Amanda amanda est
Gerundivo del verbo amare:
Provate voi ad entrare nell'adolescenza, foriera di insicurezze strutturali, dopo aver attraversato l'infanzia negli anni a cavallo tra la fine degli anni 60 e l'inizio dei 70 chiamandovi Amanda, provate; è vero che ciò che non uccide fortifica, ma è anche vero che il troppo stroppia e quante vessazioni si possono subire per il solo fatto che i vostri genitori cercavano un nome con la A, per tradizione familiare paterna, non avevano messo il minimo di fantasia nel battezzare vostra sorella, chiamandola praticamente come vostro padre e come il santo patrono della vostra città, ed erano afflitti dai sensi di colpa per avervi spiattellata così per un eccesso di fantasia, ditemi, quante?
Singolare | Plurale | ||||
Nominativo | amandus, amanda, amandum | amandi, amandae, amanda | |||
Genitivo | amandi, amandae, amandi | amandorum, amandarum, amandorum | |||
Dativo | amando, amandae, amando | amandis, amandis, amandis | |||
Accusativo | amandum, amandam, amandum | amandos, amandas, amanda | |||
Ablativo | amando, amanda, amando | amandis, amandis, amandis |
Provate voi ad entrare nell'adolescenza, foriera di insicurezze strutturali, dopo aver attraversato l'infanzia negli anni a cavallo tra la fine degli anni 60 e l'inizio dei 70 chiamandovi Amanda, provate; è vero che ciò che non uccide fortifica, ma è anche vero che il troppo stroppia e quante vessazioni si possono subire per il solo fatto che i vostri genitori cercavano un nome con la A, per tradizione familiare paterna, non avevano messo il minimo di fantasia nel battezzare vostra sorella, chiamandola praticamente come vostro padre e come il santo patrono della vostra città, ed erano afflitti dai sensi di colpa per avervi spiattellata così per un eccesso di fantasia, ditemi, quante?
Se ti chiami Amanda, diciamo nel 1970, risulti un esemplare rarissimo, non dico l'unico perché poco dopo di te Paoli e la Sandrelli chiamano così la loro figlia, ma quella per l'appunto avrà da spupazzarsi i problemi suoi, a essere figlia di due genitori noti, ma nessuno creerà malsane filastrocche in rima per sfotterla che si allungano di giorno in giorno urlate in coro da circa venticinque bambini, con le loro vocette stridule che risuonano per tutto il cortile; così il giorno in cui la filastrocca diventò
amandachesileccalamutanda
alsaporedilavanda
nellaveranda
dellaziajolanda
mentresuonalabanda
originariadellolanda
la misura fu colma e, incapace di reggere oltre, mi ritirai sull'Aventino a piangere tutte le lacrime che ero in grado di produrre ed anche oltre; fu uno di quei momenti in cui vale la pena di avere una sorella di sei anni maggiore e con una notevole competenza nell'uso della parola come arma d'attacco.
La suddetta sorella, che si faceva notare sulla spiaggia essendo rossa, lentigginosa e sempre con il libro in mano, mentre gli altri bambini si dividevano tra piste di biglie, bandiera e castelli di sabbia, solo qualche anno prima aveva smontato un tipetto insistente che ogni due per due veniva al nostro ombrellone a chiedere come si chiamasse, distraendola dalla lettura, il poveretto non poteva immaginare minimamente cosa significasse distrarre mia sorella dalla lettura e a quali pericoli per la sua incolumità stesse andando incontro, così all'ennesima richiesta mia sorella levò lo sguardo e rispose: "mi chiamo Ina Igina Gina Ermenegilda Salus Sallustri Savis per gli amici Clelia". Mia madre non capì mai perché ogni tanto ci fosse un ragazzino che rincorreva mia sorella chiamandola Clelia, ma da allora e per molti anni per i suoi amici lei fu Salus. Dunque capirete che riponevo grandi speranze nelle sue capacità dialettiche, e infatti partorì. Dopo circa venti minuti con la faccia lavata, le spalle dritte e lo sguardo di sfida che mi aveva fatto provare diverse volte davanti allo specchio fino ad essere credibile, scesi in cortile e quando partì il coro con la filistrocca, 115 cm circa di bambina si bloccarono, le braccia sui fianchi, lo sguardo quasi perfetto ed esclamarono: "il tuo discorso non mi tange ma cade nel binario più morto della mia indifferenza". Secondo me ventitrè bambini su venticinque non capirono nemmeno cosa stessi dicendo, ma non ebbero il coraggio di chiedere spiegazioni, nessuno ripetè mai più la filastrocca che finalmente cadde nel dimenticatoio. Passai quindi serenamente gli anni seguenti, domandandomi sempre e comunque perché pur essendo già stati usati Alberta, Anna, Alba, Annalisa, Antonella, non potessi chiamarmi semplicemente Alice o Ada o Alessia, anche perché troppo spesso Amanda si trasformava in Armanda che diciamocelo non è mica la stessa cosa. Cominciavo a farmene una ragione e poi arrivò lei Amanda Lear e il calvario riprese inesorabile con quella storia del presunto cambio di sesso non ebbi più pace; venne il mio sedicesimo compleanno: i miei amici mi regalarono dei dischi e per incartarli andarono al cinema a luci rosse della città e si fecero dare la locandina di un film che si intitolava amandaovverolevogliediunasedicenneincalore
voi capite che una si fa una risata e la prende con ironia, ma indubbiamente chiamarsi Lucia è più semplice. Da ultimo all'inizio del nuovo millennio uscì il prototipo di una bambola gonfiabile, dicono di particolare pregio, secondo voi come potevano chiamarla?
E quando le pruderie sul mio nome infine cessarono giunse la Knox e a questo punto era meglio la Lear.
So per certo che due bambine furono chiamate Amanda a causa mia: una era la figlia di un signore che lavorava con mio padre che mi chiese, quando sua moglie attendeva la secondogenita se mi dispiacesse se l'avessero chiamata col mio nome, come se avessi l'esclusiva, l'altra, ancora più sorprendentemente la incontrai come mia paziente in ospedale. Le dissi "sai che anch'io mi chiamo Amanda" il padre dopo aver guardato il badge con il mio nome e cognome ridendo disse "è colpa sua se si chiama così", rimasi basita, io quell'uomo non l'avevo mai visto. Lui mi rivelò di essere entrato in ufficio da mia madre, che lavorava allora in un'altra città in provincia, nel periodo in cui stavano decidendo che nome dare alla bimba che aspettavano e di aver sentito mia madre che stava parlando con me al telefono che mi salutava e di essersi innamorato di questo nome tanto di decidere di chiamare così la bimba; confido in loro o nella prima Amanda astronauta, fisica o cantante lirica per trovare pace per la categoria.
E quando le pruderie sul mio nome infine cessarono giunse la Knox e a questo punto era meglio la Lear.
So per certo che due bambine furono chiamate Amanda a causa mia: una era la figlia di un signore che lavorava con mio padre che mi chiese, quando sua moglie attendeva la secondogenita se mi dispiacesse se l'avessero chiamata col mio nome, come se avessi l'esclusiva, l'altra, ancora più sorprendentemente la incontrai come mia paziente in ospedale. Le dissi "sai che anch'io mi chiamo Amanda" il padre dopo aver guardato il badge con il mio nome e cognome ridendo disse "è colpa sua se si chiama così", rimasi basita, io quell'uomo non l'avevo mai visto. Lui mi rivelò di essere entrato in ufficio da mia madre, che lavorava allora in un'altra città in provincia, nel periodo in cui stavano decidendo che nome dare alla bimba che aspettavano e di aver sentito mia madre che stava parlando con me al telefono che mi salutava e di essersi innamorato di questo nome tanto di decidere di chiamare così la bimba; confido in loro o nella prima Amanda astronauta, fisica o cantante lirica per trovare pace per la categoria.
Non aggiugerò altro, ma vi confesso non cambierei il mio nome per niente al mondo, come ho avuto già modo di dire più che un nome è un programma di vita
Non so cosa commentare, nelle "informazioni su di me" al punto "film preferiti"
RispondiEliminahai inserito "Mission" due volte.
Ma Sant'Amanda c'è o ti tocca festeggiare quando casca Sant'Armandino vescovo?
È così grave aver inserito Mission due volte🤔. Esistono sei Sant'Amando tutti minori, non ne festeggio nessuno. Sono religiosamente laica
EliminaIl tuo nome è perfetto. Io ho una predilezione per i nomi che mi pare chiamino trasparenti, cioè con il significato esplicito. Amanda, Costanza, Linda,... Certo che i compagni che vanno a cercare la locandina del film porno per impacchettarti i regali meriterebbero un premio per l'impegno.
RispondiEliminaLasciamo perdere 😂😂
EliminaCome ti capisco mia cara... Neanche attraversare l'infanzia chiamandosi Zena è stato facile: un nome secco e duro, su una bimba paciocca, circondata da gabrielle, raffaelle, antonelle, donatelle, marinelle... tutte a far rima con caramelle, con qualche punta santificata di punte marie cristine, eh:((
RispondiEliminaE già le elle dominavano il mondo, gli ultimi esemplari si sono spinti fino a lambirmi poi "pluf" estinte peggio dei dinosauri
EliminaTrovo che Amanda sia un nome bellissimo (oltre che dal significato meraviglioso). Sui nomi (e cognomi) particolari... stendiamo un velo: ti dico che io autonomamente snocciolo le possibili storpiature ai miei alunni, così disinnesco subito la bomba.
RispondiEliminaEcco allora dirò solo che nel mio reparto, quando lavoravo in Ospedale a Padova, esisteva un quadernetto su cui infermiere , segretarie tecnici che rispondevano al telefono segnavano le innumerevoli storpiature del mio cognome da parte dei pazienti. Lo sbagliarono perfino sulla lapide di mio padre e io e mia sorella ci siamo dette che ne avrebbe riso di sicuro
EliminaAh, ah, ah! 😆 Io ormai mi ci diverto
Eliminahttps://www.youtube.com/watch?v=GRmre8ggkcY
RispondiEliminaOh grazie Sergio, non la conoscevo
EliminaSergio è abbastanza neutro, ma Pasquandrea negli anni è diventato Mastrandrea, Mastropasqua, Santandrea, Pasqua Sergio, Andrea Sergio Pasqua, Pasquale e chi più ne ha più ne metta.
RispondiEliminaPer non parlare delle ovvie rime con tutte le varie patologie in "-ea", dalla diarrea in giù.
Quasi ognuno di noi ha avuto a che fare con le sue filastrocche più o meno cretine. Ricordo un cuginetto imbecille che mi accoglieva urlando “Nicola, con le mutande viola!” e non ricordo più che altra frase terminante con “carriola”. Anch’io, come il Corradino dei miei romanzi, da piccolo non amavo il mio nome, che mi pareva troppo strano e particolare. Anch’io, come te, oggi non lo cambierei con nessun altro. Men che meno (senza offesa per nessuno) con l’inflazionato Niccolò, il cui straripante successo continuo a non riuscire a spiegarmi. (Di questi tempi, se incontri uno che ha due bambini maschi, è superfluo chiedergli il nome di entrambi, è sufficiente domandargli: “Come si chiama il fratello di Niccolò?)
RispondiEliminaUn abbraccio, amabilissima Amanda. :)
Dici? Qui Niccolò andava oltre un decennio fa, poi sono andati gli Edoardo e Leonardo. Ora sono tornati i nomi antichi Achille, Giosuè, Elia, Enea, facendo per anni il medico dei bambini ho il polso della situazione 😁. Un saluto a te Nicola
EliminaAh, ma Amanda è un nome meraviglioso, adesso lo puoi finalmente dire! E tua sorella è uno spasso.
RispondiEliminaEbbene sì è un nome meraviglioso e mia sorella, è mia sorella
EliminaAmanda è molto bello! A me invece, il mio piace al punto da averlo cambiato, almeno on line.
RispondiEliminaNemmeno con il cognome mi sono divertita fai conto (non è quello ma assomiglia) di chiamarti Bonazza e poi mi dici a sedici anni in una scuola quasi completamente maschile come ti diverti :)
Fa niente Amanda, è seervito a temprarci ;D
A leggere i commenti qui sopra direi che le lingue dei pari temprano un po' tutti in certe età fragili 😊
EliminaRacconto di vita, come sempre, estremamente Amabile.
RispondiElimina😊 sei rientrato?
EliminaSì, carissima: dopo il periodo a Tenerife da mio fratello, ho passato la consueta vacanza nel Cadore. Avevo a lungo progettato un nuovo viaggio a piedi da lì a Innsbruck (con possibile prosecuzione fino a Monaco di Baviera), lungo la ciclovia Monaco-Venezia, ma le difficoltà logistiche che ho trovato, relativamente agli alloggi, mi hanno demotivato completamente.
EliminaAgosto non è il periodo migliore troppe prenotazioni di vacanzieri
EliminaProprio così: la richiesta di una camera singola per una notte è vista come fumo negli occhi.
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