Il vicinato


Kala_illustrations 





Vienna nel 1912  è un fermento d'arte e cultura, l'art Nouveau, la secessione con il suo strappo dagli stilemi dell'Accademia, vita mondana, l'opera, Franz Josef e Sissi che girano l'Europa in estate alle terme in Südtirol, l'inverno dai cugini in Baviera. Freud presiede la società di psicanalisi e a dire il vero avrebbe materiale di studio in abbondanza se mai gli venisse in mente di salire al terzo piano di una palazzina che affaccia sul Ring che, da poco più di cinquant'anni, ha cambiato i connotati della capitale dell' Impero Austroungarico. Per Hildegard risiedere lungo il Ring è l'emblema del coronamento del suo sogno : diventare una cantante d'opera o meglio di operetta, affermata. Hildegard, come si conviene alle soprano dell 'epoca, è dotata di una cassa toracica di considerevoli proporzioni : da quella enorme voliera provengono le note del più intonato, canoro e al contempo stentoreo usignolo che la vostra immaginazione sia in grado di concepire. Questa burrosa matrona ha un mento piccolo e sfuggente, il sottogola di un leone Marino, un incarnato bianco su cui si accendono le gote, specie quando canta e quando cucina, di un rosso scarlatto. Non è nata ricca, la sua preziosissima ugola le ha consentito un'inattesa scalata sociale regalandole il successo, ma da brava figlia di contadini prestata al canto, e trasferitasi nella capitale con la quale in realtà non ha alcuna confidenza, ammazza ansia e senso di inadeguatezza cucinando o meglio infornando torte e biscotti che le consentono di preservare il physique du role della cantante lirica. D'altra parte ritiene che l'eleganza sia fondamentale per la sua posizione sociale: indossa Dirndl di seta magnificamente ricamati, dai corpetto dei quali prorompe il suo maestoso petto fasciato da camicine di candido plumetis. I capelli corvini si innalzano in turrite, vaporose acconciature che richiedono eserciti di forcine per essere donate. Quando si è trasferita sul Ring ha stabilito che conveniva al suo rango sociale avvalersi dei servigi di una governante. Dopo aver scartato diverse candidate dalle ottime referenze che la mettevano in soggezione facendola sentire ancor più inadeguata, ha ripiegato su Josefa, Pepi, una donna buona, quanto sempliciotta, al limite del tonto. Tutto procede per il meglio e via via Hildegard inizia ad abituarsi alla nuova routine cittadina fatta di prove col maestro, con l'orchestra, qualche serata mondana per non sentirsi proprio un pesce fior d'acqua, i debutto e la stagione operistica, quando prorompono nella sua vita i nuovi vicini: un diplomatico dell'ambasciata francese con la consorte Amelie. Costei ha il fare lieve, tipico delle donne di mondo francesi che mal si concilia con l'austerità Austroungarica. Vi sono delle presentazioni formali a seguito delle quali la francese, desiderosa di stringere nuove amicizie, si sente autorizzata a scambi di cortesie e confidenze cosa che destabilizza la cantante. Amelie è una signora di mezza età, una vita al seguito del marito in giro per tutta Europa, costretta per rappresentanza a essere sempre impeccabile in società ma che, una volta chiusa la porta di casa dimentica trucco e parrucco e, nella calda estate viennese, gira per l'appartamento in sottoveste cosa che adombra e non poco la vicina, poiché tiene le tende discoste senza imbarazzo. Ma l'incidente diplomatico si sfiora quando, in attesa della prova generale, a un solo giorno dalla prima, Hildegard, per sedare ansia e golosità, sforna per tutta la mattina biscotti che pensa di offrire al rinfresco che darà a seguito del debutto. Ha mandato Pepi a prendere zenzero, cannella, cacao e mandorle e da due ore impasta e informa eseguendo sempre più ardite scale di vocalizzi. Una volta sfornati i biscotti li mette sul davanzale a raffreddare e rientra per prendere la seconda leccarda. A quel punto sente Amelie commentare:"deliziosi“, la bocca piena, la mano nuovamente protesa: Sarajevo è ancora lontana, ma non troppo. 

Commenti

Post più popolari