Sbattuto




Amandapiccola non era il ritratto della salute: occhi pesti, naso moccioso, denti storti da ciuccio e per giunta cariati (una madre assente per lavoro e  residente 4 piani più su, pensava di soffocare i suoi sensi di colpa permettendole di utilizzare ad oltranza il fatale passatempo, per dormire), pallida, con le occhiaie sfumate all'ardesia e la bocca costantemente aperta per le adenoidi.
Il consiglio superiore matriarcale collaterale (nonna Erminia, zia Linda, Ortensia) si riunì e venne varato un piano ricostituente segreto, di cui la Signora Lina era assolutamente all'oscuro.
Ogni pomeriggio, un uovo, giunto segretissimamente in giornata, ancora caldo dal culo delle galline di casa della sorella di Ortensia, veniva consegnato a nonna Erminia, che dosava: zucchero, buccia di limone, o caffè o goccio di marsala, o tutto insieme (!) a seconda del grado di pallore dell'infanta e veniva consegnato alla sapiente arte sbattitrice di zia Linda, la quale non avrà mai cucinato né uovo , né altro nei novanta anni e sei mesi della sua lunga esistenza, ma "come sbatteva l'uovo lei nessuno mai", o almeno le altre due, furbe, glielo facevano credere in modo da rifilarle qualcosa da fare. Per non venire meno alla sua fama di Maître a battre les oeufs, zia Linda agitava il braccio a velocità dapprima lenta, il polso, grassoccio, fermo, il gesto risoluto ma solenne, poi velocemente fino ad ottener una crema diafana come colei a cui era destinata, soffice e delicata, dal gusto celestiale. Io non lo so se fu per il piano ricostituente segreto, perché le difese immunitarie uno se le fa poi con il tempo, o semplicemente perché mi operarono di adenoidi, ma smisi di ammalarmi, ma non di pretendere, ogni tanto, quella coccola culinaria collegiale. Il primo anno in cui aprirono una filiale di una famosa gelateria qui in città ed assaggiai la loro cremacomeunavolta fu come la Madeleine per Proust, mi ritrovai, le labbra affondate nel cono, pallida con i mocci al naso, le ginocchia sbucciate, e tanto, tanto amata, un sorriso godurioso ricacciò nel profondo una lacrima nostalgica.

Commenti

  1. Dalla tua storia nonché propensione culinaria, anche se non lo dici, è sicuro che ora porti avanti tu la tradizione familiare di Grand Maître à battre les Oeufs. :-D :-D

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    1. veramente spererei di aver preso più da Nonna Erminia, perché, a dirla tutta: non si vive di solo uovo sbattuto ;)

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  2. Io alla stessa età di quell'Amandapiccola ero tutt'altro che pallida e "da ricostituire" ma l'ovetto sbattuto me lo ritrovavo spesso a colazione, quando capitava che qualcuno ci regalava delle uova freschissime e sì, con lo zucchero e quella punta di caffè era una goduria!

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  3. No, dai,
    tornavo a casa tardi e per cena c'era solo una uovo,
    al massimo due,
    ci mangiavo tre fette di pane per riempirmi un po'.
    Poi sono andato fuori a lavorare
    e il primo uovo l'ho mangiato dopo vent'anni.

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    1. il troppo stroppia, forse è stata una grazia che mi abbiano operato di adenoidi :D

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  4. mi hai fatto ricordare il suono del bracciosbattitored'uovoricostituente che nei giorni di malattia significava l'attenzione particolare per il quarto e più piccolo dei fratelli, cioè per me. Il sapore, bèh, era da leccarsi i baffi che ancora non c'erano.

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  5. Amandadapiccola era proprio come me, malaticcia, pallida, con le vene delle tempie azzurrognole.... ma io non magnavo nemmeno! altro che zabaioni, io non mangiavo proprio! e si che adesso mi devo fermare per riflessione!
    Amandadapiccola è comunque sempre la mia preferita, sappilo Amandadagrande!

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    1. che rifletti Sandra :D magna, con quelle meraviglie che prepari che vuoi riflettere

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  6. Ma sai che io una crema così non l'ho mai mangiata? Che tristezza, a me come ricostituente davano il fegato. Buargh!

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    1. oh porella eri rimasta all'orrido ricostituente della generazione precedente!

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  7. Il mio turno dell'ovetto sbattuto arrivava a primavera inoltrata, mi aiutava ad affrontare la fine dell'anno scolastico quando le mie pile erano già scariche. A me piaceva in purezza, tuorlo 2 cucchiaini di zucchero e via a "picchiare" finché diventava una crema liscia e spumosa. Poi lo sbafavo impregnandovi dei pezzetti di pane. Il pane serviva anche per ripulire a specchio la ciotolina :)

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  8. grazie per questo delicato, emozionante, genuino... racconto di vita, bello, bello

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