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Alle diecieventiquattro stavo partendo per le vacanze, tornando dalle vacanze, viaggiando per l'Italia come avevo sempre sognato, aspettando una chiamata seduto sul mio taxi, attraversando la stazione, andando a trovare parenti, sedevo stanco in una sala d'attesa, riflettevo sul passato, progettavo il mio futuro, stavo guardando fuori dal finestrino del treno, salendo sul treno, scendendo dal treno, stavo in braccio alla mia mamma, raccontavo una fiaba alla mia bimba.




Alle diecieventicinque non ero più nulla, solo il dolore di chi mi pianse, solo l'incubo ricorrente da allora e per gli anni a venire di chi pietosamente raccolse le mie membra straziate, lavò il mio sangue, tentò di rianimarmi, mi trasportò su un bus al più vicino ospedale, mi chiuse gli occhi, se ancora c'erano occhi da chiudere.

Allediecieventicinque ero solo,  allora come oggi, la richiesta di verità di chi gli occhi non vuole chiuderli


 e quelli di cui non ci rimane neanche un volto:

MARGRET ROHRS IN MADER (39 anni)
ECKHARDT MADER (14 anni)
KAI MADER (8 anni)
MARINA ANTONELLA TROLESE (16 anni)
ANNA MARIA SALVAGNINI IN TROLESE (51 anni)
KATIA BERTASI (34 anni)
MIRELLA FORNASARI IN LAMBERTINI (36 anni)
EURIDIA BERGIANTI (49 anni)
NILLA NATALI (25 anni)
FRANCA DALL'OLIO (20 anni)
RITA VERDE (23 anni)
IWAO SEKIGUCHI (20 anni)
BRIGITTE DROUHARD (21 anni)
ROBERTO PROCELLI (21 anni)
FRANCISCO GOMEZ MARTINEZ (23 anni)
CARLA GOZZI (36 anni)
UMBERTO LUGLI (38 anni)
FAUSTO VENTURI (38 anni)
IRENE BRETON IN BOUDOUBAN (61 anni)

di qualcuno non è rimasto nulla, solo una bara vuota

MARIA FRESU (24 anni)



E io sono Maria,
mia piccola bimba,
e non sono scomparsa.
Mi cerchino pure,
io sono nel cuore.
Non sono scomparsa
e nemmeno dispersa,
non sono fuggita.
Io sono la brezza leggera
del marinaio che rientra,
mia piccola bimba,
sono diventata coscienza
che non si può toccare.
Per chi mi vuole
io sono la libertà,
per chi mi cerca
io sono giustizia.
Nessuno m’ha ucciso,
mia piccola bimba,
io sono un’idea,
un’umile idea
che fa grande
il lungo cammino dei giusti

Gian Pietro Testa

Commenti

  1. E' sempre confortante trovare qui un luogo dove palpitare, proprio all'unisono, il 2 agosto, anche e soprattutto con chi non è, come me, parte in causa come cittadino bolognese, allora ventiquattrenne.

    Sono tornato ora da una lunghissima mattina (fin dalle otto), con celebrazioni in vari punti della città, presente innanzi tutto come cittadino, ma anche come tassista e come podista (ho partecipato nei giorni scorsi a una delle staffette nazionali in memoria della strage).
    Ho ascoltato e applaudito, partecipe o commosso, alcuni interventi autentici ed emozionanti; non l'ho fatto all'indirizzo di autorità molto capaci nell'oratoria ma non abbastanza credibili, anche per il loro curriculum.
    La realtà nasconde sempre tesori e zone torbide, è inevitabile.
    Ma mi resta nel cuore la sincerità di una piazza capace ancora di aprirsi a una partecipazione corale di grande senso civico. E, in questo modo, di trasformare quell'angoscia lontana (ma ancora viva) in speranza di riscatto.

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  2. L'ennesima strage poco chiara, con depistaggi, condannati che dicono di non essere stati loro (forse è così, chi può dirlo?), indignazione, manifestazioni, fischi, e si va avanti ipocritamente da italiani ...

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    1. Ho letto la sentenza d'appello definitiva, dei vari procedimenti penali.
      Sono stati loro: Fioravanti, Mambro, Ciavardini. Punto.

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    2. In che senso Franz? Nel senso che leggendo gli incartamenti ed il dispositivo ti sei convinto che gli esecutori furono loro?
      A me ha fatto sempre specie il fatto che una come la Mambro, per esempio, che ne "La notte della Repubblica" di Zavoli, parlava dei suoi delitti con una freddezza allucinante, abbia sempre disconosciuto la paternità della strage, perché?

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    3. Anche a me colpiva la presa di distanze di Francesca Mambro e Valerio Fioravanti, ed ero propenso a dare loro credito. Ma proprio per questo mi impegnai in una difficile ricerca del dispositivo della sentenza definitiva, e ti assicuro, Amanda, che ogni ragionevole dubbio viene cancellato, e risulta anzi un quadro di quelle giornate di un realismo impressionante.

      p.s.: approfitto per chiedere scusa ad Alligatore del tono troppo secco della mia risposta, dovuto forse alla stanchezza, dopo una notte quasi insonne per partecipare alla lunghissima mattinata.

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    4. Nessun problema Franz, anche io ho alcune tue impressioni (pur non avendo letto la sentenza definitiva, sempre importante per capire certe dinamiche). Per molti anni ho creduto a quella verità, poi, anche da stampa di sinistra, sono emersi alcuni dubbi. Come Amanda anche a me ha sempre colpito quella freddezza allucinante nel rivendicare certi delitti e il negare la paternità della strage (tra l'altro, stupenda quella trasmissione tv, tra le più alte da sempre). Forse perché troppo enorme (non ho parole, per definirla)? Forse perché incapaci di giustificarla? Come fai? Puoi, in quel tempo, far fuori un nemico diretto, uno che ha tradito, uno che ti farà scoprire, ma gente innocente, come la giustifichi? Il discorso è, ovviamente ampio, troppo per ridurlo ad un commento in un bel post. Dico solo: possibile che l'unica strage con dei colpevoli, con dei nomi certi, non sia sicura? O forse, come dici tu, probabilmente a ragion veduta, è sicura ... grazie.

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    5. Non credo che persone di quella risma possano avere sentimenti umani.
      Mi sembra più logico pensare che abbiano promesso il loro silenzio totale ai mandanti, e dichiararsi estranei sia la via più facile per garantire quel silenzio.
      A un patto di sangue li faccio capaci di restare legati.

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  3. Però almeno consola vedere che gli italiani non dimenticano.

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    1. Silvia, la nostra generazione e quella dei nostri padri non dimentica, prova a chiedere airagazzi della strage di Bologna, qualcuno dice che sono state le brigate rosse, qualcuno non sa neanche di cosa si parla, se si perde la memoria collettiva li avremo uccisi un'altra volta e avremo sepolto definitivamente l'idea di Stato inteso come società civile

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  4. il 2 agosto, quell'orologio, la crepa alla stazione restano nel cuore, nella memoria e nella indignazione.
    Grazie per ricordare e per tenere viva, in chi ha coscienza, questa spina.
    Io non l'ho mai cancellata.
    zena

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  5. Ieri sera su Raistoria ho visto una bella intervista sulla strage fatta a Licio Gelli.
    Agghiacciante. Aberrante. Orripilante. Vomitevole.
    Ho dovuto cambiare canale: non ce l'ho più fatta ad ascoltare cosa ha avuto il coraggio di dire.
    L'insulto finale alla memoria di quegli 85 disgraziati, alle loro famiglie, a Bologna, a noi tutti.

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    1. quella papula mefitica torbida fetida infesta l'umanità da così tanto tempo, neppure la morte lo vuole

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  6. La sento sempre con ORGOGLIO, un pezzo dei miei anni, attuale da far venire i brividi https://www.youtube.com/watch?v=zlMFhW9v21w

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    1. ecco mi piacerebbe sapere cosa sanno quelli ancora più giovani di te, temo che la memoria di quegli anni terribili si vada perdendo, se non hai mai avuto modo di vederla ti consiglio sulle teche RAI "la notte della Repubblica" di Sergio Zavoli, non che si arrivi a dire cosa ci fosse dietro naturalmente, ma parlano i protagonisti degli anni di piombo

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