Distopia mi fai un baffo
Daniela Pareschi |
Il 2020 si aprì con una buona notizia: sarebbe stata premiata per il suo lavoro in terra natia.
C'erano sì nuvoloni densi sul lontano oriente ma lei andava buscando l'occidente per l'occidente (che comunque era pur sempre il suo oriente, ma senza passare per l'oriente universalmente riconosciuto come tale, quindi non facciamoci altri problemi logistici che già di problemi in questa storia ne stanno per arrivare parecchi) e sembrava che l'Europa avesse tutto sotto controllo, ma tutto, tutto.
Naturalmente il consorte l'ha lasciato ad occuparsi del meteo, e non fa neppure il colonnello dell'aeronautica di professione, dall'altra parte dell'oceano, altrimenti il disastro incombente, di cui lei era ignara, non sarebbe stato abbastanza disastroso.
Insomma scende dall'aereo con la faccia di una che prende il premio, ringrazia tutti, cazzia un poco in giro, con sacrosanto diritto, per la scarsa attenzione che si dà alla sua nobile professione, passa a salutare mammà, ripiglia l'aereo e torna dall'uomo della pioggia, ma anche del sole e del vento (ma non del sorriso e del pianto) e non fa in tempo a mettere giù il secondo piede, in terra Lumbard, che mi scoppia una pandemia biblica; improvvisamente in Italia ci si accorge che, guarda un po', lo straordinario numero di decessi dell'ultimo mese, non era casuale. Non avevano deciso tutti di morire di una polmonite a casaccio e nello stesso momento pur non essendo andati tutti in gita in Cina, era proprio a causa del virulento virus orientale, che non aveva capito che lui aveva le frontiere chiuse. Ecco, io non so nemmeno se lei il premio l'abbia preso, o nemmeno quello, se il marito l'abbia ora potuto rivedere o nemmeno quello, so per certo che deve aver avuto qualche problema con i cambi d'abito perché con i negozi chiusi per tre mesi e un bagaglio previsto per l'inverno e per solo qualche giorno c'è di che trovarsi a disagio. So che lì, da dove è partita è scoppiata anche una guerra civile nel bel mezzo della pandemia (le misure colme dei virus se ne fregano). So di aver mandato il meteo per Mr. K della primavera più fulgida mai vista e pure mai vissuta, perché la primavera del 2020 è cosa di un altro pianeta. Lei tracce non ne ha lasciate. Non a sufficienza da consentirmi di scrivere un racconto di auguri nell'anno dal quale probabilmente si ricaveranno trame di film per i prossimi 30 anni. Io mi fermo qui, le auguro solo che la seconda metà dell'anno corra liscia come un tavolo da biliardo, ché davvero abbiamo già dato
AUGURI SILVIA
AUGURI SILVIA
Grazie carissima <3
RispondiEliminaAnche con pochi fili spelacchiati tu riesci sempre a tessere una tela lussuosa :-)
Sono ancora in Italia, Mr. K è ancora in America, stiamo cercando di capire quando potremo rivederci ma ancora non lo sappiamo :-(
E io odio il caldo e laggiù adesso c'è un delizioso freschetto.
Ti abbraccio.
Anch'io Silvia, tanto, ché gli abbracci sono un dono preziisissimo
Elimina(Bene, vedo che se uso Firefox i miei commenti si vedono!)
RispondiEliminaAuguri Silvia, spero che vi riabbraccerete presto tu e Mr.K. Un'amica musicante è "prigioniera" negli Usa, come te in Italy. Dice di sentirsi ancora in lockdown.
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