Incipit: Biografia involontaria degli amanti










Insieme abbiamo ucciso un cinghiale. Non volevamo ucciderlo. Ma l'animale ci ha attraversato la strada, è corso verso la sciagura e ha distrutto il paraurti dell'auto, facendo schizzare i suoi frammenti come satelliti senza controllo intorno ai due soli che erano le luci anteriori. Il muso biforcuto del mammifero è esploso di sangue. Nel secondo che ha preceduto l'impatto, sembrava ci guardasse implorando misericordia. Tutto si è fermato bruscamente nel silenzio della AP-9. Accanto a me, Saldaña Paris è rimasto quieto per un momento, cercando ancora il senso di quella frenata improvvisa. Poi mi ha guardato come se io avessi potuto dargli una spiegazione o avessi saputo qualcosa di più su quell'animale che era apparso in mezzo alla strada come la luce di una cometa squarcia il buio della notte.



João Tordo. Biografia involontaria degli amanti. Neri Pozza. Traduzione R. Petri



Il succo del racconto di questa amicizia tra un professore Galiziano di letteratura e un poeta Messicano sta tutto nell'ultima frase dell'incipit "mi ha guardato come se avessi potuto dargli una spiegazione". I due si incontrano in maniera casuale l'uno alle prese con le turbe adolescenziali dell'unica figlia dopo il divorzio dalla moglie, il secondo mai ripresosi dopo la fine turbolenta del matrimonio con una donna, Teresa, da poco morta e con un passato immanente e condizionante di cui lui però lui immagina i contorni senza saperne la dura e devastante sostanza. Di tale sostanza tuttavia ha tastato con mano gli effetti sulla personalità di Teresa che ormai lui identifica non solo con l'Amore, ma come la sua ragione di vita, nonostante abbia provato dopo l'abbandono a ricucire la sua esistenza. Un manoscritto della donna ( o di qualcuno che ha raccolto il  gravoso fardello di parte della sua biografia) riapre antiche ferite e la ricerca di una "verità" da condividere per poter sopravvivere. 

La letteratura era ciò che accadeva al suo autore quando si fermava, restando immobile, mentre tutti gli altri continuavano a svoltare angoli:gli amici, la famiglia, tutti gli sconosciuti del mondo. Un giorno anch'io mi sarei stancato di voltare angoli, e di chiedermi ogni momento se avevo girato all'angolo giusto o se dovevo tornare indietro. Un giorno anch'io avrei imparato il valore del silenzio e della quiete. e solo allora avrei potuto riflettere sulla vita e attribuirle un valore sconosciuto; perché sebbene non vivessi tutto quello che mi era dato da vivere, mi sarebbe sempre stato chiesto di girare a un angolo


Sarà il suo nuovo amico ad attraversare i continenti, il tempo, il dolore per offrire ad entrambi la prospettiva di un futuro. Libro cupo e a tratti struggente che consiglio 

Commenti

  1. Interessante, me lo segno. Nel modo di scrivere mi ricorda Carver.

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    1. Mah, per quel che ho letto di Carver, direi di no, comunque interessante

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  2. Te fai riflettere,
    ho girato gli angoli giusti?
    Forse devo aver girato quelli giusti ma sicuramente ce ne saranno stati di migliori che non conosco e poi ormai che importanza ha?
    Mi piacerebbe un mondo in cui ciascuno potesse giare l'angolo che crede, scegliere la propria vita secondo le opportunità che gli si presentano purtroppo spesso siamo condizionati e dobbiamo sottostare a scelte obbligate. Ciao.

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    1. Una volta che si è svoltato in dietro non si torna meglio guardare al prossimo incrocio

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  3. Inaugurato il filone "blogger che leggono libri consigliati da blogger".
    Incuriosita dal post della viaggiatricegiallamenteferrataconelefantealseguito, cerco il libro in biblioteca. Incappo ne Il buon inverno, uno dei primi romanzi di J. Tordo. Ci sono di mezzo Lisbona, Budapest e Sabaudia che, per ragioni diverse, caratterizzano questo periodo della mia vita. Lo prendo subito. Il romanzo più noioso degli ultimi mesi. Così noioso da benedire il prestito bibliotecario e restituirlo intorno a pagina 80.
    Vediamo se riesco a superare il trauma e dare una possibilità alla Biografia involontaria consigliato da ben due blogger...

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  4. Ecco, dopo essermi sentita in colpa nei confronti dell'amica Babalatalpa per aver stimolato col mio post la lettura di questo autore, vedo qui che tu hai affrontato il romanzo.
    Parzialmente sollevata per il personale "blog-pareggio" su Tordo.

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