Il domatore di farfalle


Piero Schirinzi






Il baronetto Alfonsino Sciarra di Vallescura aveva due grandi passioni: la lettura e le farfalle. Il primo lo aveva acquisito dal nonno paterno il barone Dionigi uomo dalla conoscenza sterminata che visse tra i libri e di libri perì, poiché durante una scossa di terremoto gli crollò addosso una delle scaffalature della rinomatissima biblioteca carica di tomi di ogni dimensione. Per suo stesso volere il barone fu sepolto con la sua antica edizione della Divina Commedia nella bara, dato che intendeva ripassare la materia per non fare figura meschina venendosi a trovare a cospetto dell'Altissimo. La passione delle farfalle invece ad Alfonsino derivava dal fatto che,  non si capacitava di come esseri tanto leggiadri e colorati potessero derivare da bruchi striscianti,  nonostante lo avesse studiato nei libri di scienza presi a prestito dal nonno. Di come, pur posandosi tra i fiori più iridescenti  giardino di sua nonna, Donna Riccarda, vincessero comunque la gara per ricchezza di sfumature e varietà di colori, eppure i giardini del palazzo Sciarra di Vallescura erano rinomati, già all'epoca perfino tra le Dame inglesi e francesi che venivano al seguito dei consorti a visitare il Bel Paese, per ricchezza e varietà di specie floreali.
Le farfalle rappresentavano la sua idea di libertà insieme ai libri: infatti spesso nei suoi sogni di bambino i libri si trasformavano in farfalle sulle ali delle quali Alfonsino volava lontano fino a terre sconosciute popolate da animali esotici, chimere  con corpi di leone, ali di pipistrello e zampe palmate. Una notte in uno di questi suoi viaggi, cullato tra le braccia di Morfeo, Alfonsino incontrò lo Spirito del nonno Dionigi: indossava un serico mantello di luce e lo guardava dall'alto, seduto su una pila di libri ai piedi della quale stavano quattro anziane orientali, chine sotto alberi di gelso che raccoglievano bachi e cardavano fili di seta con cui formavano  enormi gomitoli. Il nonno gli disse:«Ti stai facendo grande, ma non tradire mai le tue passioni di bambino, promettimelo». Alfonsino si svegliò dal suo sogno con la sensazione di non dover tradire la promessa fatta a Dionigi. Per qualche tempo si domandò se il nonno con quel sogno volesse indicargli la via del commercio della seta o la bachicoltura, ma poi pensò che il Barone non avrebbe preteso dal nipote ciò per cui neppure lui si era sentito portato: un futuro di affari e commerci. Così lasciò che fossero la sua fantasia e le sue passioni a guidarlo, studiò e creò serre in cui allevava farfalle e dalla tarda primavera  e per tutta l'estate i giardini della Villa iniziarono a riempirsi di farfalle delle specie più varie oltre che di fiori. Alle cinque Alfonsino scendeva nel giardino, dove la madre accoglieva le migliori Dame d'Europa che facevano a gara per assistere allo spettacolo. Giungeva trasportato su un carretto dentro ad una campana di vetro. Iniziava a leggere storie fantastiche selezionate dai libri appartenuti a Dionigi. Dalle pagine del libro prescelto si libravano delle piccole farfalle candide che creavano coreografie sulla base della narrazione di Alfonsino cui gli astanti assistevano estasiati.  In breve la fama della sua arte crebbe e venivano da ogni luogo ad ammirarlo, si dice che si creò perfino una scuola di tale nobile arte. Morì molto anziano, saggio, in pace con se stesso e con il mondo, riposa nei giardini della villa di famiglia, a primavera un corteo di piccole farfalle bianche esce dalle serre di famiglia e si reca in pellegrinaggio alla sua tomba

Commenti

  1. wauh...B E L L I S S I M O!
    lo so, forse sono di parte ma credimi lo dico con il cuore, bello come lo sono tutti i tuoi racconti.
    Grazie!

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  2. pura poesia, poi leggerlo di lunedì scalda ancora di più il cuore. Libri e farfalle una magia davvero

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  3. Ma come fai ad essere cosi' brava?! Come?!

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    1. Troppo buona, comunque come diceva la mia omonima in non ci resta che piangere: "provare provare provare" 😁

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  4. Ciao,le farfalle sono bellissime come e bello il tuo racconto.
    Ciao.fulvio

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    1. Ciao Fulvio, effettivamente creature magnifiche, grazie mille

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