La storia delle storie
Pawel Kuczynski |
Ci sono storie che nascono così, già con le gambe, sei ancora lì a scrivere i colori degli occhi del protagonista che quello già parla, e si muove e ragiona con la sua testa, ed hai un bel pensare di mandarlo da qualche parte che quello, sfacciato, ci è già andato senza chiedere il permesso.
Ti sveglia di notte per presentarsi e si lamenta se teme che riaddormentandoti non ti sarai concentrata abbastanza rischiando di fargli dire o fare le cose diversamente da come desiderava lui. Alcuni li accompagni per mano nella crescita, sono timidi e vanno incoraggiati e ci metti tempo perchè non dimostrano autonomia e quindi aggiungi e togli nella speranza di spronarli, ma non decollano, non c'è nulla da fare, restano lì fatti di due o tre righe e magari di una zazzera di capelli rossi e ti piange il cuore perchè senti che, se li sapessi ascoltare meglio, qualcosa da dire l'avrebbero, ma niente.
Altri che avresti pensato timorati e si dimostrano invece spudorati senza ritegno e dove tu immagini per loro un tenero amore, invece si lanciano in sesso selvaggio con uno/una a cui tu non daresti due lire, ma ognuno deve imparare dai propri errori pure se nasce lì su un foglio di carta, durante un tragitto in bus, ha diritto di sbagliare anche se l'errore avviene a poche parole dal punto finale e non sai se poi gli avrà fatto troppo male e se sarà stato in grado di risalire. Ci sono racconti partiti da un'emozione troppo grande per rimanerti dentro ed altri da emozioni mai provate ma che desideresti fare tue. Ci sono racconti che partono dalla tua vita e che visti lì nero su bianco paiono quasi più veri di quando li stavi vivendo. Ci sono storie che hai provato a raccontare e nessuno ti ascoltava ed altre che decidi di scrivere perchè sono piaciute ogni volta che le hai raccontate. Ci sono storie che ti soddisfano mentre le scrivi ma non soddisfano chi le legge ed altre storie che piacciono molto ma a te hanno lasciato poco. Ci sono racconti scritti a quattro mani in cui la storia si modifica a tal punto che non sai più da quale ostetrico folle sia stato estratta a forza con forcipe e ventosa, ma la prima volta che la tieni tra le braccia sai irrimediabilmente che è un frutto benedetto e te ne innamori per sempre. Le storie sono una droga che crea dipendenza, un fiume torrentizio, in piena a volte e in secca altre in cui la navigazione è difficile, a tratti impossibile ma tu sei schiavo e devi navigare
In fondo, tutto si riassume nel raccontarsi storie. Tutto acquista senso solo quando diventa narrativa. In principio era il verbo, mica a caso.
RispondiEliminaMica 😁
EliminaE' un'arte proprio antica, quella di narrare. E mi desta sempre un certo stupore, perché mi sembra che abbia il potere magico di trasmutare, nella fantasia dell'autore, l'arbitrarietà in necessità.
RispondiEliminaGià
EliminaIl tuo "Ti sveglia di notte per presentarsi e si lamenta se teme che riaddormentandoti non ti sarai concentrata abbastanza..." somiglia al "non ti fa addormentare di notte e quando poi alla fine ci riesci, ti fa risvegliare più volte per prendere un appunto, una nota nella scrittura incerta della notte" .
RispondiEliminaInsonnia tanto più proficua quanto più scopri le note adagiate in modo sparso sul comodino nella luce mattutina.
.... e canto pure di notte! 😁😁 pensa al pover'uomo che divide il mio letto
EliminaCredo che la Notte si aggiri tra gli umani come Dracula, per cibarsi però non di sangue ma di racconti. Sennò non si spiega perché tante storie nascono e crescono sotto le sue grinfie :)
RispondiEliminaA volte "succhiano" anche di giorno
EliminaMagia della scrittura, giuste riflessioni, sotto forma di storia :)
RispondiEliminaE storie che leggi, e rileggi, e rileggi ancora perché non ti basta mai. E'sempre bello troverti "scritta"
RispondiElimina😘
EliminaMagistrale questo racconto del racconto.
RispondiElimina😊
EliminaCondivido quanto scritto da Alberto: un racconto nel racconto. È un dono, non ci si improvvisa narratori, e tu riesci ad incantare anche raccontando dei personaggi che ti svegliano di notte. Una curiosità: quando hai iniziato a scrivere racconti?
RispondiEliminaHo scritto un paio di romanzi alle medie 😁, ho sempre amato scrivere, ho ripreso da quando ho avuto questo strumento straordinario che sono i blog quindi direi 2008-09
EliminaSe scrivere storie è una dipendenza, ti prego non riabilitarti mai!! Mi è piaciuta assai l'immagine del personaggio che sfugge dalle mani :)
RispondiEliminaThey tried to make me go to rehab
EliminaI said, "no, no, no"
Spesso sono le storie a cercarti: un'immagine che si ferma un po' più a lungo, una parola che apre mondi. Ed è verissimo: scrivere dà dipendenza.
RispondiEliminaci siamo dentro, protagonisti o meno, le ricordiamo, proviamo a cancellarle ma tornano
RispondiEliminasempre