La luce in fondo al tunnel
Andrea Oberosler |
"E dimmi tu cosa vedi?"
"Un tavolino all'aperto, il cameriere sorridendo mi serve un caffé e quello più che vederlo lo annuso, scende giù quasi solenne caldo, denso e mi fa fare pace con il mattino, mi spalanca gli occhi".
"Già, proprio così" sorride.
"E tu?"
"Il musetto di mio nipote che ride, il riso gli balzella nella gola e sale e gli si infila in bocca, gli increspa le labbra, gli socchiude e distende gli occhi, gli disegna due fossette sulle guance e io in quelle fossette mi perderei"
"E tu?"
"Io vedo il mare, un mare piatto, al tramonto, quando diventa un grembo materno; il sole non brucia più, accarezza e ti senti in pace con il mondo"
"E tu?"
" Io vedo gli occhi chiusi di mio marito all'alba, la prima luce filtra dalle tapparelle e lui ha un sorriso bambino e io mi domando quale sogno glielo abbia donato e mi godo quell'attimo prima che li apra"
"E tu?"
"Io vedo le mani nodose e solcate di vene di mia madre che si posano sul mio viso come una benedizione e non occorrono parole, ché le sue ora sarebbero confuse, basta quel gesto che è solo per me dal momento in cui sono venuto al mondo"
"E tu?"
"Io vedo il momento preciso in cui la salita finisce, il fiato è corto e improvvisamente l'infinito si spalanca davanti a me e comprendo, ancora una volta, chi me l'ha fatta fare"
"E tu?"
"Io vedo la mano di mio padre che si stacca dalla mia bici, finalmente senza rotelle, e io mi sento libero e grande e lui capisce che ha iniziato a perdermi e che, in fin dei conti, sta in quello il suo lavoro di padre: sapere quando lasciare la mano"
"E tu?"
"Io vedo un campo di grano maturo, ricamato dai papaveri e dietro a quello filari di giovani pioppi, un esercito di alberi, le cui foglie scintillano al vento e rondini pazze che ridono sfrecciando tra i tronchi e le spighe"
"E tu?"
"Vedo le mani e la bocca dell'uomo che amerei se solo mi concedessi di essere me stesso e non l'idea fasulla che ho permesso agli altri di farsi di me, perché so che lui sta solo aspettando che io decida di liberarmi dalla zavorra di un pregiudizio che è prima di tutto mio"
"E tu?"
"Io vedo la neve che scintilla immacolata intorno e io danzo con gli sci ai piedi sul lungo pianoro che attraversa il bosco e in fondo ai binari sbuca un capriolo, ci guardiamo e entrambi condividiamo la beatitudine di luce e silenzio"
"E tu?"
"Io vedo gli occhi del medico, dietro gli occhiali protettivi, sono stanchi, provati, per un attimo vinti, poi la sua mano chiude i miei occhi"
"E tu?"
" Io vedo gli occhi di una madre che non ha più fiato, sa di aver perso la partita, nessuna mano amata accarezza la sua per l'ultima volta, ha salutato i suoi figli dentro allo schermo di un telefono, chiudo i suoi occhi che non dimenticherò nemmeno quando vedrò finalmente la luce in fondo al tunnel"
Struggente!
RispondiEliminaRealtà e visioni avvinti a questo tempo. Grazie.
RispondiEliminaChe cazzotto Amanda! Beh, sei brava pure con la boxe :)
RispondiEliminaMohamed Alì scansate
Eliminabellissimo, davvero bellissimo grazie
RispondiEliminaHo letto e sono rimasto incantato. Buona Pasqua
RispondiEliminaAnche a te Daniel
EliminaLa più bella risposta a tutti gli "andrà tutto bene" che imperverasno ovunque.
RispondiEliminaAndrà tutto bene un cavolo! Andrà tutto bene per qualcuno, per chi non deve piangere nessuno, per chi non ha perso il lavoro, per chi non ha problemi ad arrivare a fine mese...
Grazie Amanda con leggerezza ci ri ancori alla realtà.
Già una città di morti, mi sembra già un'enormità, e in fondo non è "l'andrà tutto bene“ dei primi giorni, che serviva ad esorcizzare la paura, è il negazionismo di ora che ferisce, la superficialità con cui si finge di ignorare la montagna di c****a che ci è piombata addosso e continuerà a far sentire il suo fetore per chissà quanto tempo
Elimina