In punta d'ago
Vermeer la merlettaia |
Eva aveva cresciuto i figli che ormai adolescenti avevano le loro vite.
Un tempo diceva "verrà il giorno in cui potrò dedicarmi a me stessa", poi il giorno era arrivato, non si era ben resa conto quando, ma era arrivato, ed in realtà ora non sapeva neppure più cosa significasse occuparsi di se stessa.
Il marito era un misterioso coinquilino, i figli dei chiassosi alberganti.
Eva aveva passato anni a vestire, svestire, cucinare, lavare, pulire, accompagnare e prelevare, con la TV sempre accesa, non aveva letto un libro, sempre dicendosi che non aveva tempo, non aveva curato il suo corpo (a che pro?) ed ora non sapeva da che parte iniziare.
Ma si sentiva vuota ed inutile ed il tempo si dilatava, la risucchiava in una bolla e non procedeva.
Un giorno trovò la scatola dei fili da ricamo, ne aveva fatto bavaglini e lenzuolini, mentre aspettava i suoi figli.
Così ricominciò a ricamare a mezzo punto, da principio seguiva gli schemi delle riviste, poi ci riprese gusto e mischiò i colori ed i cuscini divennero albe e tramonti, oceani in tempesta.
Poi ricamò fiori e frutti e se annusavi ne sentivi il profumo.
Poi modellò principesse tristi e la tela era sempre un po' umida delle loro lacrime.
Un giorno iniziò a ricamare un arazzo con un grande giardino, tra i rami degli alberi, ogni specie di albero, c'erano uccelli di cui si poteva distinguere il melodioso cinguettio, con l'ago ed il filo tra le piante tracciò un bel giovane, il volto sorridente, il corpo armonioso ed al suo fianco ricamò una donna, le lunghe chiome lucenti, il sorriso seducente, la fece che allungava la mano verso un melo, ne staccava un frutto succoso e lo porgeva all'uomo.
L'uomo di quel frutto si cibava.
Nulla dopo quel gesto mutava e l'uomo e la donna rimanevano felici in quel paradiso, non c'erano lacrime, nè dolorosi travagli.
Da quel giorno la vita di Eva cambiò: aveva creato la bellezza, era stata dio, un dio amoroso e compassionevole per le sue creature, poteva esserlo per se stessa
Un piccolo arazzo che prende miracolosamente vita, espiando istantaneamente dal mondo qualsiasi peccato originale: anche tu hai creato, ancora una volta, un po' di bellezza.
RispondiEliminaDovremmo davvero imparare ad apprezzare il bello che non è nelle cose fatte da noi o fatte dalla natura, il bello ce l'abbiamo dentro e se impariamo a cercarlo troviamo quello che ha trovato Evaquel dio compassionevole, la bellezza di un gesto amorevole che non è possibile punire.
RispondiEliminaE oggi cerchiamo invece le giustificazioni per punire quei gesti compassionevoli e bellissimi che ci fanno essere umani di fronte ad esseri come noi.
È proprio così
EliminaIl potere salvifico di un arazzo ricamato da una Eva Pantocrator , che sa che solo bellezza e amore possono salvare il mondo.
RispondiEliminaGià
EliminaL'arazzo di Eva Gray :)
RispondiEliminaAlludi al ritratto di Dorian Gray? Mi sono persa
EliminaSempre detto che dio, anzi dea, è femmina!
RispondiEliminaEcco
EliminaL'ago è stato il pennello delle donne, come la navetta del telaio è stato il loro piroscafo.
RispondiEliminagrazie, Amanda.
Grazie a te Zena
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