Incipit: L'aspra stagione






L'Italia non sogna più. Ha smesso di farlo un mattino di maggio del 1978. Da allora ha imparato a ingurgitare di tutto pur di restare con gli occhi sbarrati. Non lucida. Soltanto sveglia. Un Paese senza sonno. E senza sogni. Un Paese in cui non c'è differenza tra il giorno e la notte. Un Paese in cui sono successe troppe cose. Ma è come se niente fosse successo. Niente, dall'ultimo risveglio. Da quando ci siamo alzati e siamo usciti diretti al porto, per imbarcarci sull'unica nave galleggiante. La nave sulla quale abbiamo viaggiato fino a oggi. Navigando a vista.

Questa non è la storia del sogno prima della veglia. E nemmeno del viaggio sul Titanic.
Questa è la storia del tragitto dalle piazze al molo. E' la storia degli ultimi anni in terraferma. La storia di come è iniziato l'ultimo veromutamento di questo Paese. E' la storia di un presente eterno e di un passato che ritorna. Di un modo, uno dei tanti, per uscire da una crisi gigantesca. E' la storia di come fabbricare esplosivo e ficcarlo nel culo dell'Italia, con un timer che segna la percentuale del debito pubblico e un innesco chiuso dentro una ventiquattrore piena di soldi


Tommaso De Lorenzis, Mauro Favale. L'aspra stagione. Einaudi


Sono vecchia a sufficienza per ricordarmi pomeriggi in cui undici, dodicenne, giocavo per strada ed arriva un ragazzo e si porta via il tuo bidone dell'immondizia, ché allora ogni condominio aveva il suo, tu gli chiedi "dove vai col bidone?" quello alza il viso è mascherato, ti fa segno di tacere, finge il gesto della pistola, porta il bidone a pochi metri in mezzo alla strada dove si stanno ammassando altri bidoni, poi il fuoco e dopo dieci minuti la guerra, lì sotto casa tua, colonne di fumo si levano dalla strada oltre l'incrocio, la strada dove c'è la sede dell'MSI. Sono vecchia abbastanza per ricordare un morto al giorno al telegiornale all'ora di cena, non si contavano più. Sono vecchia a sufficienza per ricordare una mattina di marzo al ginnasio: Moro rapito, la scorta uccisa, poi Moro fotografato, i ciclostilati nelle cabine del telefono,poi la Renault rossa. Sono vecchia abbastanza per ricordare un pomeriggio d'Aprile, l'elicottero che volteggia sopra casa, Padova sembra diventata il regno del male per la cronaca, l'origine di ogni goccia di sangue versata in quegli anni in cui la vita pareva non contare nulla. Sono vecchia abbastanza per ricordare Ustica e poi Bologna. Sono vecchia abbastanza per ricordare una sera sull'argine è febbraio due carabinieri vedono gente che traffica, stanno, si scoprirà dopo, dissotterrando delle armi, le fermano  ed incappano in Giusva Fioravanti che finge di arrendersi e intervengono la Mambro ed i loro complici che sparano e li fanno fuori. Poi ancora Dozier sopra il supermercato a qualche chilometro da casa.
Questo libro racconta quegli anni, attraverso la raccolta degli articoli di Carlo Rivolta, giornalista della, allora neonata, "La Repubblica" e racconta la vita di Rivolta, morto a 32 anni che ha vissuto le iniziali speranze e soprattutto la disillusione e le asprezze di quegli anni fino ad esserne travolto 

Commenti

  1. Manza, l'iconcina accanto a MicaCotiche non viene mica fuori.

    come il Porco è in grado di sdrammatizzare i tuoi post piu seri, non c'è nessuno

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  2. sarebbe bello farlo leggere a scuola un libro così... riporterebbe un po' di amore per la patria, di indignazione e di coraggio...

    lillo il cane saggio

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  3. Hey carissima! Ma perché non l'hai pubblicizzato di più, questo tuo altro blog? Certo, io sono un dannato distrattone con la testa fra le nuvole, ma me ne sono accorto solo adesso cliccando sul tuo profilo!

    Adesso non avrai più scuse per la verifica parole... :-))))

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  4. l'ho aperto l'altro ieri, tranquillo Zio recuperi rapidamente :)

    @Lillo cagnotto adorabile, dovrebbero leggerlo tutti i nati dopo l'80, ma forse è consigliabile anche a quelli che c'erano, quando vivi dentro ad un frullatore a volte perdi la cognizione di dove pensavi di andare e dove invece sei andato a cocciare

    @Porco: ci riprovo

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  5. @Zio: la verifica è la prima cosa che ho eliminato, che ci sei andato a fare sul mio profilo? :D

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    1. Nessun mistero: semplicemente ero venuto da te cliccando sopra il tuo commento, anziché passare dal blog roll come faccio di solito... :)

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  6. Vivendo in campagna non ho mai dovuto assistere a scene di guerriglia urbana. Per fortuna. Tutto il resto lo ricordo pefettamente. Purtroppo. Spesso mi costa fatica leggere di quegli anni terribili, così violenti e indecifrabili agli occhi di una adolescente. Ricordare mi procura quasi un dolore fisico. Però queste testimonianze sono indubbiamente importanti, vanno conservate per il futuro affinchè sia migliore con uomini migliori.

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  7. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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