Fammi abbracciare una donna che stira cantando
Tang Yau Hoong |
Era il far del mattino fresco in una tarda primavera, il primo dopo giornate col cielo color latte inchiostrato dalla troppa afa, il primo dopo quella batteria di temporali tropicali insidiosi che finivano con lo scavare trincee sulle strade dove la toppa copriva la toppa senza soluzione di continuità, quando l'onda adrenalinica generata dal botto aveva risvegliato buona parte del quartiere e la sua risacca, rappresentata dalla sirena dei pompieri aveva ridestato i più duri d'orecchio e perfino più saldi di nervi, andando a spegnarsi proprio sotto le loro finestre (perché la sirena che passa può essere inglobata in un sogno, ma la sirena che muore sotto casa è il segno inequivocabile di un pericolo vicino) . Quando aveva posizionato l'asse da stiro, voleva approfittare del fresco di quelle prime ore di luce, la donna l'aveva fatto abbracciata dal silenzio dell'alba poi aveva avvertito il pigolare di un passero ed improvvisamente aveva capito che da troppo tempo quel suono prepotente, di vita piccola, le mancava: "ma dove erano finiti i passeri?" Aveva dunque fatto l'inventario: le gazze che non abitavano i cieli della sua infanzia, i piccioni, i gabbiani, le geometrie celesti degli stormi di storni, ma i passeri dove si erano nascosti? Solo il volo incosciente di qualche rondine pazza o il canto dolce e colloquiale dei merli resisteva in questo mondo che si faceva straniero. E seguendo il canto del merlo, si era poi resa conto, aveva iniziato a cantare pure lei. Neanche gli uomini cantavano più salvo davanti ad una telecamera o un giudice, pareva che senza un palco, cantare per il semplice gusto di farlo fosse guardato con sospetto. Solo qualche ragazzo africano passava ancora in bicicletta cantando, e lei sempre sorrideva a chi cantava perché aveva una musica che sapeva cullare nel cuore. Aveva caricato la moka e il profumo del caffè che si appropriava di ogni spazio della cucina le aveva disegnato il sorriso e sollevato le palpebre ancora pesanti per il sonno. Aveva attaccato il ferro alla presa dopo averlo caricato d'acqua. Sorseggiava quella prima tazza di caffè aspettando che la spia si spegnesse quando ci fu lo scoppio. La salvò il fatto che l'acqua schizzata per tutto il locale fosse ancora solo tiepida. La fiammata aveva annerito il muro della cucina sopra la presa. Quando i vigili del fuoco finirono di redigere il verbale il ferro era da buttare, la cucina da imbiancare, la donna non aveva più voglia di cantare e il cielo, a suggellare che in fin dei conti nulla era mutato, era tornato a riavvolgere tutto con la sua cappa pesante di latte inchiostrato.
Per Babalatalpa
Stupendo
RispondiEliminaStirare fa male.
RispondiEliminaIo lo sostengo da sempre.
E da sempre sostengo pure che sei brava ;-)
😘
EliminaVeramente bello.
RispondiEliminaHai ragione, non si canta più. Quando ero bambina cantavo io, la mamma, la nonna, i vicini...ora nessuno. Brutto segno, davvero
Ma sai che cori con la nonna Erminia, zio Gastone, la mia compagna di liceo Alle andando a scuola , ma niente, se canti adesso passi per matto
EliminaA me le persone che canticchiano mentre fanno cose mi aprono il cuore e mi stanno simpatiche. Stirare non mi fa lo stesso effetto, per cui lo faccio molto di rado e in caso di estrema evidente necessità :)
RispondiEliminaZitta che per anni pagavo un'ora in più la signora che andava ad aiutare mamma e ha sempre stirato lei ed ora che è andata in pensione tocca pure quello 😱
EliminaTu sapresti ricavare un racconto incredibile anche solo osservando un anonimo passante che si piega per allacciare una scarpa.
RispondiEliminaHo condiviso il racconto per farlo leggere anche a “casa” mia.
Grazie 😊
EliminaBello, bello, bello! Ecco un motivo in più per odiare lo stirare...e da oggi guarderò pure il ferro da stiro in cagnesco :)
RispondiEliminaOh Fra io aspetto una tua foto per un altro racconto, ci conto!
EliminaE' un periodaccio e nulla mi soddisfa neanche le foto che scatto( poche) e tentenno a caricare. Verranno tempi migliori :)
EliminaVerranno
EliminaSolo tu sei capace di fare di una storia semplice, un piccolo capolavoro
RispondiElimina😊
Eliminabrava brava brava
RispondiEliminaGrazie Ernest
Eliminapiace tanto!!!
RispondiEliminap.s.) son tutti sul mio terrazzo i passeri spariti, per non dire delle tortore, dei piccioni....
zena
Piace tanto!
RispondiEliminaAmanda, scusami! mi è ripartito un pezzo di commento e non so perché :(
RispondiEliminaI commenti partono quando meno te lo aspetti 😀 piccioni e tortore te li lascio che i primi abbondano e le seconde francamente rompono, ma chiedi un po' ai tuoi passeri cosa ho fatto di male perché mi abbandonassero così
EliminaConfermo, Amanda, sei proprio brava. Io non stiro ma fischio con i merli. E domani vado in montagna! Evviva!
EliminaSi attendono resoconti dalla nostra inviata Heidi P.K.😊goditela
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