Scatole cinesi






Sdraiata sul prato all'ombra del grande albero i cui rami ondeggiavano cullati dalla brezza estiva, aveva abbandonato la lettura, teneva gli occhi socchiusi e, quando li apriva, da un lato vedeva le nuvole che giocavano a creare sempre nuove forme in cielo; dall'altro la punta della matita in mano all'uomo si muoveva rapida sul cartoncino a creare nuove immagini e lei gli invidiava quella capacità di generare dal nulla mondi nuovi.


Nel cartoncino il vecchio sedeva su una spiaggia i piedi bagnati dalle onde ed il suo corpo, nudo, curvato dagli anni e dal peso della vita, indicava il cielo.


Poi chiuse gli occhi e, nel sogno, il vecchio del cartoncino stava chiamando a gesti qualcuno dietro a lei, lei si voltò, ma dietro di lei c'erano solo alte scogliere, così seppe che il vecchio chiamava lei.


Percorse il viottolo che portava in riva al mare, il vecchio non provava alcun imbarazzo a stare nudo mentre lei si avvicinava.


La pelle del vecchio aveva il colore e la consistenza del cuoio per il sole e per gli anni, la sua bocca era muta, il naso, adunco, era una sfida al mondo.


Quando la donna lo raggiunse il vecchio muto levò la mano al cielo, lei osservò il cielo, in quel momento una grande nuvola bianca sembrava un vecchio curvo con un braccio alzato ad indicare l'immensità del cielo.


Una mosca, posatasi sul suo viso, destò la donna dal sogno.


L'uomo accanto a lei aveva smesso di disegnare


Il cielo era sgombro di nubi.

Commenti

Posta un commento

Post più popolari