Sotto la ruota

Nikoletta Bati

L'uomo aveva tolto da tempo la giacca dalle righe bianche e rosse, aveva smesso di coltivare l'orto, e stava lì perplesso, una piccola ruota panoramica di idee girava lentamente sulla sua testa, ma l'uomo non sapeva o non voleva fermarla, un altro giro, un'altra corsa, così le creature che erano salite a bordo continuavano a guardare lì dall'alto il paesaggio, ma non potevano scendere, non potevano raggiungere la storia di cui avrebbero dovuto essere protagonisti. Per quella storia erano stati creati, ma se l'uomo non avesse smesso di fare girare la piccola ruota panoramica e non li avesse fatti accomodare tra i solchi di quell'orticello ormai incolto, non si sarebbero potuti fare seme per la nascita di nuovi racconti. C'era una capra bendata che ancora non aveva un nome, questo non permetteva a nessuno di chiamarla e non trovava pagine di carta o virtuali in cui far sapere al mondo per quale motivo girava bendata e con una bandana rossa al collo, in altri tempi avrebbe avuto un cane balcanico come compagno di viaggio, forse avrebbe scritto in braille racconti della buonanotte, ma ci resteranno ignote sia le sue frequentazioni che il suo buon cuore. Sul sedile seguente della piccola ruota panoramica stava un pierrot, badate non era un pierrot triste, era un raro esempio di pierrot allegro, non sarebbe mai stato zitto di suo, ma l'uomo aveva abbandonato l'idea di lui quando ancora non gli aveva formato le gambe, così quel pierrot rivoluzionario non poteva correre per il mondo a dichiarare che "unaltropierrotèpossibile", e se è pur vero che da anni non ci sono più sedicenti pittori che riempiono il mondo di clown lacrimosi, comunque anche i pierrot avrebbero diritto a far sapere all'universo intero che sanno fare di meglio che versare lacrime, non si sa poi per chi o per cosa; ma era prigioniero lì a guardare il mondo dalla cima del cappello di quell'uomo. Nell'orto incolto, legata con una funicella alla caviglia dell'uomo, stava anche una piccola casa posata su un carretto, l'uomo portava sempre con sé la piccola casa dal camino bianco e rosso e costantemente fumante (perché una casa vera è un po' un faro nella nebbia, è sempre pronta ad accoglierti e tu non sai farne senza); dentro la casa stavano i fantasmi di due bimbe a cui l'uomo doveva ancora finire di spiegare le regole del fuori gioco, negli anni le regole erano cambiate se non tanto quanto le bimbe almeno quanto basta per confondere chi pensava di sapere tutto del calcio dai tempi di Burgnich al cielo azzurro sopra Berlino ed ora che le bimbe si erano fatte donne si sentiva ridicolo ad ultimare le sue spiegazioni sulle regole di base, pensava che ormai ciò che era stato dato dovesse essere sufficiente ma temeva di non aver saputo fare abbastanza. Se alzavi gli occhi oltre la ruota panoramica, mentre compiva l'ennesimo giro gratuito, sopra la testa dell'uomo il sole splendeva, ma lui  ci aveva piazzato anche un quarto di luna, non gli era congeniale troppa luce, solo quella che gli serviva a chiudere finalmente gli occhi dopo una notte insonne, grato per la certezza che i mostri del buio non gli avevano rosicchiato gli alluci dell'anima nemmeno questa volta, non era sufficiente a rischiarare passeggiate da innamorati, ma permetteva di contare le stelle.
Se hai tempo e pazienza una stella si immolerà per te anche in una notte di metà marzo, c'è sempre una stella pronta a regalare sogni mentre spegne l'interruttore.
Tu cosa desideri?
Io che mi racconti un'altra storia


Buon compleanno Giardi

Commenti

  1. Wow, due racconti di seguito! Viva i compleanni (e i festeggiati)!

    RispondiElimina
  2. Benvenuto surrealismo, e grazie per il divertimento.

    RispondiElimina
  3. complimenti per il racconto, auguri al Giardi e si, vorrei un'altra storia .... ma anche da lui

    RispondiElimina
  4. Metterò una bandana rossa al collo in attesa di zenzeroguru..
    Auguri Giardi, Birthday Boy !!

    RispondiElimina

Posta un commento

Post più popolari