Cassandra: tiè

Ci sono mattine in cui, se uno ascoltasse i segnali che arrivano, non scenderebbe proprio dal letto.

Oppure, necessariamente, come in questo caso, scenderebbe per accertarsi che nessuno abbia bisogno di aiuto, per poi tornare a letto aspettando segnali più propizi.

Domenica mattina, ore 5 e 25, un refolo di aria fresca, il primo da 24 ore, fa il suo ingresso nella stanza e quasi invita ad issare il lenzuolo che giace, come fiocco in giornata di bonaccia, ai piedi del letto.

Perfino la gatta dorme ancora, quando due urla maschili disumane lacerano il silenzio dell'alba festiva: "PUTTANA, PUTTANA".

Centinaia di orecchie di residenti di un quartiere popoloso alla primissima periferia nord di Padova si mettono in stato di allerta. Di questi tempi si aspetta sempre il peggio di seguito agli insulti rivolti ad una donna, tuttavia non ci sono rumori di litigio, non ci sono voci femminili piangenti o spaventate, tutto tace.

La peluria delle braccia che si è levata a sentinella torna, nonostante la montata adrenalinica, a riposo.

Quando l'intero quartiere quartiere popoloso a nord di Padova sta quasi per riabbandonarsi alle braccia di Morfeo, l'urlo lacera nuovamente l'aria. A questo punto centinaia di serrande , balconi, tapparelle si alzano all'unisono e tutti scrutano l'orizzonte.

Ora auguro di cuore che una donna l'abbia fatto davvero atrocemente soffrire 'sto reperto escatologico, che gli abbia levato l'uso dell'intelletto e che, da allora, vaghi, privo di sonno, nelle notti d'estate, esternando tutto il suo dolore, perché, diversamente gradirei essere la donna che lo farà soffrire rifilandogli sonori sganassoni fino a quando non cada addormentato o per la legge del contrappasso, se si trattasse degli esiti di una notte brava, gradirei capire dove abita, aspettare che posasse la testa vuota e marcia sul cuscino, attendere la fase REM e poi attaccermi al campanello e poi dopo 10 minuti ad una grancassa e via così per almeno 24 ore filate.

Dunque come potete notare, i segnali c'erano e c'era anche un meteo che prometteva nuvole in mattinata con possibilità di pioggia verso le ora 11 e bel tempo nel pomeriggio e noi svegliati dalla folle scimmia urlatrice di sesso maschile, decidiamo alla faccia del meteo, di battere sul tempo gli aspiranti bagnanti di questa domenica di tardo luglio e fiondarci al mare agognando aria fresca, poco importa se sotto ad una coltre di nuvole.

Quando abbiamo ormai percorso più di 3/4 del tragitto inizia a piovere e non sono nemmeno le nove del mattino, altro che possibili piogge sparse dalle 11.

Il termometro dell'auto segna 22 gradi.

Si decide di non ascoltare neppure il secondo segnale premonitore.

Ci posteggiamo nella campagna lagunare ed alle 10 il sole inizia a fare capolino.

A quel punto, battuti gli sfiduciati sul tempo, ci fiondiamo in spiaggia riusciamo a fare un bagno con i cavalloni in mattinata ed una lunga nuotata col mare calmo del pomeriggio e poi semplicemente ci godiamo l'ora dolce in cui il mare è una tavola piatta, il ventre caldo di una madre.

E quando tutti, ma proprio tutti sono rincasati, voltiamo la nostra carretta ed in barba ai presagi torniamo all'ovile