La ragazza senza orecchino di perla

Piero Schirinzi 





A Delft la luce primaverile penetrava dalle grandi vetrate. Dopo mesi di gelo, nebbia e pioggia finalmente lo studio risplendeva liberando il colore, restituendo purezza ai pigmenti sulla tela. Griet era grata per quell'angolo di pace, grata che le fosse concesso di pestare nel mortaio le sostanze per ottenere la materia prima per il lavoro del pittore, grata per per quel filo che li univa e li spingeva a cercare il miracolo della luce che lungo il suo percorso modifica i volumi, le trame, gli incarnati. In quello studio non doveva combattere con le fatiche quotidiane, l'invidia, le meschinità umane e la sua condizione di serva le sembrava meno amara. Osservava la donna che nel quadro appeso alla parete versava il latte, il suo viso trasmetteva un senso di serenità. Griet pensò che forse anche lei mentre posava per il pittore aveva condiviso la pace profonda che si respirava lassù : si leggeva nella misura di quel gesto eterno la cui magia si ripeteva ogni volta che un nuovo sguardo si posava sulla tela. Per il suo padrone invece la pace era un attimo, la felicità dell'obiettivo raggiunto. Tutto quello che precedeva quell'attimo: lo studio attento di luce e colori, quello della posizione degli oggetti, la posa del soggetto, il modo in cui ottenere un particolare effetto, erano frutto di una lunga ricerca che non prevedeva tregua fino al momento in cui, pago, posava per l'ultima volta i pennelli e disfaceva il campo su cui si era disputata quella battaglia, finalmente vinta, consegnandolo a lei affinché, effettuando le pulizie, firmasse per lui l'armistizio a quella guerra. Ora l'equilibrio si era rotto, il viscido mercante che finanziava il pittore, acquistando molti dei suoi quadri, aveva posato gli occhi su di lei e Griet ben sapeva cosa questo significasse, qualcuno nella casa le aveva ben spiegato il precedente. La miseria non è uno scudo contro la bramosia di un maschio rapace, bensì una porta spalancata. Sapeva che non poteva giocare nessuna partita per proteggere se stessa, la fame l'avrebbe giocata al suo posto e a perdere sarebbe stata comunque lei. Poi in una notte insonne, quando ormai posava da giorni per il suo padrone che aveva barattato un ritratto di Griet con l'obbligo di farla posare a portata di zampa del lurido maiale in una posa insieme a quello, le fu chiaro come condurre la sua guerra personale e si mise all'opera nelle poche ore che le incombenze del suo oneroso lavoro le concedevano.
Si mosse con circospezione, sapeva che non tutti l'amavano nella casa, salì nello studio sempre col pretesto delle pulizie giornaliere e si mise all'opera, per fortuna la luce era propizia a quella stagione. Ogni volta celava il prodotto del suo lavoro in un anfratto tra le travi del sottotetto, poi tornava a rassettare le altre stanze della casa o a fare il bucato al lavatoio. Ancora persisteva l'infiammazione al lobo degli orecchi causata dagli orecchini di perla della padrona che il pittore le aveva imposto per catturare la luce che dalle grandi finestre dello studio avrebbe illuminato sulla tela il suo incarnato nel ritratto, quando finalmente Griet portò a termine il suo piano. Quando il pittore concluse il ritratto di Griet, questo suscitò la gelosia della padrona, tale era la sua bellezza. Il giorno della consegna Griet riuscì solo parzialmente a evitare il molesto palpeggiamento del mercante. Le fu chiesto di salire ad avvolgere nella iuta il ritratto perché non si sciupasse nel trasporto. Grande fu la furia del vecchio maiale quando svolse la tela una volta rientrato: un'anatra dal magnifico piumaggio campeggiava al posto di Griet. Quando tornò a reclamare il dovuto, della ragazza non v'era traccia, rimanevano solo sul tavolino un paio di orecchini di perla.


Un omaggio a Tracy Chevalier e Wislawa Szymborska, la prima non me ne voglia, la seconda, data l'ironia che la contraddistingueva, non l'avrebbe presa  male 





Commenti

  1. (Eh! Eh! Eh!) Che forte questo quadro e bella la storia che hai scritto
    Un salutone

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    1. Anche a te, grazie mille e davvero Piero Schirinzi è molto, molto bravo

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  2. Ah ah gliel'ha fatta al maiale. Brava Griet. E brava Amanda che ci sorprende sempre nel finale.

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