Tram numero 19
Felix Kelly |
L'uomo giunse al mare in un tardo mattino di presta primavera.
Indossava un leggero pastrano che, spinto dalla brezza marina,disegnava strane spire intorno alla snella figura.
Quella mattina si era svegliato con l'idea di rivedere le onde. Dopo il lungo e cupo inverno anelava spazi aperti.
Di professione faceva il tramviere nella grande città grigia, uscì di casa per il primo turno del mattino che ancora non albeggiava, una grande luna calante, alta nel cielo gli regalò un saluto e lo invitò ad osare.
Arrivato al deposito salì sulla vettura numero 19 ed iniziò la lunga corsa. Quando trentaquattro minuti dopo la partenza arrivò in prossimità del capolinea opposto, la vettura era nuovamente vuota, un'alba arancio lo salutava ad est, tra i muri dei grigi palazzi, ed invece di tirare la maniglia del freno e di condurre la vettura alla transenna di fine corsa, accelerò e guizzò fuori dalle rotaie, uno sferragliamento osceno accompagnò la manovra suicida, l'uomo attendeva le conseguenze del deragliamento, ma al suo cuore, dal battito accelerato, non importava, doveva vedere il mare.
Il trolley dell'alimentazione si sganciò dai fili della corrente e seguì la vettura 19, come una coda il cane, ma la corsa non si arrestò e dopo un rollio sinistro, il tram proseguì la corsa con andatura sostenuta mirando verso est incontro al sole che si andava alzando.
Dopo uno stupore iniziale, gli astanti si divisero in due fazioni: i sognatori levarono grida di giubilo per quell'atto di estrema ribellione, una fuga da binari prestabiliti, da un percorso predeterminato; i codardi levarono grida indignate perché avrebbero fatto tardi al lavoro, non potevano immaginare che qualcuno derogasse alle sue routine quotidiane. Qualcuno si recò al più vicino ufficio postale per vergare un telegramma di protesta all'azienda municipalizzata dei trasporti.
Il tramviere non si curò dei secondi, rispose levando il cappello in saluto ai sognatori e proseguì incontro al sole.
Fu dunque nella tarda mattinata che giunse alle sue narici il profumo salmastro del mare ne respirò a pieni polmoni e finalmente sorrise.
Il tram si fermò in ripa di mare appena sotto le alte scogliere, l'uomo scese e senza neppure togliersi le lucidissime stringate nere procedette sulla batigia fermandosi di tanto in tanto a studiare le conchiglie.
Non avrebbe fatto ritorno
Non avrebbe fatto ritorno
Un bel racconto per iniziare la giornata.
RispondiEliminaCiao, Tiziana
ciao Tiziana, grazie
EliminaSi, bello iniziare così.
RispondiElimina:)
Eliminavedo che il mare è la meta di questi giorni. Magari calmo e senza vento, l'aria tersa e frizzantina mentre il sole si alza o tramonta.....un giro ce lo farei anch' io : - )
RispondiEliminasarà che dopo cieli bassi e cupi uno vuole aria :)
EliminaCome lo capisco!!
RispondiEliminaio pure
EliminaMi ricorda "La locomotiva" di Guccini :-)
RispondiEliminadirei che ti risponderei come ha fatto Franz :)
EliminaOttimo spunto, che fa pensare e sognare.
RispondiEliminaAnche a me ha ricordato subito la lunga ballata gucciniana, anche se i toni di ribellione, nel tuo racconto, hanno una connotazione puramente libertaria e non disperatamente distruttiva e suicida come in quella storia.
bisognerebbe
RispondiEliminaproprio bello... e poi quell'immagine
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