Il vizio



Ericailcane "il pelo e il vizio"


Aveva otto anni quando le si presentò la prima tentazione, stava celata in un enorme vassoio di paste miste, la bambina notò un funghetto succulento, addentò: il liquido dolce le colò sul mento, un paradiso di goduria le scaldò la gola e poi la pancia. Al quarto babà , il panciuto tentatore le apparve in una visione, pressoché nudo avvolto solo da un panno in cinta e rubizzo, una corona di vite attorno al capo, prima le venne la ridarella a vederselo comparire di fronte, poi le sembrò tutto vagamente ondeggiante come quando, dopo un intero pomeriggio sui pattini scendeva e aveva perso le misure dei passi. Fu messa a letto da mani adulte e premurose, ma il fatto non lasciò un cattivo ricordo; pur non esagerando un buon bicchiere di vino o una ambrata alsaziana le fanno talora compagnia, ma quel vizio lì non l'ha catturata, dell'alcool ama la leggerezza non lo stordimento.
La seconda tentazione giunse che aveva undici anni, si materializzò con le sembianze di un flipper nel bar sotto casa: quelle biglie metalliche che abbattevano i piccoli ostacoli, le luci e i suoni, la facevano impazzire, avrebbe potuto spenderci dentro tutta la sua paghetta settimanale, ma a vegliare sulla giovane dannata del gioco, c'era la Signora Gianni (no non si tratta di un refuso, la Signora si chiamava proprio Gianni con la I per differenziarla dalla cognata Gianna con la A, ché altrimenti si giravano troppe teste al richiamo) che permetteva l'accesso al bar ai bambini solo mezz'ora, tra la fine dei bestemmiatori della pausa pranzo e l'inizio dei bestemmiatori e fumatori del pomeriggio che venivano a giocare a carte. In mezz'ora e con una coda di ragazzini che non finiva più in attesa davanti al flipper avevi poco da diventare dipendente; così non fu neppure quello il vizio che prese.
La terza tentazione venne a 14 anni, tutte le compagne di scuola fumavano, ma tutte, tutte, dava l'idea di grande emancipazione fumare, ma proprio in quel periodo suo padre, stava tentando con grande difficoltà di smettere e, con una saggezza che non si sa da dove le pervenisse pensò:"perché sottoporsi alla tortura di capire come smettere se a non cominciare non fai nessuna fatica?". Il problema fu far capire a sua madre tanta saggezza, il giorno in cui, le chiese a prestito una matita e la ragazzina candidamente le disse: "prendila pure è nel mio astuccio, nello zaino"; la madre sbagliò astuccio e verde di bile tornò dalla ragazzina con quello dove erano celati 10 pacchetti da 10 sigarette, tutti di marca diversa. Le compagne le dicevano "me le tieni tu che non fumi che se a casa me le trovano sono guai?" e lei le copriva tutte.
La quarta tentazione arrivò più tardi e magari non è il caso che ne parliamo qui, certe tentazioni si gestiscono nel privato e ognuno, è noto, si regola da sé per quantità e qualità, vi confesso solo che non ha necessità di cliniche per il sostegno delle dipendenze neppure in questo campo, assapora con gusto quello che la vita offre.
Ma c'è una tentazione a cui la donna non ha mai saputo resistere, un vizio che l'accompagna fin dalla più tenera età: il vizio del vizio. Ama smisuratamente, e fin quasi morbosamente, viziare chi ama, è un piacere così grande che temo porterà con sè tale vizio fino alla morte.

Commenti

  1. Poi, dato che la capacità di amare ha la strana proprietà di incrementarsi con la pratica (anziché esaurirsi), fu così che la donna divenne una formidabile generatrice di viziati, questi sì inesorabilmente dipendenti!

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  2. Qui sento profumo di autobiografia... :-)

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  3. Viviamo di ossessioni, o, come vuoi, vizi... bello questo racconto. Direi femmnista.

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    1. femminista? in che senso Alli?

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    2. Nel senso, che la protagonista è una donna, che vizia chi ama, e può essere bello, ma allo stesso tempo rinuncia a qualcosa, forse, o forse no ... che dici?

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    3. mah sai che non ci avevo pensato?

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    4. A volte capita di scrivere qualcosa, con delle intenzioni, e chi legge, lo interpeta alla sua maniera, dando una chiave di lettura che non avremmo pensato. Mi è capitato quando ho pubblicato qualche racconto sul blog (che è il luogo adatto per queste cose, vista l'immediatezza), o quando intervisto giovani musicanti sulle loro canzoni ...

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    1. peccato non ci sia la faccina con le guance rosse :D

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  5. ... bella e bello leggerti, con le tue storie che siano di vita vissuta o no, non solo ci regali bellezza, spontaneità, un'emozione, personalmente quando sfoglio queste tue pagine, quel che ne traggo è altresì un arricchimento, insegnamento, lezione di vita...
    grazie :)*

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    1. ecco come maestra di vita proprio non mi ci vedo, io sto al mondo per imparare :)

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    2. ^ _ ^ lo fai... inconsapevolmente... un po' si insegna un po' si impara nella vita :)

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