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Cecilia Bianchi |
L'adolescenza è una terra senza regole, o forse è una terra irta di regole: quelle degli adulti da infrangere e quelle dei Pari nelle quali specchiarsi, sulle quali adagiarsi, per le quali sentirsi, troppo spesso, inadatti. Sofia ha allungato le sue gambe ma non ha ancora mutato le sue forme ed ha iniziato ad attraversare quella terra di nessuno, quel campo minato, in desolata solitudine. Perché perfino se si è nati quasi alla fine del primo decennio, del primo secolo del nuovo millennio iper connesso, e se si passa più tempo dentro a uno schermo che in mezzo alla gente (pur venendo da una famiglia che dietro allo schermo ti ha permesso di stare solo da qualche mese), non si è preparati a essere chiusi in galera, senza colpe da scontare, se non quella di appartenere al genere umano che non sa guardare a un palmo dal suo naso nemmeno quando le cose sono lì evidenti, palesi, incontrovertibili. Da quella gabbia, che è la sua casa, comincia ad accelerare il processo che smaschera le fragilità dei suoi genitori: le loro nevrosi, le loro paure, in questa paradossale situazione, messe sotto una lente d'ingrandimento. Così a guardarli a volte sembrano pesci che parlano oltre il vetro di un acquario, a volte fanno rabbia, a volte perfino tenerezza e non le sembra giusto, non le sembra normale che improvvisamente non abbiano più risposte. La vita, in quella bolla spazio temporale pare il caucciù di una fionda: si tende, si allunga e poi tac, è già la sera di un altro giorno e lo vive come un furto. La mattina le lezioni online, il pranzo tutti insieme con le discussioni, suo fratello che le fa i dispetti, i menù fantasiosi e discutibili di sua madre, come in una eterna domenica. Il pomeriggio un po' di chat e di scambi di foto con le amiche, la cui lontananza il cellulare non riesce a colmare, le lezioni assegnate dai Prof. Ha ricominciato a leggere. A casa di Sofia i libri non mancano e hanno sempre accompagnato la sua vita fin da quando erano solo favole della buonanotte. Però in un mondo di Pari non leggenti, i libri la facevano sentire fuori posto e lei non voleva/poteva sentirsi diversa dalle sue amiche. Ma ora, in quel mondo sospeso, lontano dallo sguardo delle amiche, la lettura è tornata ad essere un modo per evadere, per andare lontano anche senza uscire di casa, legge sul terrazzo catturando i raggi di sole come fossero pepite d'oro. Fin dal primo pomeriggio un merlo ha iniziato a venirla a trovare durante quelle sue letture solitarie e lei ha preso a lasciargli le briciole dei biscotti della merenda, così i merli si sono moltiplicati e Sofia ormai resta in attesa della colonna sonora dei loro canti melodiosi e modulati come in una sorta di baratto. A pranzo quel giorno Sofia ha litigato con sua madre, entrambe non ricordano quasi più come sia cominciata, si è alzata e si è chiusa in bagno. Quando ne è uscita, dopo più di un'ora, ha i capelli verdi. Aveva comprato, all'insaputa dei suoi, la tinta per vestirsi da ramarro ad una festa di carnevale, poi la festa era saltata e ora la tinta era lì sulla sua testa a gridare tutta la sua rabbia, anche se, a guardarsi allo specchio, non è che si piacesse molto, ma non lo avrebbe mai ammesso. Trattenendo le lacrime, torna nella sua camera, si caccia in testa il suo cappello da fata che non ha mai avuto il coraggio di buttare e che era la sua coperta di Linus, prende il libro ed esce sul terrazzo. Ed è lì che sua madre la vede: una fatina dai capelli verdi, una quasi donna che evade a bordo di un libro attorniata da merli canterini. Sotto il sopracciglio alzato trattiene un sorriso e anche la voglia di correre ad abbracciarla.
Bella favola morale sui nostri tempi (anche noi mangiamo e leggiamo attorniati da merli che girano in giardino, e un fagiano che svolazza sulla collina dietro casa e si sente cantare con il suo tipico "raglio").
RispondiEliminaTi invidio sia orto che merli
EliminaFortunata ragazzina, fortunata la mamma. Si vogliono bene e gli screzi durano poco. Aiutando a dissiparli dei capelli verdi e dei merli canterini. Di questi merli ce ne sono due coppie nel giardino e mangiano anche i croccantini dei gatti.
RispondiEliminaSai che qui eravamo pieni e sono spariti? Adoro il loro canto sopra ogni cinguettio
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