Quel che rimane


foto da magicoveneto.it


E non lo racconterò a voi, vomitatori di cemento ed asfalto, con occhi buoni solo a vedere cifre a molti zeri in conti di banche, complici, in paradisi fiscali, e nasi buoni solo a tirare cocaina in feste squallide, vestigia di fasti ormai passati, organizzate da manichini che venivano a baciarvi piedi e culi pur di rosicchiare gli ossi lanciati; ma proverò a usare parole come pennelli per incuriosire chi è stato cresciuto guardando solo queste finestre finte su mondi inesistenti, perché aprano gli occhi ed i sensi e decidano che, se una guerra c'è da combattere, è quella per la bellezza, quella vera che viene dalla grazia. Non serve avere il portafogli pieno, bastano una bicicletta, due polmoni e due polpacci e un sedere avvezzo alla sella. Basta uscire di casa e puntare a sud est, andar per argini che i colori dell'autunno dipingono di oro e ocra e l'acqua del canale è verde e blu ed anatre dal canneto si levano in volo, pattuglie acrobatiche nel cielo spazzato a splendore dal vento impetuoso che ha ricolorato il mondo dopo giorni di latte inchiostrato di nebbia. E trampolieri cinerini che osservano il tuo osservare. E tra il cemento via via compaiono fazzoletti di terra grassa, ricca scura, brulicante di vita, rivoltata dai contadini per scaldarla al sole che si era dimenticato per mesi di baciarla e attorno l'erba di un verde brillante non ancora arsa dal gelo e fossi non tombinati in cui scorre acqua viva. Ora più vicini si fanno gli antichi vulcani, dormienti da tempi remotissimi, che donano acque calde e fanghi morbidi che scaldano ossa devastate dall'età o dalla malattia, può salirli e scaldare così le tue ossa o aggirarli, è solo tua la scelta, nessuno potrà contestarla. Salendo in giornate come questa, avrai mondi nella mano, se saprai volgere gli occhi oltre il nuovo scempio "infrastrutturale", un'autostrada su cui passa solitaria un'unica auto, dunque indispensabile ai sordidi affari di coloro che ti hanno mangiato il futuro, si chiamava BI.RU.PI (Bisaglia, Rumor, Piccoli azzannatori del passato, ormai dimenticati) all'inizio e da allora in poi è servita solo ad ingrassare ventri già satolli ed ancora non è finita. Mondi, dicevo, fatti di terra e montagne e acque che l'uomo continua a lordare, ma dall'alto la visione è quella di un miope, si perdono i dettagli squallidi e si comprende la trama splendida del pianeta che ci è dato l'onore di abitare e che ripaghiamo offendendo con ferite che finiranno con l'essere mortali. E la grazia degli antichi borghi e dei campanili che sembrano uniti in matrimoni longevi e felici con i fianchi delle colline si mescola alla turpe accozzaglia di costruzioni senza grazia e senza futuro di capannoni e case venuti su di condono in condono, invecchiati precocemente, osceni come una bocca senza denti ma priva della dignità di una ruga a giustificarla. E castagni e ricci e pungitopo un mondo irto ed erto fatto di sfumature, e piccole vite volanti che sanno essere fastidiose, e altre dai colori accesi che l'arte ad imitarle pare falsa e quando infine svalichi e scendi dal lato opposto del monte una città di torri e merli e campane enormi che accolgono il tuo ingresso risuonandoti nelle viscere e nella testa e ville fuori le mura dai giardini colti e dai muri incolti, ombreggiate da alberi secolari ed altre ancora vissute, ed un cinema teatro fantasma dalle possenti colonne abbandonato da tempo in cui non si consumano più gesta di celluloide e baci appassionati, pasticcerie ad ogni angolo della piazza con poca scelta e molte chiacchiere seduti al tavolino e la chiesa sulla cui facciate esterna un enorme orologio scandisce i minuti dei singoli ed il tempo sociale e su quella interna un giovane Giorgione segnava la grazia di paesaggi veneti di cui ora riamangono solo le tracce, vaghe, di cui oggi ho provato a narrarti

Commenti

  1. Hai provato e sei riuscita. Il contrasto tra i due mondi e' presente, ma la tua attenzione va alle meraviglie e quelle restano nella memoria di chi legge pur senza conoscerne i luoghi. Che voglia di venire ad esplorare la tua terra!

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  2. e per fortuna hai fatto solo un giro in bici vicino casa, o quasi. Se partecipavi al Giro d'Italia?

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    1. in realtà ho cucito alcuni giri in bici ed un giro in auto ma quello che ho visto era così bello :D

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  3. Quanto hai ragione... la mia terra grida vendetta.

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    1. già lo scempio del paesaggio grida vendetta se poi si aggiunge la follia di costruire dove la logica vieterebbe di farlo il disastro è totale

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  4. si respiravano immagini con le parole....

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  5. Oh, con me sfondi portoni spalancati, cara Amanda. E lo fai con una scrittura bellissima.

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  6. Non commento ma leggo spesso,
    ho troppo da fare in questo periodo,
    abbi pazienza.
    Ciao.

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  7. bello questo sfogo. pennellate arrabbiate, frettolose.. altrimenti ci copriranno l’orizzonte tutto…ma tutto.

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