Che fine ha fatto Jeanne
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L'abito d'organza, le braccia conserte posate sulla balaustra, lo sguardo rivolto ad un altrove ignoto. Non fosse per quell'assurdo copricapo, quella specie di corona di carta nulla evidenzierebbe il grande disagio. La dama sembrerebbe lì a godersi lo sterminato verde della campagna francese in perfetta beatitudine.
Poi improvvisamente esclama
- Le sentite? Silenzio! Ascoltate attentamente queste voci angeliche.
- Ma Jeanne è il cinguettio dei passeri.
Lei si ferma perplessa, pare prestare maggiore attenzione e poi il suo sorriso si apre nuovamente.
- Certo sono i passeri, ma hai sentito come lo dicono?
-Cantano Jeanne, come fanno sempre gli uccellini, certo è bello starli a sentire, è melodioso, ma fanno quello che da sempre fanno i passeri: cinguettano.
- Non hai fede, non hai grazia, non apri il tuo cuore, non ti concentri, non posso credere che tu non presti attenzione a quello che hanno da dirti.
- I passeri?
- Quello che tramite quelle piccole creature Michele, Margherita e Caterina sono venuti a dirmi, pensavo che non sarebbero mai più venuti.
- E chissà cosa ti dicono
- Questo ora è meno importante, è fondamentale fare attenzione a come lo dicono: potrebbero mai mentire dicendolo in questo modo?
È ancora affacciata alla torre, attorno a lei volano i passeri. A volte a vederla così, con quel sorriso beato, sembra quasi che possa avere ragione lei, che qualcosa di divino, o meglio di celestiale (come suole dire lei quando si mette in ascolto) le doni quella pace che le si dipinge in volto. Non è stato
sempre così, ci fu un tempo in cui, poco più che bambina, le voci armarono la mano, la misero in marcia. La bambina guerriera. La figlia di Francia contro i re di Inghilterra e Borgogna. Voci che incitano, che spronano, so spingono. Proprio lei che era stata una bambina caritatevole. Come poteva resistere a quel richiamo? Aveva rinunziato perfino a una promessa di matrimonio per seguirle.
Scendeva tra la gente invitava tutti a seguire in armi il suo vessillo. Poi lo sguardo si perde nuovamente. Dove scappa Jeanne quando si assenta? Dove quando il sorriso si spegne, quando l'orrore la ghermisce e le lacrime lambiscono l'organza? La chiamavano Pulzella e allora credeva di marciare in guerra per conto del Signore. San Michele, Santa Caterina e Santa Margherita glielo avevano chiesto e lei non si era tirata indietro, aveva imbracciato le armi, unito le genti, scosso l'intera Francia durante una guerra infinita combattuta per cento anni ed era stata condannata come i senza dio, lei proprio lei che lo ascoltava con il cuore, che prestava attenzione, che agiva nel suo nome. Accesero la pira per sacrificarla. E li Jeanne si giocò la fede e vendette l'anima al demonio, quell'anima che ascoltava dio la scambiò contro il dolore della carne. Perché Michele, Margherita e Caterina glielo avevano permesso?
Ora stava lì, gli anni erano passati, vendere l'anima le aveva salvato il corpo, la mente invece l'aveva regalata a quelle voci soavi quando era bambina, quelle che per anni, dopo la notte delle fiamme, le si erano negate, la cui assenza l'aveva l'aveva definitivamente smarrita. Non era quella la sua vita, forse non lo era neppure quella della fanciulla guerriera. Con il silenzio nella testa era una dama come tante che distende lo sguardo sulla campagna.
Non aveva tradito la fede e la fede non aveva tradito lei. Ma poi il tarlo tornava e lei era nuovamente la dama cui il demonio aveva salvato la vita o era la creatura cui il fuoco aveva straziato le carni? In quei momenti intimava alle voci di tacere.
io credo dovremmo ascoltare di più i passeri
RispondiEliminaPurché siano passeri laici 😉
Eliminaallora: intanto secondo me in testa c'ha una barca di carta, poi la chiesa ha sempre fatto le sue vittime i per arrostire lei hanno voluto comprarla e per raccattare i soldi hanno aumentato le tasse in Normandia tanto gli è costata. Non credo che ora la chiesa sia migliorata, chi nasce stronzo riesce a migliorare solo la sua stronzaggine e la chiesa modestamente lo nacque. Il racconto è bello.
RispondiEliminaSai che ci vedevo una corona fino a quando non ho letto quello che hai scritto e ora mi domando perché ci vedessi una corona? E per quanto riguarda le religioni nulla ha seminato più morte
EliminaIl tarlo! Hai detto bene. Il guaio, o la fortuna, è che spesso lo nascondiamo anche a noi stessi e alla fine non ci capiamo più niente. Ed è un gran casino dentro di noi.
RispondiEliminaHai voglia!
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