Piccoli animali da cortile
Jacek Yerka |
Erano stati piccoli animali da cortile in quegli anni in cui il futuro coincideva col progresso e si costruiva col cemento ed i motori. Quei piccoli animali da cortile, venuti su in batteria da grandi numeri, perché allora si credeva al futuro e si sfornavano milioni di piccoli animali da cortile, con le ginocchia nere e sempre sbucciate, su cui si stratificavano sedimenti di croste, che quasi si poteva leggere l'età della bestiola dal numero degli strati, i moccoli, le labbra screpolate e i baffi di cioccolata, una bici per andare da casa all'oratorio, le partite di calcio e quelle di palla avvelenata, le figurine celo-manca e le bilie. Poi erano stati ragazzi negli anni delle bombe a chi tocca tocca, della giustizia proletaria, delle P38. Lei in piazza contro la violenza, lui un anno rubato a marciare nel gioco inutile della guerra. Non si erano mai visti eppure, senza saperlo, stavano cotruendo un ponte, fatto di parole, di pagine e di versi, universi con posti chiamati Macondo e capri espiatori di professione, di ultime sigarette, di amabili resti, di dammi mille baci ed altri cento, di Nine che volano tra le corde dell'altalena, di Principi del Maine e Re della Nuova Inghilterra, di chi sostiene di averlo conosciuto in un giorno d'estate ed era un tale chiamato Pereira, di per il mio cuore mi basta il tuo petto, di Paula che deve ascoltare una storia così quando si sveglia non si sentirà sperduta, di quindici di luglio che si susseguono nel tempo, di pazze sedute sulla spiaggia che aspettano qualcosa di molto importante come la vita o la morte, di passiate lungo il molo dopo pranzo a Vigata, di splendidissime vite accanto a lui sognate, di partenze frettolose senza ritorno. Loro erano diventati adulti con il cuore di piccoli animali da cortile.
Il ponte veniva su negli anni, lento ma saldo, libro su libro che nemmeno ci si era resi conto di che distanza coprisse quella sua unica splendida arcata.
La realtà è che ormai lei non ricorda più quando il ponte fu varato definitivamente, e non ricorda nemmeno il giorno in cui lo percorse per la prima volta, perché lo fece con il naso tra le pagine di un libro. Sa che, al culmine del ponte levò lo sguardo e si trovò di fronte due occhi verdi che si levavano da un libro e sorrise a quegli occhi e in quegli occhi si riconobbe e ci si perse dentro. Ora trovate voi le parole per questa storia, perché secondo me c'è molto da raccontare. E' una storia dalle radici solidissime, con chiome leggere che fanno ombra nelle estati calde, lei se la gode e basta
e c'è forse qualcosa di meglio che godersela?
RispondiEliminagodiamocela che è meglio
e un ponte tira l'altro
RispondiEliminae di ponte in ponte dove andremo a finire?
EliminaMi sono persa nelle citazioni e me le sono ricordate quasi tutte.
RispondiEliminaanche tu un piccolo animale da cortile ;)
EliminaSempre!
Eliminamanza come al solito è bellissimo, ma per me è un po difficile.
RispondiEliminaPorco ho questa cattiva abitudine di non citare cip cip, zoombie e virus letali nei racconti :)
Eliminache post meraviglioso... un legame tra una citazione e l'altra e poi l'immagine sopra, io vorrei essere proprio li...
RispondiEliminabel posto vero?
EliminaTrattando di prosa, hai fatto poesia pura, di quella buona.
RispondiElimina:)
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