Il medico che verrà





Ha 18 anni e lo so perché lo dichiara lei, al suo interlocutore, ma praticamente a tutto il bus.
E' entrata nell'ultimo anno delle superiori e afferma di non aver tempo per studiare per la patente perché quest'anno sarà dura, dovrà preparare la maturità e l'esame di ammissione a medicina, in realtà è questo che mi fa drizzare le orecchie, perché amo il mio lavoro e spesso ho pensato, con sgomento, se sarei stata in grado di passare l'esame di ammissione a medicina qualora ai miei tempi ci fosse stato il numero chiuso, già ho dovuto rinunciare a fare la pediatra a titolo pieno a causa del maledetto sbarramento.
La fanciulla è una lungagnona graziosa, il suo interlocutore dice che ammira la sua costanza, ancora sei anni di università e cinque di specializzazione, lui non ne sarebbe mai in grado ed inoltre lui sostiene che ormai l'università non offre più garanzie per il futuro e che preferisce cercarsi un lavoro subito. Ed è qui che parte il "pistolotto" della lungagnona: "medicina è a numero chiuso quindi il posto è garantito", poi lei sa già che scuola di specializzazione farà " farò chirurgia plastica ad indirizzo estetico. Hai presente quanto costa rifarsi un seno? 8000 euro, capisci? Dopo pochi interventi ti sei rifatto dei costi dell'università e degli anni di sacrifici, anche se hai dovuto un po' allentare la tua vita sociale mentre studi, poi tutti quei guadagni ti ripagheranno ampiamente".
A quel punto sul bus serpeggia un po' di sconcerto, io mormoro un "gesummaria", la ragazzina che mi è di fianco, praticamente coetanea della lungagnona, colta la mia esclamazione mi dice "Si pensa, signora, avere la disgrazia di trovarsi questa in corsia?" , una trentenne poco più in là alza gli occhi al cielo. Immagino il suo tirocinio e gli anni di specializzazione, qualora avessimo la disgrazia che entrasse sia a medicina che in specializzazione, a prendersi "cura" di donne che devono rifarsi un seno dopo un intervento demolitivo, a medicare ustioni di secondo o terzo grado, ad inserire protesi espansive per tendere innesti di pelle dopo traumi con perdita di sostanza ed ho pensato  a che hanno fatto di male questi poveracci per meritarsi che una umanoide del genere si prenda "cura" di loro dopo aver avuto già la disgrazia che li ha portati a quel reparto. D'altra parte ho pensato che forse quelli che pensano di cambiarsi i connotati come si cambia il vestito si meritano medici simili. L'interlocutore però non demorde e le dice : "Ma se per caso tu riuscissi ad entrare a medicina e poi non riuscissi ad entrare a chirurgia plastica?". La lungagnona naturalmente possiede certezze inespugnabili e lo annienta con un: " Ma non è possibile perché io farò l'Erasmus in una università prestigiosa, imparerò cose fondamentali per la mia carriera e saranno costretti a prendermi". Non è che non siano mai esisti medici che hanno pensato alla facoltà di medicina come all'approdo ad una vita economicamente agiata, ci sono sempre stati, ma io mi sono domandata a cosa è cresciuta questa per essere così arida a 18 anni, chi ha forgiato un tale mostro? Badate non ho mai pensato al mio lavoro come ad una missione, non sono madre Teresa di Calcutta e alla sera spengo felice il cellulare di lavoro, ma amo ancora l'incanto dell'ascolto che porta ad una diagnosi, la gioia di un percorso terapeutico fatto insieme ad un paziente, e l'angoscia di non poter fare di più per alcuni a volte mi toglie il sonno. Quello che mi dà il mio lavoro è una ricchezza di scambi umani che pochi altri lavori permettono, quella sì mi ripaga di tutto.

Commenti

  1. C'erano anche una volta queste che si sentivano furbe solo loro gia'al ginnasio.

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    1. dici? non mi preoccupo? e devo intendere l'aridità come furbizia?

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  2. questa alla prima dissezione scappa a rifarsi la messa in piega

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    1. se pensi a con chi sono capaci di andare a letto per i soldi, capisci che a tutto si può fare il callo, magari fosse come dici tu

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  3. ma una cura forzata di 24 ore consecutive con un paio di cuffie che danno a ripetizione "Un medico" de buon De Andrè? Temo tristemente che la fanciulla manco sappia chi sia, poverina lei.

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    1. bisognerebbe pigiare il tasto reset della fanciulla ed insegnarle da capo il mondo, e non riesco nemmeno più a dire quello vero, perché poi a pensarci magari il mondo vero è il suo e siamo noi gli alieni

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  4. Che miseria. Che pena. E che consolazione, pensare che esistono tanti medici come te, o come altre meravigliose persone giovani che conosco... :)
    Un abbraccio!

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    1. a te Zio, chi ha navigato con dolore per gli ospedali sa che esistono ancora molti infermieri e dottori che hanno cura delle persone che si affidano a loro

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  5. Nobile il tuo porsi ai pazienti. Dovrebbe essere per tutti i medici. Ma quanti in questi ultimi tempi hanno scelto medicina con le motivazioni tue e quanti come professione per facili guadagni. Del resto l'industria del farmaco ormai è arrivata a guadagni stratosferici.

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    1. Non confonderei i piani del discorso, i medici che lavorano in ospedale non hanno nessuna interazione con il mondo del farmaco: in ospedale ci sono i farmaci che ci sono e devi utilizzare ciò che passa il convento. Il medico di base, un tempo, se era intrallazzatore, poteva indirizzare l'acquisto del prodotto, ora scrive il principio attivo e se scrive "non sostituibile" usando il farmaco di una certa ditta invece del generico deve motivare la scelta, sui farmaci di fascia C c'è ancora margine perché paga il paziente, ma in tanti anni che faccio il medico non ho trovato tanti colleghi che facciano gli incanalizzatori, piuttosto è noto che tra un farmaco di marca e il corrispondente generico ci può essere anche il 15% di differenza di concentrazione di principio attivo e davvero non è poco

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  6. Sti giorni mia moglie sta cercando di fare una elettromiografia;
    gli hanno dato appuntamento fra otto mesi.
    Ecco, son convinto che code simili sia fatte ad arte
    per poter fare in modo che il medico faccia la visita o l'esame in libera professione
    intascando percelle da cento euri in su e spesso in nero.
    La ragazza del tram non è che l'espressione peggiore di un andazzo in atto da tempo,
    lei è solo il risultato di un'etica scomparsa, di un giuramento di Ippocrate disatteso
    anzi, se gli chiediamo cosa sia il giuramento di ippocrate son sicuro che non lo sa.

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    1. esistono medici specialisti che emettono regolare fattura ed hanno prezzi contenuti, hanno esperienza e buona reputazione, bisogna saper cercare.
      non ho mai presenziato al giuramento di Ippocrate del mio anno di laurea, non avevo bisogno di una passerella per avere un'etica umana e professionale

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    2. Amanda, se son qui a commentare sul tuo blog
      è perché quel che scrivi mi parla di una persona della quale si possa aver fiducia
      e mi pareva chiaro che fossi esclusa tu
      e quanti altri hanno ben chiara l'etica professionale che divrebbe essere patrimonio
      non solo di un medico di qualunque altro professionista.
      Essendo marito di una funzionaria ASUR che cura anche i rapporti libero professionali
      so quale sia l'attaccamento al denaro della maggior parte dei medici.

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  7. Mah che dire?
    Inutile biasimarla, l'ha già fatto lei con i suoi discorsi, egoisticamente parlando sono sicura che non avrò mai il "piacere" di incontrarla per avere i suoi servigi di "chirurgia plastica a livello estetico".....'sta stronza!!!

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    1. uh, quando sarà diventata un'esimia libera professionista, neppure io

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  8. Concordo Amanda, quando sento parlare di missione per il lavoro del medico, dell'insegnante o di altre professioni subisco lo stesso effetto che hai provato tu per la lungagnona ( ragazza alta credo, no?). Ciao.

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  9. Spero vivamente che quando si troverà ad operare sul "campo" se mai ci arriverà, le sue priorità cambino..

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  10. Quello che hai descritto e' lo stesso atteggiamento che vedo, purtroppo piu frequentemente di quanto pensassi, in studenti di medicina qui alla McGill, dall'altra parte del mondo. L'idea e l'illusione di poter disegnare il proprio percorso, che poi sfocia in cinismo. Treni in corsa che prima o poi trovano un muro, e quel muro gli fa spesso un gran bene!

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  11. Ciao Amanda,
    è bello sentire medici che parlano come te.
    Credo che, e lo dico con dispiacere, ci sia una aridità diffusa tra i giovanissimi. Lo noto spesso e sempre di più in ragazzi che si accingono a intraprendere qualsiasi tipo di percorso. Una arroganza associata a una profonda ignoranza. Ovviamente non parlo di tutti ma di un discreto numero di ragazzi. E ciò mi basta per non essere ottimista verso il futuro.
    un saluto
    daniel

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