L'eclisse del cuore e della mente






E' dagli anni delle bombe a casa nostra che mi domando cosa porti un giovane ad essere braccio ottuso e armato di piani più grandi, a non vedere negli occhi degli altri le stesse gioie, paure, desideri, fantasie, aspettative.
Quando e come sono diventati sordi, ciechi e muti?
Dove abbiamo sbagliato come società civile per perderli così?

La rabbia è cieca, voglio occhi per vedere e leggere, orecchie per sentire ed ascoltare, braccia per abbracciare chiunque, smarrito con me dall'orrore, abbia bisogno di sentirsi sicuro in questo mondo, che è unico, per tutti, qualsiasi sia il nostro colore, la nostra lingua, la nostra cultura.
Di religione non voglio parlare


Aggiungo solo le parole di chi  ha diritto di parlare: Antoine Leiris che a Batclan ha perso la moglie

«Venerdì sera avete rubato la vita di una persona eccezionale, l’amore della mia vita, la madre di mio figlio, eppure non avrete il mio odio. Non so chi siete e non voglio neanche saperlo. Voi siete anime morte. Se questo Dio per il quale ciecamente uccidete ci ha fatti a sua immagine, ogni pallottola nel corpo di mia moglie sarà stata una ferita nel suo cuore. Perciò non vi farò il regalo di odiarvi. Sarebbe cedere alla stessa ignoranza che ha fatto di voi quello che siete. Voi vorreste che io avessi paura, che guardassi i miei concittadini con diffidenza, che sacrificassi la mia libertà per la sicurezza. Ma la vostra è una battaglia persa.  
L’ho vista stamattina. Finalmente, dopo notti e giorni d’attesa. Era bella come quando è uscita venerdì sera, bella come quando mi innamorai perdutamente di lei più di 12 anni fa. Ovviamente sono devastato dal dolore, vi concedo questa piccola vittoria, ma sarà di corta durata. So che lei accompagnerà i nostri giorni e che ci ritroveremo in quel paradiso di anime libere nel quale voi non entrerete mai. Siamo rimasti in due, mio figlio e io, ma siamo più forti di tutti gli eserciti del mondo. Non ho altro tempo da dedicarvi, devo andare da Melvil che si risveglia dal suo pisolino. Ha appena 17 mesi e farà merenda come ogni giorno e poi giocheremo insieme, come ogni giorno, e per tutta la sua vita questo petit garçon vi farà l’affronto di essere libero e felice. Perché no, voi non avrete mai nemmeno il suo odio».

Commenti

  1. Amanda, le guerre non sono mai sante.....

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  2. una possibile risposta
    https://www.youtube.com/watch?v=39VFzWA4iTw

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  3. e anche qui
    http://www.glistatigenerali.com/uncategorized/noi-musulmani-alla-periferia-deuropa-vi-spieghiamo-la-nostra-voglia-di-isis/

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  4. Mah, a me passa la voglia di parlare di tutto.

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    1. anche a me, Silvia, ho scritto solo per quella "rabbia" lasciata in sospeso, qui, da Oriana che mi faceva stare ancora peggio

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    2. Amanda non fraintendere il mio concetto di rabbia.... é rabbia, non odio. Credo che sia legittima, anzi necessaria...una valvola di sfogo che aiuta a stringere i denti ed andare avanti. Quando mio figlio si è ammalato di tumore, ho provato un dolore devastante e poi una rabbia immensa e ancora dolore, che finalmente hanno lasciato il posto alla speranza....

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  5. "...You may say I’m a dreamer

    But I’m not the only one..."


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  6. Privato della speranza nel futuro, quel giovane diviene facile strumento nelle mani di burattinai sanguinari.
    Secondo me, la società civile (di cui faccio parte) non ha ancora mostrato di essere in grado di porre efficacemente rimedio alla snaturalizzazione e alla disumanizzazione di molti giovani. La marginalizzazione dal mercato del lavoro, la mancanza di prospettive, la mancanza di punti di riferimento solidi, sono la realtà di tantissimi ragazzi e ragazze. La meglio gioventù si spreca e nella peggiore delle ipotesi, diviene il braccio armato inconsapevole di quelli che l'hanno sperperata.

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  7. E' un momento in cui il dolore privato e il dolore per il mondo rendono difficile pensare al futuro.

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    1. Carissima Zena, posso solo inviarti un abbraccio, che viene dal cuore, il futuro è fatto di minuti, a volte, si può guardare avanti di un minuto anche quando il dolore morde, quel minuto è ancora possibile immaginarlo lieve e sereno, sperando che il tempo ci consenta di costruire ore e poi giorni, innanzi a noi

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