicchi lucidi e lisci perché non amava la parte più esterna e filacciosa, il Nonno mangiava il suo frutto e terminava la parte lasciata dalla bambina e alla fine sorrideva soddisfatto e sornione.
E' passato quasi mezzo secolo da allora ma a volte le situazioni si ripropongono. Ancora a fine novembre da noi arrivano i cachi da casa di un'amica che ha la pianta ma non li ama, da due anni ho un'assistente alla scelta del frutto, l'assistente si chiama Nené, ad Amanda è rimasta la passione per gli spicchi lisci, le abitudini acquisite nell'infanzia sono dure a morire, Nenè le si siede in braccio e appena Amanda finisce di mangiare il cuore del frutto lei si mangia il rimanente succo dolce con una passione ed un gusto che non ricordavo di aver mai più visto in nessuno dai tempi in cui amandapiccola studiava la soddisfazione di Nonno Valentino dopo quelle merende e, alla fine, la pelosa socchiude gli occhi e mi sorride, allo stesso modo
Sonia Marialuce Possentini |
Maddai, hai la gatta che mangia cachi? ... GoodyGoody è ghiotto di erba (e non credo solo per curarsi), ma non l'ho visto mangiare altri vegetali. Bel racconto.
RispondiEliminaMookie, la gatta precedente, mangiava olive facendo precedere l'assaggio a una cerimonia stile cerimonia del tea giapponese, e peperonata, Nenè mangia anche le pere, ben fatte, ma non con la stessa voracità e passione che ha per i cachi
EliminaMi mancavano le storie di amandapiccola, forse lo dico ogni volta che ne scrivi una ma che ci posso fare, quando le intuisco dalle prime righe mi avviene nel cervello un processo analogo all'aumento di salivazione davanti a un piatto succulento, come dire "mi viene l'acquolina in testa" :D E vogliamo parlare della foto? Ho passato più tempo su quella che sul testo, meravigliose le vostre facce!
RispondiEliminaQuesta foto è un mio feticcio, sta lì a dirmi che tutto l'amore che mio Nonno mi manifestava, non era solo una mia illusione di bambina, glielo si legge in faccia
EliminaRacconto dolce, colorito, intimo e umile, proprio come quei meravigliosi e un po' disprezzati frutti rosso vermiglio.
RispondiEliminabasta che non "leghino" :)
EliminaAnche io adoro gli spicchi lucidi e lisci, pure da cresciuta...
RispondiElimina;)
EliminaAnch'io adoro le storie di amandapiccola (i cachi invece proprio no)!
RispondiEliminagli amanti dei cachi sono una popolazione selezionata :P
EliminaDa divoratore di pomi estremo, è così che da noi si chiamano i cachi, ti confido una certa invidia per il tuo apprendistato con nonno Valentino anche perché non mi hanno mai insegnato a girarli, i pomi, nella cassetta. Ciao Amanda.
RispondiEliminabeh ma i pomi, pomi, come li chiamate?
EliminaNella Vallesina i pomi sono pomi cioè cachi, non usiamo questa parola con altri significati. E' vero, conosco un certo "POMI d'ottone e manici di scopa" ma questa è tutta un'altra storia.
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EliminaSolo la diversa intonazione e il ghigno goloso ti fa capire se parli dell'albero o del frutto.
Eliminavorrei essere stata l'amica di pianerottolo di Amandadapiccola per godermi i cachi con nonno Valentino.
RispondiEliminalasciamene uno che quando vengo a trovarti, e vengo, giuro croce sul cuore che vengo presto, ne mangiamo uno insieme e lasciamo il succo alla pelosa.
è un racconto bellissimo che scalda il cuore in questo gelo nebbioso, grazie!
RispondiEliminaDaniel
bello ama, brava brava
RispondiEliminaAmanda piccola è un mito
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