Babele
Steve Mc Curry |
Prova ad immaginare di chiamarti F., di essere nata dodici anni fa in un Paese lontano, lontano, povero e in guerra, o quasi.
Prova ad immaginare di non aver praticamente conosciuto tuo padre perchè lui ha lasciato te, tua madre e i tuoi fratelli per andare a cercare un posto più sicuro e che gli permettesse di sfamarvi tutti i giorni. Ti ha lasciato che eri così piccola che di lui non avevi ricordi perchè i giorni sono diventati mesi e i mesi anni.
Prova ad immaginare che un giorno quel tuo padre sconosciuto abbia scritto a tua madre:"preparatevi, è ora" e tu, che non sei donna, ma non sei piu`bambina - dove sei nata si cresce in fretta - ti sei trovata, in un mattino di fine settembre in un piccolo paesino sotto a montagne diverse da quelle dove sei nata, dove parlano una lingua sconosciuta, anzi due.
Prova ad immaginare che per non metterti in imbarazzo si sia deciso di inserirti nella classe dei tuoi coetanei e di avviarti ad un sostegno per la lingua.
Prova ad immaginare che tuo padre abbia imparato, per motivi di lavoro la lingua principale della nazione in cui ha trovato casa.
Prova ad immaginare che però nel piccolo paese dove siete andati ad abitare ci sia solo la scuola dell'altra lingua, quella nativa del posto, poi una guerra - e tu sai di cosa parlo - ha imposto l'altra.
Prova ad immaginare che dopo anni di sospetti che non hanno trovato risposte, perché lì dove sei nata i sospetti restano tali, perché tanto, anche se ci fossero conferme, non ci sono soluzioni, i tuoi genitori ti abbiano portata in ospedale, perché tua madre da troppo tempo ti vede distratta se ti chiamano da lontano e sempre in cerca con gli occhi della bocca degli altri se ti parlano da vicino.
Prova ad immaginare ora che dopo averti messo varie cuffie e dopo aver schiacciato vari pulsanti, tuo padre inizi a parlare fitto, fitto con il medico nella sua nuova lingua, che il medico, sempre sorridentoti, gli chieda molte cose, gli affidi molte di quelle carte che servono a prenotare visite da altri dottori, che tuo padre gli rivolga a sua volta molte domande, che tua madre ne faccia molte a tuo padre nella vostra lingua, che quelle domande ti preoccupino, ma che il sorriso del dottore, in qualche modo, ti rassicuri.
Prova ad immaginare che il dottore alla fine dica "arrivederci F.", quello almeno lo hai imparato.
Ora prova ad immaginare che tua madre, dopo aver parlato con tuo padre ti spieghi che hai problemi di udito e tu non capisca esattamente cosa intende perché tu non hai mai sentito diversamente da così, ma sai che se ti chiamano da destra effettivamente non senti, e che comunque, a volte non capivi nemmeno a casa se non ti parlavano guardandoti.
Bene, lettore, ora prova ad immaginare di aver studiato per insegnare ai bambini a parlare, immagina di vivere in una regione dove il tuo compito é già complicato dal fatto che si parlano due lingue, e prova ad immaginare che un giorno arrivi da te F. che da 12 anni non sente praticamente nulla a destra e sente poco anche a sinistra, che non parla nessuna delle due lingue che si parlano lì, che a casa, suo padre potrebbe aiutarla, in italiano, ma che lei debba imparare il tedesco e con il tedesco imparare il mondo, perché nel suo paesino la scuola italiana non c'è .
Io immagino.
Buon lavoro logopedista, spero per F. che tu ami tanto il tuo lavoro e che tu abbia tanta fantasia e lei tanta curiosità.
Ce la farà, sarà dura ma ce la farà. A 12 anni si può tutto (o quasi)!
RispondiEliminaio tifo per lei :)
EliminaTifo per F. maledetta Babele.
RispondiEliminanon sai io quanto
EliminaA 12 anni si è curiosi
RispondiEliminaprobabilmente c'è bisogno di stimoli
ma anche di un abbraccio ogni tanto.
Te che fai ci tieni aggiornati?.
spero che ci siano buoni sviluppi, richiederanno tempo, pazienza e lavoro
Eliminatempo e pazienza li abbiamo e possiamo aspettare
Eliminail lavoro ce lo metti te e siamo fiduciosi
il mio lavoro d'ora in avanti è marginale, dietro ogni bambino con deficit uditivo c'è un grande lavoro di squadra: l'audiologo o l'otorino in base ai dati raccolti e all'età del bambino decidono quali test é necessario eseguire per stabilire l'entità del deficit; l'audiometrista esegue i test; il medico quindi sulla base dei test eseguiti formula una diagnosi e stabilisce quale sia l'ausilio più idoneo per l'entità ed il tipo di perdita; l'audioprotesista tara l'ausilio nel migliore dei modi; il medico verifica e indica miglioramenti nella taratura; la psicologa o neuropsichiatra infantile (a seconda di come è organizzato il territorio) gestisce i dubbi della famiglia e le problematiche legate alle disabilità del bambino, fa da ponte tra i vari membri della squadra; la logopedista fa un lavoro enorme perché a lei ed ai suoi metodi riabilitativi si devono il corretto sviluppo del linguaggio del bambino se è molto piccolo e il suo buon rendimento scolastico se è più grande, il medico nuovamente tira le fila dei progressi nel tempo; gli insegnanti (se hanno coscienza dell'importanza del loro ruolo) accettano i suggerimenti che vengono dall'equipe affinché il bambino abbia il meno possibile a soffrire delle sue problematiche uditive
EliminaSi', tienici informati!
RispondiEliminaE comunque hai ragione: c'e' bisogno di tanta bravura del logopedista, quanto di tanta curiosità e tenacia della signorina. In bocca al lupo a entrambi.
incrocio le dita
EliminaLe lingue dividono. La passione unisce. un abbraccio , d
RispondiEliminasperiamo le due ce ne mettano tanta :)
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