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C'era qualcosa, qualcosa nel modo di sorridere, fino nel profondo degli occhi, di sedere in mezzo agli altri con naturalezza, perfettamente sposata con l'ambiente che la circondava e con le persone, qualcosa nel movimento dei polsi sottili, che lasciava intendere l'assoluta inconsapevolezza della donna del suo fascino.

Quel genere di fascino che non accende al primo sguardo e neppure al decimo, ma che inevitabilmente cattura per la costanza della concretezza.

C'era qualcosa, qualcosa nel modo di richiudere un sorriso appena accennato, qualcosa di inquieto, qualcosa  nel porgere le frasi di assolutamente non banale, qualcosa di ponderato che lasciava intendere silenziose ma ricche profondità nel cuore di quell'uomo che ad un primo approccio poteva apparire chiuso, distante, assente, ma che in realtà era dettato dal non aver ricevuto in dono dalla sua sgangherata famiglia gli strumenti per sentirsi a proprio agio nel mondo.

La donna entrò cantando nella pizzeria da asporto.

L'uomo sedeva al bancone e mangiava il suo trancio di pizza.

Al primo sguardo lui notò che le cantavano gli occhi, e sorrise.

Al primo sguardo lei notò due occhi verdi, ma non chiari, color del sottobosco ed un po' tristi sotto il sorriso cortese.

Al secondo sguardo lui notò la cordialità con cui salutava il pizzaiolo e quella con la quale lui le rispondeva: si conoscevano.

Al secondo sguardo lei notò il libro che lui stava leggendo.

Al terzo sguardo lui notò quanto fosse minuta,il corpo di una bimba si sarebbe detto, ma proporzionata.

Al terzo sguardo lei notò che lui si mangiava le unghie.

Al quarto sguardo lui notò come le si erano accese le gote.

Al quarto sguardo lei notò la bella linea della bocca di lui.

Al quinto sguardo lui notò una irregolarità del sorriso di lei che lo rendeva particolare.

Al quinto sguardo lei notò che lui non portava la fede, anche se, certo, non voleva dire nulla.

Al sesto sguardo lui notò le lievi efelidi sul naso di lei.

Al sesto sguardo lei notò che lui aveva distolto lo sguardo quando aveva agganciato per un istante quello di lui.

Al settimo sguardo lui notò un ricciolo ribelle che scendeva dalla coda in cui lei si era raccolta i capelli.

Al settimo sguardo lei notò che che lui aveva infilato il gomito per errore nel pomodoro della pizza quando aveva rapidamente voltato pagina distogliendo lo sguardo ed era indecisa se avvisarlo, quella goffaggine la intenerì oltre misura.

All'ottavo sguardo lui vide il pizzaiolo che estraeva la pizza di lei dal forno, la disponeva nel cartone, prendeva i soldi che lei gli porgeva e la salutava: "alla prossima Silvia".

Non si arrivò quindi a 10 sguardi,

almeno quella volta