Storia di un semino prodigioso


Nikoletta Bati







C'era una volta una donna che di professione faceva la pungolatrice  di fantasie infantili, che, com'è universalmente noto, si associa a quella di raccoglitrice di mocci, anzi in realtà si poteva definire una pungolo-raccoglitrice. Questa donna, si innamorò perdutamente, dopo qualche tentativo di colpire il bersaglio sbagliato, di un uomo che di mestiere faceva lo studioso viaggiatore, con una spiccata affinità per il viaggio transatlantico e che stazionava, per contratto matrimoniale, dal lato passeggero di ogni auto. La pungolatrice-raccoglitrice e lo studioso viaggiatore avevano l'hobby del giardinaggio, ma non si sa né come, né perché, non avevano trovato sementi buone per il loro giardino. Un giorno vennero a sapere di un semino esotico così prodigioso che aveva attecchito troppo precocemente in un giardino che, in quella stagione, non era adatto alla semina, dopo che un seminatore esuberante ci aveva dato dentro, di zappa, al momento sbagliato. La pungolo-raccoglitrice e lo studioso viaggiatore decisero di accogliere il semino prodigioso, gioiosi di potere finalmente dedicarsi al giardinaggio. Tuttavia alle ansie normalmente insite in quell'hobby, di non poter veder crescere rigogliose le piante che si accudiscono con amore, si associavano quelle che il semino prodigioso, essendo esotico, avesse a patire del fatto di non essere cresciuto nel giardino in cui era stato inizialmente seminato, e che soffrisse troppo del trapianto e che potesse in futuro farsi domande sulla necessità di un trapianto dal suo giardino natio, lontano pure dal seminatore esuberante. Così la pungolatrice-raccoglitrice e lo studioso viaggiatore, una volta che il semino divenne un bel tipino di pianta e prima che quello, con la sagacia che già dimostrava, si mettesse a rompere le balle in giro con una Tour Eiffel di perché, tutti rigorosamente dalla R arrotata, cogliendo al volo la naturale propensione transatlantica dello studioso viaggiatore, migrarono oltre l'oceano, a Suburbia City. Andarono a conoscere il giardino, una volta inadatto alla semina, ed il seminatore entusiasta, coltivarono l'amore, lo moltiplicarono per mille, se lo divisero per tre, ci aggiunsero Mater sabaude (e pure Pater), e  nutrirono tutto con pan di stelle.
La morale di questa favola è che noi tutti tifiamo perché il semino prodigioso abbia una vita felice e possa a 109 anni e sei mesi, facendo un bilancio della sua vita, dire: sono stato un bell'albero, fortunato, con radici salde e robuste che mi hanno permesso di sfoggiare una chioma vaporosa e di resistere al vento ed alla tempesta.



Buon compleanno Alice Radicatrice

Commenti

  1. Mi piace questo ruolo di radicatrice. Dovremmo esserlo tutti un po',per far crescere la bellezza. Auguri!

    RispondiElimina
  2. mi unisco agli auguri e tifo il semino

    RispondiElimina
  3. Come sai raccontare le cose tu...Auguri Alice, per compleanno e semino :)

    RispondiElimina
  4. Ooooh! Che bella storia! Tantissimi auguri ad Alice e al suo semino! <3

    RispondiElimina
  5. Ecco. Sará la vecchiaia incipiente ma ho pianto come un salice! :-D
    Grazie Amanda, che come sempre sai fare magie con le parole per questo bel regalo.
    Non so come fai ma la mia vita, raccontata da te, prende tutto un altro sapore, la giostra rallenta un pochino e riesco persino a godermi il paesaggio! Non é che mi tieni un diario? <3

    RispondiElimina

Posta un commento

Post più popolari