Incipit: Il falco
Il buco, una stella spezzata sul ghiaccio, era l'unica interruzione in quella distesa bianca che si confondeva con il cielo bianco. Niente vento, né vita né suoni.
Due mani spuntarono dall'acqua e si aggrappano ai bordi frastagliati del buco. A quelle dita annaspanti occorse un po' di tempo lungo le spesse pareti interne dell'apertura, simili a quelle di un minuscolo canyon, e trovare la strada per la superficie. Quando superarono il bordo, si conficcarono nella neve e fecero leva. Emerse una testa. Il nuotatore aprì gli occhi e guardò diritto davanti a sé, verso quella vastità piatta e priva di orizzonte. Nella barba e tra i lunghi capelli bianchi spiccavano fili color paglia. In lui nulla tardiva agitazione.
Hernan Diaz. Il falco. Neri Pozza. Traduzione Ada Arduini
Håkan è nato in una fattoria della Svezia. Ha un fratello maggiore Linus che come Sherazade gli racconta di mondi favolosi, di avventure meravigliose, di posti esotici ed è il suo mito, la sua ancora. Quando il padre, un umile contadino riesce, con un espediente, a racimolare i soldi perché i figli unici sopravvissuti agli stenti, riescano a partire per l'America, Hakån si sente sicuro perché sa di avere Linus con lui. Ma già al porto i fratelli si perdono. Håkan che per pronuncia somiglia, in inglese, a hawk, il falco inizia la sua epica attraversata da sud a nord e da ovest a est dell'America. Un viaggio solitario, disperato, formativo, sociologico, nella natura più dura e disarmante, nell'umanità più feroce e barbara, nell'amore, nella scienza e nella conoscenza. Il falco è duro, scritto benissimo, è il dolore dell'abbandono e il dolore della scoperta di una società spietata, la voglia di riunirsi al consesso umano e l'incapacità di farlo, è un viaggio fantastico come lo sono tutte le migliori storie scritte, è un volo nel tempo e nella natura. Un viaggio da fare
L'incipit mette un filo di angoscia...
RispondiEliminaCi sono diversi momenti angoscianti nel racconto di questo lungo viaggio ma è una lettura bellissima
Eliminasto perdendo il conto delle cose da leggere...
RispondiEliminadovrei tornare a viaggiare in treno tutti i giorni: un anno insegnavo a circa 120 km di distanza... più di 4 ore di mezzi pubblici. Riuscivo a leggere un libro ogni due giorni, con qualche rinforzo a casa:)
(sto recuperando i racconti perduti, cara e fecondissima Amanda)
Anch’io come Zena sto perdendo il conto delle cose da leggere.
RispondiEliminaSto rimuginando sull’ultimo libro della Terranova, terminato ieri notte, e penso d’aver bisogno di dare aria al cervello (ogni tanto ci vuole, specie in una giornata grigia come questo martedì). Prendo nota del lungo viaggio di Håkan per il futuro e mi concentro sull’aria per il cervello. Suggerimenti?
Hai letto la vita prodigiosa di Isidoro Sifflotin di Ianiello. Quella è aria meravigliosa
EliminaAggiunto. Ieri ho fatto una bella prenotazione in biblioteca di bloggerletture: spunti dai tuoi post precedenti, slicingpotatoes, gialliegeografie... Gli amici blogger sono sempre un punto di riferimento 😉
EliminaPasso veloce a farti un saluto, perché è da tanto che non commento sulle tue pagine e mi mancavi. Un abbraccio!
RispondiEliminaAnche tu mi manchi Silvietta, un abbraccio grande
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