Inventare il rinascimento



Tiziano: Ritratto di Pietro Bembo



Essere figlio di un uomo di cultura, oltre che ricco, aiuta, il padre di Pietro Bembo, Bernardo, era uomo di lettere, politico e cultore del bello, collezionava testi antichi; presso la sua casa giungevano letterati per poter visionare e studiare manoscritti originali al fine di confrontarli con le copie in loro possesso ché, è noto, come nel telegrafo senza fili, le parole a forza di passare di foglio in foglio, di penna in penna, finiscono per mutare. E' così che Pietro entra in contatto con Poliziano giunto a casa sua per consultare testi antichi originali. Il giovane Pietro lo "tampina" ed inzia a vergare quaderni su quaderni di note, di critica ai testi. Poi l'incontro con con Manuzio e la nascita della tipografia e dell'editoria moderna. Il libro diventa tascabile (enchiridio), la lettura diventa un fatto personale, privato, fonte di riflessione e di meditazione. Così Giorgione raffigura questo giovane con il suo libro da passeggio verde, il guanto tagliato (come i ragazzini  oggi che hanno bisogno delle dita per digitare sullo smartphone) per poter voltare le pagine. Giorgione è ritrattista senza pari e così oltre al giovane custodito al museo di Budapest del 1503, di cui vi avevo già parlato in occasione della mostra di Vicenza, prendendo spunto dagli Asolani di Bembo dipinge il doppio ritratto


Giorgione doppio ritratto 1502
Il bellissimo giovine malinconico stringe tra le mani il melangolo, agrume dolce amaro come l'amore, alle sue spalle il volto più sanguigno dell'amore carnale: sarebbero Petrottino e Lavinello protagonisti dei libri degli Asolani. In realtà lo stesso Bembo vive in quegli anni la sua storia d'amore travolgente con la dama più in vista del momento Lucrezia Borgia, fitto fu il carteggio tra i due, lui le donò un bracciale d'oro a forma di serpente su cui fece incidere dei versi, lei gli inviava ciocche della sua lunga chioma dorata. Stretto fu il carteggio anche con l'altra grande dama del tempo Isabella d'Este alla quale procurava scritti rari e preziosi. Bembo soggiornò per un periodo presso la corte di Urbino e curò la prima edizione de "il libro del Cortegiano" di Baldassar Castigione che narra della vita a corte. 


Perugino Maria Maddalena




Alla mostra è presente anche uno dei quattro esemplari della prima edizione dell'Orlando Furioso di Ariosto, nella stessa sala la Maria Maddalena del Perugino, elegantissima e composta cortigiana dallo sguardo distante, ed una lira da braccio antropomorfa del 1511













Poi vengono gli anni romani di Bembo, che giunge nella capitale come segretario del neo eletto  Leone X dei Medici, figlio di Lorenzo il Magnifico, e qui, il grande sodalizio con Raffaello, impegnato negli affreschi delle stanze vaticane, di questo periodo sono un grande e prezioso arazzo disegnato da Raffaello per la Cappella Sistina e la Piccola Sacra Famiglia in cui spicca l'austera figura di Santa Elisabetta e il ritratto di Andrea Navagero ed Agostino Beazzano.

Raffaello Ritratto di Andrea Navagero e Agostino Beazzano 1516

Con loro Bembo visiterà Tivoli, darà la spinta alla nascita dell'archeologia moderna e  si batterà per la salvaguardia del patrimonio presso il papato. Invano invocherà la presenza di Tiziano a Roma, che non giungerà.Nel 1520 la morte di Raffaello, di cui Bembo scriverà l'epitafio

 "Qui giace Raffaello,dal quale - mentre era in vita- la Natura temeva di essere vinta, e ora chè morto teme di morire anch'essa"


e nell'anno successivo di Leone X, si chiude la prima esperienza romana di Bembo, che giunge a Padova nel suo ritiro, circondato dalle preziose opere delle sue collezioni, monete antiche, busti, medaglie, statue. Nel suo studio campeggia lo splendido San Sebastiano di Mantegna, e poi la sua infinita sete di sapere che sazia acquistando trattati antichi, tavole romane, greche. Sono gli anni in cui si gode la vita "come un canestruccio di fragole". Nel 1539 Paolo III Farnese, convinto che la Chiesa necessiti di uomini di Lettere e Cultura più che di uomini di potere lo elegge cardinale. Di questi anni il sodalizio con Vittoria Colonna nobildonna e poetessa, riformista e molto vicina a Michelangelo con la quale vi è uno scambio , alla mostra sono presenti il Cristo in croce che lui le donò e le rime spirituali che lei scrisse e gli offrì in cambio.
In quegli anni formidabili l'Italia scommise sulla sua cultura e la scommessa fu vinta, il messaggio di questa splendida mostra è proprio questo, in un momento di crisi ripartire dalla cultura, dall'arte, dalla storia, capitali che non ci mancano non può che fornire una spinta propulsiva per la rinascita, basterebbe non lasciare passare il treno senza prenderlo al volo.
Padova negli ultimi anni si è scossa dall'accidia culturale che l'aveva avvilita, le mostre degli ultimi tempi dimostrano che investire in cultura ripaga, anche ieri la mostra era molto frequentata. Un ringraziamento ai Curatori della mostra Guido Beltramini, Davide Gasparotto, Adolfo Tura per lo splendido percorso didattico, se siete andati a vedere  De Nittis conservate il biglietto, se lo presentate si entra con lo sconto

Commenti

  1. Stavo pensando che se creassi una corrente politica la chiamerei Nuovo Rinascimento. Ma rischierei di restare da solo. O di farmi ridere dietro...

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    1. zio basta correnti per carità che viene il torcicollo, poi tutti si immobilizzano più di quanto già non siano

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    2. Non preoccuparti: c'è più probabilità che io mi dedichi alla danza classica (presente gli elefanti nei negozi di porcellane?) che non alla politica...

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  2. Investire nella cultura ripaga! Che belle parole! E grazie di aver raccontato la mostra, visto che fino a Padova temo che non riuscirò ad andare.

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    1. sai mai che ti organizzi ed è la volta che ci conosciamo di pirsona pirsonalmente :)

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  3. A quei tempi, i Signori pagavano per avere opere d'arte.
    Okay, non erano democratici, si avvelenavano l'un l'altro, e poi le volevano come dicevano loro, ma si trattava pur sempre di Raffaello, Tiziano, Michelangelo, Perugino, Sebastiano del Piombo, Giorgione, il Tintoretto, Botticelli.
    E alla fine le loro lotte politiche consegnarono l'Italia in mano agli Spagnoli. Però il risultato sono i centri storici di Firenze, Venezia, Padova, Perugia, Siena...
    Oggi, paghiamo il canone per avere merda televisiva. Paghiamo le tasse per avere TAV e viadotti. Oppure paghiamo con i nostri soldi per avere casermoni e villette a schiera.

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  4. ok, ok. sabato scorso ero a Firenze, in centro. quando vado non posso fare a meno di visitare la chisa di San Lorenzo, quella sul mercatino con la facciata mai finita..... sai quant'è che ho voglia di tornare agli Ufizi? mi fai sentire in colpa con queste recensioni interessanti....
    buon fine settimana Amanda!
    Sandra

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  5. E' da un po' che s'è desta,
    ricordo una bellissima mostra su De Chirico
    e a seguire altro sempre ricche.
    Dici che mi tocca venire?
    Sai, qui da noi Bembo era di casa,
    gli abbiamo dedeicato anche una piola
    "scalette Pietro Bembo".
    Ciao.

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    1. Ora ci sono 3 mostre: De Nittis, Bembo e una sui paleoveneti, magari ne vale la pena

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  6. Confermi più che mai la tua grandissima capacità divulgativa sulla cultura artistica e letteraria, capacità originata, molto evidentemente, dalla tua relativa passione, che risulta molto contagiosa!
    Ci vorrebbero tante Amande nelle redazioni dei giornali, delle riviste, delle radio e delle televisioni...

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    1. credimi Franz in questo caso ci è voluta pochissima farina del mio sacco, i curatori della mostra hanno fornito gratuitamente tutto il materiale

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  7. Il Rinascimento fu una stupenda invenzione, si scrollò di dosso mille anni di medioevo. A noi basterebbe anche meno...
    :)

    Deve essere una mostra molto interessante!
    Grazie Amanda

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