Cuffie e colori



Charles Filiger Fantasia/ Costa Bretone 1890



Se andate cercando il Gaugin dei colori tahitiani non partite per Rovigo, se invece vi aggrada l'idea di visitare una piccola mostra ben curata, allora a Palazzo Roverella fino al 14 gennaio potrete imparare qualcosa della  differenza tra la cuffia di una donna bretone nubile,  sposata o vedova, o quanto meno appendere che le differenze esistevano.
La Sant'Anna di Bretagna di Robert Brought (1895) è una santa bambina  che passeggia con delle coetanee con l'aureola  che pare una lente d'ingrandimento illuminata, nessuna di loro degna di uno sguardo il mendicante che infatti pare chiedere l'elemosina all'autore del quadro più che al piccolo corteo. Charles Cottet è il più interessato alla vita sociale Bretone specie nel suo trittico del 1898 la cui parte centrale rappresenta la povera mensa dei pescatori: pane, frutta e minestra, non uno sorride a quella tavola, dai bimbi agli anziani, la fame ruba i sorrisi; alla destra del quadro le donne attendono sulla costa gli uomini che sulla sinistra del trittico vanno per mare (nella realtà il quadro ha tinte molto più cupe).
Segue il gruppo dei Gaugin il più datato vacche all'abbeveratorio mostra una versione  ancora impressionista nell'uso del colore, mentre il tratto è già quello che lo caratterizzerà in tutta la produzione, vi sono poi un pastello su carta "donna bretone di schiena", una zincografia e delle acqueforti. Seguono i quadri di Emile Bernard  "Le Bois d'Amour"in cui gli alberi paiono dei fenicotteri rosa che stanno per spiccare il volo, "Donne bretoni sulla spiaggia e covoni di alghe" così stilizzato che queste poverette, in perenne attesa che il mare restituisca loro i mariti interi, oltre al pescato, paiono a loro volta dei covoni, le "teste di donne bretoni con cuffia vedovile". Serusier con la sua "giovane donna bretone con brocca", occhi da orientale o da una delle tahitiane di Gaugin. Le "tre giovani donne bretoni nella foresta" di Lacombe che non sfigurerebbero come protagoniste di un video di Battiato, e la sua "onda  grigia o falesia a Camaret" sembra l'illustrazione di una graphic novel e reca dei simbolici volti di una donna con l'immancabile cuffia e/o di un uomo sulla roccia. Poi Il bucato di Cuno Amiet con panni così bianchi che le massaie dei caroselli anni sessanta se lo scordavano, in compenso i suoi prati ed i suoi cieli hanno colori che ammazzano la luce l'uno dell'altro; a chi starà pensando la sua splendida donna bretone, l'ombra a sottolineare lo zigomo prominente, il naso minuto, la cuffia al vento, il piccolo e delizioso orecchio scoperto?  Dello stesso autore il "piccolo ciliegio" con le sue poche foglie rosate che si erge sulla minima processione di donne come una preghiera.  Poi la luce cambia e ci spostiamo nella laguna di Venezia con Moggioli e i suoi quadri dedicati a Burano anche se non la definirei una luce lagunare tipica. La "fanciulla piena d'amore" di Arturo Martini pare una drag queen o il Donald Sutherland dl Casanova di Fellini. Poi ci sono  il muto ed il bruto di Gino Rossi uno simile ad un pugile suonato, l'altro sbozzato con l'accetta. Le deliziose xilografie di Vallotton con grattini ai gatti, bagni in vasche dalle splendide rubinetterie, suonatori di flauto per gattini sul comò ambarabà cici coccò. Marius Bargeaud  che esalta la luce dove c'è come nei "giocatori di bocce" e la porta dove non c'è come nell'interno del bistrot lasciando una tovaglia immacolata poggiata sulla spalliera della sedia. Oscar Ghiglia utilizza spesso la stessa modella nel "riposo" con un sensualissimo seno nudo che spicca tra il giallo dello sfondo ed il rubino della veste, mentre si pettina le splendide e seriche chiome e mentre si specchia con la luce che si focalizza sulla mano che trattiene i capelli; il suo ritratto di Ugo Ojetti pare un la descrizione di Ercule Poirot. La mostra si chiude con la "donna appoggiata al tavolo" di Mario Cavaglieri che indossa un copricapo splendido; la dolcissima "bambina che gioca su tappeto rosso" di Casorati e l'odio evidente per le donne di Cagnaccio di San Pietro che tratta con molto più rispetto le nature morte delle donne come in "primo denaro"

Commenti

  1. Se clicci su "gatti" e "fanciulla piena d'amore" esce la stessa immagine, di un volto arcigno, forse non è la foto giusta per nessuna delle due ... ma dove è questa mostra? A Rovigo?

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  2. io non sono un intenditore di arte ma spesso mi capita di rimanere senza parole davanti a creazioni anche dell'ultimo degli artisti

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  3. Grazie alla tua recensione mi è cresciuto il desiderio di vedere questa mostra. :)

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  4. Accidenti le tue didascalie sono degne di una prof di storia dell'arte! Grazie Amanda, dubito di riuscire ad andare a Rovigo prossimamente ma mi sono deliziata tra immagini e descrizioni :)

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  5. Di tutto di più, sia per i soggetti che per gli stili. Interessante assai.

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  6. Bellissima la drag queen, però sai che a me piace anche la donna di Cagnaccio? Certo che poteva anche trovarsi un altro pseudonimo...

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