Giovane attempato






C'era una volta un attempato, giovane, piccolo editore che viveva ancorato ad una piazza di una piccola candida città del Sud. Ancorato non è un modo di dire, l'attempato, giovane, piccolo editore, girava con un àncora legata mediante una catena alla caviglia, da quando, negli anni dell'adolescenza, gli avevano dato il foglio di emigrazione obbligatoria  in quanto residente da generazioni nella candida città del Sud; ma essendo un giovane sognatore (allora non era né attempato -si capisce - né tanto meno editore) e in fieri poeta , era rivoluzionario a modo suo e quindi con quel foglio di emigrazione obbligatoria ci si era pulito le terga e quello rimaneva il momento più violento della sua rivoluzione essendo fondamentalmente un rivoluzionario pacifista, e non per mancanza di vis polemica (ne sapevano qualcosa i collaboratori della piccola casa editrice), ma per una  pigrizia atavica, che gli derivava dal fatto di essere stato un gatto nella sua terzultima vita. Il secondo momento più notevole della sua giovane esistenza di rivoluzionario fu scendere a mare e patteggiare con un anziano marinaio il baratto di un àncora con due litri di rosso e un reading dei suoi primi versi. Il marinaio, che per due litri di rosso gli avrebbe ceduto l'intera barca e non solo l'àncora, trovò che quei versi di adolescente innamorato non corrisposto si sposassero magnificamente con la balla triste che gli era calata tra capo e collo dopo la libagione. E sebbene il marinaio il giorno seguente non ricordasse nemmeno il nome di sua madre, disse a tutti quelli che incontrava tra la costa e la piccola cittadina candida arroccata sopra la valle, che lì, proprio lì, era nato un poeta. E poiché ormai tutti in paese lo conoscevano come il Poeta, e poiché nessuno però gli dava di che mangiare, e passavano gli anni e l'uomo rimaneva ostinatamente ancorato alla piazza, decise di farsi imprenditore di se stesso e nacque così la piccola casa editrice.
Ora voi che leggete queste righe e che amate la poesia, voi che siete contro la fuga di cervelli e di cuori, voi che siete stati almeno una volta a ballare in Puglia, voi che amate il convivio, voi che avete sentito narrare del giovane piccolo editore attempato, voi che avete scorto un uomo barbuto con un'ancora al piede seduto al fresco sotto agli alberi di un'assolata piazza di una candida cittadina del profondo Sud, celebrate la sua festa facendovi un regalo: comprate un suo libro, o anche due, non si pongono limiti né alla divina provvidenza, né ai sogni grandi e belli dei giovani attempati piccoli editori.



AUGURI LILLUZZIN





Commenti

  1. Attempato io?? :D :D
    Grazie Amanda cara, lo stavo aspettando proprio il tuo regalo :)
    Mi hai ricordato una poesia di Philip Levine (che è un poeta che amo molto) in cui sul porto di Genova scambia il suo passato di poeta con un coltello e due limoni profumati... Insomma non so se lo hai fatto apposta, ma ho apprezzato due volte :)

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    1. Non conosco i versi di Levine, la storia come sempre, è venuta a trovarmi , senza preavviso, la scorsa settimana

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  2. Auguri Lulluzin....si, credo proprio che mi farò un regalo per il tuo compleanno 😃

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  3. Auguri!!!!
    Scriverò la letterina alla befana...
    Scappo, non me ne vogliate ma se non scrivo subito Quella se ne approfitta :-*

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  4. Auguri Lilluzzin!
    p.s. mi dai, per favore, un link per il sito di questa interessante casa editrice?

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  5. Lilluzzin, auguri. Sei un poeta ma anche quella che ha raccontato la tua storia lo è. Corro a vedere le pietre vive.

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  6. Aguri Lilluzzin, farò come Alberto anche perché non avrei mai pensato di poter leggere una pubblicità come una poesia...o una poesia come pubblicità? Boh! Miracoli di Amanda.

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  7. Ma tu lo sai che io invidio profondamente i destinatari di auguri così belli?
    Auguri amche da parte mia,Lilluzzin!

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