A mille ce n'è
Gabriel Pacheco |
Molto tempo fa ho avuto la fortuna di creare due piccoli racconti insieme al mitico Giardi, il quale possiede un'immaginazione ed una grazia nel fare affacciare dalle pagine del suo blog tipi umani e situazioni che meriterebbero di abitare in uno scrigno cartaceo ed di avere il profumo dei caratteri stampati, anche se da un po' si è fatto prendere dalla instagrammania e non scrive più, scatta; è stata, come ho già avuto modo di dire, un'esperienza bellissima vedere come io andassi giù di accetta e lui cesellasse magistralmente, riuscendo a spiazzarmi spesso. Poi mi è capitato di farmi influenzare da una foto di Lilluzzo per scrivere ancora una piccola cosa. Inoltre mi capita spesso di aggrapparmi a ciò che mi raccontate per scrivere i miei biglietti di auguri per quelli di voi che hanno saputo conquistare un posto speciale nel mio cuore. Poi fu la volta di Io che ha bussato alla mia casella di posta parlandomi angosciata di Bellie che cercava un finale ed io ho iniziato a cercare Bellie che manco la Sciarelli in una delle puntate più seguite di Chi l'ha visto ci ha messo lo stesso impegno. E poi Alberto con dei versi e una foto e Leo per il suo anniversario mi hanno aiutato a a scrivere in momenti in cui i personaggi non venivano a trovarmi.
Qual è il senso di quello che sto cercando di dirvi? Fatemi felice: mandatemi qualche altra suggestione sia che si tratti di una idea che vi frulla per la testa di una storia, sia che si tratti di una immagine o del testo di una canzone o di una musica e spiegatemi perché e facciamoci suggestionare insieme per scrivere delle storie. Vi va?
Molti di voi sanno già come contattarmi, gli altri possono farlo scrivendo che vogliono farlo qui sotto nei commenti, fatemi giocare
A mille ce n'è.... quante volte ho sentito questa frase con tanti di musica dolce ad introdurla.
RispondiEliminaOgni sera con Greta leggiamo sei sette favole più o meno lunghe, poi una inventata da me, non smetterebbe mai, "ancora una ti preeego"...
C'era una volta un paese dove vivevano dei piccoli strani esserini colorati, la cosa particolare è che ognuno di loro era di colore diverso. Qualche sfumatura. Qualche riga. Qualche punto. Erano felici nella loro diversità. Un giorno però arrivò dalla montagna il Grigio Mago...
Papà cantastorie
Eliminamhhh! fammici pensare...
RispondiEliminabellissima idea, proverò a portare qualcosa, qualche spunto, qui da te
RispondiEliminaGrazie Sabina e benvenuta😊
EliminaUn'alba dal cielo azzurro e un venticello fresco di giugno, il profumo del caffè mentre il ferro da stiro si sta scaldando, un canticchiare sommesso. Poi una nuvola di vapore, acqua bollente che schizza dappertutto, il ferro da stiro inutilizzabile, il cielo che inizia a velarsi, una cappa grigia su una città di nuovo afosa...
RispondiEliminaPERICOLO! ora ci penso
EliminaUhm, io in questo periodo non sono in grado di aiutarti, mi sento molto più "fisica" che "cerebrale", così fisica che sono 4 giorni che inizio un post e poi lo abbandono lì :D
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