La posa
Teresa Brutcher |
Aveva digitato "modelle per pittori", dopo una vita a dipingere paesaggi, la prima volta che dipingeva un corpo umano, cercava un soggetto che sapesse posare con pazienza, l'aveva trovata così, aveva cercato qualcuno nella sua città, ne aveva visto un paio di foto e l'aveva contattata. Il prezzo delle sue pose era quello che sapeva essere il più comune per quel mercato e così al telefono si erano accordati. Voleva che posasse nel suo giardino, era il primo pomeriggio di una giornata di fine maggio, l'aria si era fatta tiepida ma l'estate non era che il sentore di un desiderio.
Come pattuito la donna si spogliò davanti alla spalliera di rose. Per un attimo il rapido transito di una piccola nuvola oscurò il sole e la vide rabbrividire. Poi tornò la luce piena e la sua pelle si fece nuovamente splendente e rilassata. Lui le chiese di dargli le spalle e di mettere in luce il collo. Non era più una ragazza ma aveva la pelle soda, la tessitura compatta di un fiore pienamente sbocciato, si raccolse i capelli sulla nuca e li fissò dapprima con una matita per le labbra, rosso scarlatto, che aveva pescato dalla sua grande borsa, poi colse una rosa bianca e la puntò al centro del piccolo chignon, con un gesto così naturale quanto sensuale che lo turbò profondamente.
E fu quello che di lei volle fissare.
Le spalle tornite, le belle mani che però avevano conosciuto il lavoro, il guizzo della vena sul polso su cui si immaginò di posare la lingua e subito si pentì del pensiero: stavano entrambi lavorando.
Dalla borsa, la donna prelevò anche un orecchino pendente che indossò al lobo sinistro, lui avrebbe voluto guidare la sua mano all'interno della morbida carne di quel lobo che a lui ora appariva perfetto. Poi notò il piccolo tatuaggio sulla spalla sinistra, l'unico su quella pelle che pareva fatta apposta per essere baciata dal sole come le dune disegnate dal vento in pieno deserto.
Erano due lettere, probabilmente le iniziali di un nome e lo trafisse una gelosia, quanto meno improbabile, impudica e perversa, per quel TB che lei aveva voluto per sempre con sé. Le concesse di tenere la gonna e quel paio di scarpe a mezzo tacco che usano le donne che vogliono dare femminilità a gambe use a camminare molto, quando iniziò a dare forma a quella colonna e all'incavo delle ascelle, già sapeva che di lei avrebbe in futuro dipinto anche i piedi, non avrebbe saputo resistere.
whaooooo, di mattina presto così... sensuale???
RispondiEliminabrava come sempre
Grazie Concetta
Eliminaun post che scalda!! :-)
RispondiEliminaquindi direi che oggi fa proprio al caso nostro :D
Eliminabellissimo Amè
RispondiEliminagrazie Porcé
EliminaA dire il vero mi pare che quell'orecchino fatto così non c'entri granchè
RispondiEliminacon una figura così atletica e in un giardino
La tua descrizione scava un po' nei sentimenti che un uomo prova di primo acchito
quel moto di gelosia per quelle iniziali è molto mascolino.
e infatti non lo indossava lei, lo ha preso dalla borsa come un abito di scena; prendo come un complimento il fatto di essere riuscita, da donna a immedesimarmi in un "sentire" mascolino
EliminaErano sicuramente le iniziali di suo padre, e quella col pittore sarà una bellissima storia d'amore!
RispondiEliminaforse sarà una storia d'amore, ma sicuramente quelle sono le iniziali di un altro uomo, è una donna che ha vissuto
EliminaBella schiena, bei capelli, credo sbagli a soffermarsi su delle iniziali ... andare oltre.
RispondiEliminaci va , ci va :D
EliminaAh, ma quindi questa è la prima puntata? Voglio sapere cosa succede poi!
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