Il pesce vulcanico

Brian Despain



Se ne stava lì, retto sulla sua pinna caudale, una tuba in testa, il panciotto che spuntava dalla marsina, in quel paesaggio sciapo che voleva essere un po' dolce campagna toscana, ma era solo quattro cipressi nel nulla - dopo lo sbarco in massa dei cinesi neanche gli inglesi avevano più potuto nulla per la salvezza di ciò che rimaneva del dolce paesaggio italico- e raccontava, raccontava.  Raccontava in quel suo modo sghembo: apriva la bocca e ne usciva un fumetto, o forse sarebbe meglio dire una bava salmastra, e in quella vetrina, comparivano, come in un cartoon, le storie fantastiche che non si sapeva in quale vita avesse appreso. In fianco a lui una tinozza di acqua di mare; quando pareva che il vulcano che aveva in testa si stesse spegnendo, che la bava si stesse seccando, che le storie potessero apparire anche solo lontanamente le storie di tutti; lui immergeva la testa, con tanto di tuba, nella tinozza inspirava due o tre volte e riemergendo tutto fradicio, ricominciava a raccontare di rammendatrici di bordi del Cosmo ingaggiate in un'epoca in cui qualsiasi coperta si era fatta troppo corta e lisa, persino quella dei sognatori; di bimbe bionde senza trecce tratte in salvo da enormi calamari ; di supereroi un po' stempiati e a tratti smarriti. Il domatore di tigri dei circo Fedrighetti , disoccupato dopo la grande crisi, l'aveva trovato boccheggiante ma con tanto di marsina in riva al mare, la mattina in cui, le tasche riempite di sassi, stava procedendo verso le onde, incapace di sopravvivere alla dipartita, per anzianità della tigre Esterina, l'ultima che il circo potesse permettersi e che era cresciuta insieme a quell'uomo. Il pesce indossava già la sua tipica divisa e lui riempì un secchio di acqua di mare, e ve lo immerse domandandosi chi avesse potuto vestire un pesce con tanta eleganza per poi abbandonarlo agonizzante sulla batigia. Appena si fu ripreso il pesce emerse dal secchio per ringraziarlo e fu così che il domatore apprese delle sue doti di narratore e della sua triste storia, era stato pescato mentre stava andando a nozze e la sua promessa sposa, Adelia, non era stata altrettanto fortunata, di lei si era persa ogni traccia. Il domatore aveva visto nel pesce narratore una nuova speranza, si era tolto i sassi dalle tasche ed era così iniziato il loro sodalizio. Il pesce si chiamava Antonio, ma per un accordo con l'ex domatore gli era stato dato il nome d'arte di Omeroilpesceodissea. Il domatore ora annunciava, accompagnato dagli ottoni e dalla grancassa diretti dal Maestro Rivetti l'incredibile storia del pesce vulcanico e del suo lungo viaggio pieno di avventure.
L'unica storia che il pesce vulcanico non riusciva proprio a narrare era quella del suo triste amore.


BUON COMPLEANNO GIARDI

Commenti

  1. Grazie !!!
    ma si sa che certi pesci preferiscano i non compleanni, festeggiano i bisesti e fanno grandi feste con gli anni divisibili per 11
    Ho quasi cinquant’anni.
    La bellezza, se c’era
    se n’è andata ironica
    lasciando particelle odorose
    spruzzate dovunque
    la vita fa padrona di casa
    inquieta e metodica.
    Da lei trasloco
    con sempre meno bagaglio.
    Monica Maggi



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    1. ma tu hai il fascino di Sharazade, quello non trasloca mai

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  2. Il tuo raccontare storie a partire da un'immagine mi fa impazzire! Auguri Giardino!

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  3. Un po' Fellini, un po' Pinocchio di Comencini, e tanta immaginazione di Amanda, Tanti auguri!

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    1. un po' di Fellini, un po' di Terence Malick un po' una cosa costruita a tavolino per portare a casa lo zio Oscar, pensavo che parlassi de La grande bellezza ;)

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    2. No, aiuto, che pizza! Mi esce dalle orecchie e non l'ho neanche visto!

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  4. buon compleanno Giardi!!!!
    e poi ricorda, noi, NOI BELLI dentro e fuori non invecchiamo mai.....

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  5. Tanti auguri caro Giardi! anche se non è compleanno bisesto nè divisibile per 11 noi ti si festeggia!
    e continuate a scrivere le vostre storie fantastiche, tu e Amanda, che a noi fanno bene all'anima.

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  6. Auguri auguri e auguri ancora anche da parte mia!
    Damigiana

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  7. il pesce incantatore....Auguri grande Giardi!!!!

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  8. se fossi un editore ti pubblicherei, le tue storie non sono solo belle, genuine, spontanee, emozionanti, testimonianze di vita e tanto altro, altresì, regalano un attimo di sopensione e spensieratezza, e auguri anche da aprte mia a Giardi, questo racconto lo rispecchia assai

    clap, clap :)

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