Incipit: Patria





Eccola lì, la poverina. Va a infrangersi su di lui. Come s'infrange un'onda sugli scogli. Un po' di schiuma e ciao. Non vede che non si prende nemmeno la briga di aprirle la portiera? Sottomessa, più che sottomessa.
E quelle scarpe con i tacchi e quelle labbra rosse a quarantacinque anni? Con la tua classe, figlia mia, con la tua posizione e i tuoi studi, cos'è che ti fa comportare come un'adolescente? Se l'aita fosse vivo...

Fernando Aramburu. Patria. Guanda. Traduzione B. Arpaia.

Cosa resta quando una rivoluzione termina, quando nel tempo gli ideali vengono lordati dal sangue innocente? Quando si può davvero voltare pagina? Come si può accettare quando, da una parte e dall'altra le vite sono state irrimediabilmente stravolte dalla violenza?
Poi passano gli anni e si formano delle incrinature. Di lì passa l'acqua della nostalgia, contaminata di solitudine, e l'acqua della consapevolezza di essersi sbagliato e di non poter rimediare all'errore,

Chiedere perdono richiede più coraggio che sparare, che azionare una bomba.

Arambaru prende due famiglie basche per mano, le mogli amiche dall'infanzia, i mariti che trascorrono pedalando insieme tutte le domeniche, i cinque figli bambini che crescono insieme, poi l'ETA stabilisce che Txato è un traditore, attorno a lui e Bittori e ai loro figli si crea un muro, vengono isolati, anche dai loro più cari amici, nel frattempo Joxe Mari entra nella lotta armata e Txato cade vittima del terrorismo. Venti anni di caparbietà basca.

"Mi verrà l'Alzheimer, mi scorderò che ti hanno ammazzato, dimenticherò il mio nome; però ti giuro che finché sarà accesa una lampadina nella mia memoria mi ricorderò che ci ha negato la sua compagnia quando più ne avevamo bisogno"

Tre donne con un carattere di acciaio temperato, alla fine la tempra più dura è quella di Arantxa, la più provata dalla vita e l'unica che ha continuato a vedere le persone per come le aveva imparate a conoscere e non per l'etichetta che veniva loro appioppata . Personaggi mirabilmente creati nessun cedimento al lirismo o pietismo, una buona dose di ironia anche nel dolore assoluto. Un libro da non perdere


Commenti

  1. Ah che bello! Sono contenta ti sia piaciuto!

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    1. Tra un muso duro della SignoRina e lo stomaco da riempire di Nostrosignore deidinosauri trova un ritagliozzo di tempo perché merita davvero

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  3. Ce l'ho! L'ho comprato dal Libraccio mentre ero qui a SF e mi divertivo a farmi arrivare a casa i pacchi di libri (il mio hobby). Tra poco torno e lo trovo lì che mi aspetta :-)

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    1. Vedrai Silvietta che non ti deluderà

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    2. Infatti, non mi ha delusa! L'ho letto in vacanza quando avevo più tempo e l'ho divorato!

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  4. Coincidenze: fatto arrivare dall'Italia per regalarlo il 17/9 al marito, nel giorno del suo compleanno. Poi, lo leggerò anch'io, che se lo suggerisce Babalatalpa è da leggere; senza se e senza ma.

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  5. Ce l'ho sul comodino che mi aspetta da un po'

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  6. Sta aumentando la pila di libri che DEVO/VOGLIO leggere: perché mi hanno accorciato le giornate?
    Misteri della Bassa:)

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  7. L’ho letto all’inizio di quest’anno. Sono rimasto molto sorpreso dalla bravura dello scrittore. Parlare e svelare aspetti dell’Eta, i personaggi ne fanno un romanzo corale. Poi la struttura a capitoli brevi, in cui condensa tutto.

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    1. Condivido e mi è piaciuto così tanto che ora ho preso anni lenti

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