Scusa il ritardo


Diego Santini



Ora che stava lì, in quella tarda serata di una tarda primavera, seduta sul suo piccolo bagaglio, in quel silenzio così popolato da suoni per lei poco familiari, alla luce di un milione di stelle, la voce di sua madre le risuonava nelle orecchie, come un tarlo e sentenziava: "È inaffidabile, punto!". E suo malgrado stava finendo per dare ascolto a quel battito molesto in quattro quarti. Dentro di sé si stava combattendo un battaglia tra la sua parte bambina che si sentiva spaventata dal trovarsi su quella strada in mezzo al nulla in compagnia di un'orchestra stonata di grilli e rane e dei versi degli uccelli notturni, con il freddo che stava risalendo dai piedi bagnati, lungo i polpacci e che ormai lambiva le cosce sotto l'abitino leggero indossato per il viaggio, e la sua parte più adulta che l'aveva spinta a mentire al telefono:" tranquilla l'ho visto dal finestrino della corriera, sta parcheggiando l'auto, è già qui". Perché per quanto il tarlo battesse in quattro quarti , molesto, incessante, subdolo, ammaliante e le dicesse "Si è dimenticato di venire", lei sapeva quanto la amasse, solo che ormai sapeva anche quanto fosse distratto, disorganizzato, pasticcione. Per riassumere in una parola:"Inaffidabile, punto!". Ma lei  aveva ricambiato il suo amore sempre così incondizionatamente che perfino ora tendeva a perdonargli tutto e un tempo, lo sapeva, era stato così anche per sua madre. E se anche capiva che la quotidianità con un uomo di quel tipo potesse logorare anche il più magico degli amori, specie quando c'erano affitto e bollette da pagare e una figlia da crescere, sapeva quanto fosse stato salato per suo padre ( cacciatore di stelle e nuvole, anima inadatta alle sfide e alla vita di ogni giorno) il conto. Aveva rinunciato alla donna che continuava ad amare nel suo modo caotico e incostante e a lei che ora lo stava aspettando da ore alla fermata della corriera. L'allontanamento lo aveva spinto sull'orlo dell'abisso, aveva spento la sua luce lieve. Quel cambiamento l'aveva spaventata più dei litigi cui si era abituata ad assistere. Poi un giorno, quando ormai vivevano separati da due anni, lui durante il weekend le aveva parlato di questo suo trasferimento in campagna, la cosa che inizialmente l'aveva ferita aveva però riacceso in lui la luce del sognatore. Così quando lo vide contrito comparire da dietro la collina gridando "scusa il ritardo" le parve che portasse sulle spalle la luna solo per lei. Gli corse incontro e finalmente si sorrisero.

Commenti

  1. I ritorni inaspettati ma desiderati nel profondo sono magia allo stato puro… e un balsamo per l'anima

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  2. Bello come tutti belli sono i tuoi racconti. Ma se al posto di una figlia ci fosse stato un figlio?
    (avevo scritto un commento simile ma non lo vedo più)

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  3. Merce rara, i "cacciatori di stelle e nuvole", soprattutto quelli capaci di trasmettere, come te, grandi emozioni.

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