A cavalcioni dei ducati




Il paesaggio da Bosco di Corniglio




Quando la primavera torna a far vedere di che pasta è davvero fatta, dispettosa e mutevole come gli adolescenti, finisce con lo sparigliare i piani dei camminatori che devono decidere di cercare, per questi ponti, delle mete che consentano di giocarsi la carta alternativa della città d'arte a portata di ruota  qualora il tempo impedisca di andare a su e giù per declivi. Scartate così le Dolomiti e le vette Sudtirolesi, sulle quali minacciava di comparire la neve che praticamente non si è vista per tutto l'inverno, (perché diciamocelo, la montagna è bella, ma tre giorni chiusi in pensione in montagna, sono peggio di una canzone di Sergio Endrigo cantata da Tenco, mettono una malinconia che neppure un brasiliano riuscirebbe a concepire) i nostri decidono allora di puntare sul, da loro sconosciuto, Appennino Parmense.
La scelta si dimostrerà vincente, Parma non si è vista, la dorsale appenninica, la cucina e l'ospitalità della gente dell'Appennino invece sì: si è trattato di un bell'incontro.
Una tramontana gelida ci spinge verso l'alto Parma, tra prosciuttifici che producono cose splendide per il palato, ma a vedersi sono bruttini assai, alcuni  deturpano il paesaggio come solo dei casermoni di cemento armato, anni 70 dalle finestre lunghe e strette sanno fare (il prosciutto che stagiona doveva prendere aria buona, ora, dicono, si sono climatizzati e addio vacanze mari e monti perfino per le cosciotte), oltre Langhirano il verde comincia via via a riprendere possesso del suo territorio e finalmente giungiamo al nostro agriturismo collocato sulla vecchia strada che divideva i due Ducati quello di Parma e quello di Toscana, posto di dogana per il dazio delle merce al confine tra i due stati da cui prende il nome.
La Signora Susanna è un'ospite attenta, ama il lavoro che si è scelta ed è, a ragione, orgogliosa del recupero che passo dopo passo sta facendo delle proprietà di famiglia, recupero che prova a conservare il più possibile dei beni e delle memorie che le sono stati tramandati


L'antica dogana

Discutiamo insieme a lei ed al suo babbo le previsioni meteo ed i percorsi per il giorno seguente e scopriamo che lì scirocco e tramontana sono in perenne lotta, al momento tramontana sta menando di santa ragione, se vince noi potremo fare il nostro giro e magari vedere il mare Tirreno- Ligure dall'alto della cresta: nonostante il freddo noi si tifa tramontana.
Dopo una buona cena in una trattoria della zona (certo lì si casca in piedi in quanto a cucina) una buona dormita nel silenzio; dopo una colazione a base di frollini , tre tipi di torte, pane,  marmellate e mieli tutti rigorosamente auto prodotti dall'Agriturismo ci incamminiamo in salita verso il crinale da cui dovremmo accedere al sentiero 00 del CAI o Alta via dei Parchi che dal Passo del Berceto attraversa, in cresta, l'Appennino settentrionale fino a Carpegna. Il primo tratto del nostro cammino non è segnato e noi partiamo con le indicazioni della Signora Susanna, diretti alla cresta.
Non so bene dove abbiamo sbagliato, fatto sta che causa anche la nebbia calata abbiamo svalicato una cresta secondaria senza capire al momento di aver infilato la direzione sbagliata e abbiamo perso un bel po' di tempo, finalmente, diradata la nebbia  quel tanto che bastava, a quel cane da punta che è il 3/4, per far riprendere l'orientamento, seppure con ritardo sulla tabella di marcia prendiamo il sentiero segnato puntellato qui e lì da cippi che sono marcati con la T del Ducato di Toscana da un lato e con la corona del Ducato di Parma dall'altro, ed iniziano i nostri sali e scendi, direi molto più sali che scendi o comunque della serie se scendi poi paghi risalendo: monte Fosco, e poi giù, e poi di nuovo su verso l'Orsaro che con i suoi 1830 mt risulterà il punto più elevato del nostro percorso e di conseguenza anche il più panoramico. Il 3/4, più rapido, arriva in vetta quei 3 minuti prima di me che gli consentono di sbirciare di qua e di là, quando arrivo in cima io la situazione è la seguente

Monumento in vetta al Monte Orsaro ectoplasmico

Lato Parma
Lato Ligure- Toscano
Nonostante le nuvole un vento siberiano impedisce non solo la visuale ma perfino di addentare l'agognato panino col crudo che ci siamo fatti preparare prima di partire. Per fortuna è bastato proseguire fino alla successiva forcella Orsaro perché la visuale si aprisse, il vento ed il gelo calassero e si potesse mangiare con vista


balconata Ligure
Il giro di cresta prosegue ancora per un breve tratto, poi iniziamo a scendere verso i laghi glaciali della zona, inebriati dal profumo della Dafne o fior di Stecco , il Lago Padre ormai secco ed il Lago Santo

Lago Santo e Rifugio Mariotti

Il tempo di prenderci un the caldo al rifugio e iniziamo il lungo rientro verso Bosco di Corniglio

cammina cammina
Nuvole sulle nostre vette
Riusciranno i nostri eroi a schivare la pioggia?
Nemmeno le sei del pomeriggio e stanchi e soddisfatti torniamo all'ovile, alla sera nuova mangiata e bevuta e poi nanna.
Purtroppo i ponticelli finiscono presto. Ieri mattina, dopo averci rifocillati la Signora Susanna ci ha fatto veder il nucleo più antico della corte di famiglia, la parte che con grande probabilità, secondo testimonianze raccolte, era abitata da monaci e fungeva da piccolo ospedale per i viandanti che percorrevano quelle alte vie di montagna. Questa giovane donna dimostra un tale entusiasmo ed una tale passione per quello che fa e per il suo territorio che mi auguro trovi i fondi per continuare a restaurare e conservare e mettere in sicurezza quanto ha ricevuto

La minuscola chiesa riconsacrata presso l'antica dogana
Noi prendiamo la via del rientro, il cielo mette il broncio, poco male

Commenti

  1. Bisognerebbe evadere più spesso, anzi evadere e basta

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  2. Ti invidio le belle mangiate e bevute (anche se il mio medico non approverebbe), e anche i bei posti visti (meno il freddo). Su tutto, metto quell'incantevole rifugio in riva al laghetto.

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    1. Lì potresti arrivarci anche tu senza problemi di vertigini per un altro sentiero

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  3. belli i ponticelli! bellissimo l'agriturismo e le splendide viste che ci hai regalato!

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  4. Avevo letto alla svelta "A cavalcioni della Ducati"
    e mi son detto "Ma non gli bastano la bici e la montagna?"

    Se continuavi la strada arrivavi fin a casa mia.

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    1. No guarda con la moto ho chiuso nel lontano 1981, quando un imbecille svoltò a sinistra senza freccia e senza guardare e prese in pieno il 3/4 e me , in moto uno deve avere occhi anche per gli altri, anche in bici, ma in bici ci sono le ciclabili

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  5. Bisogna che l'Italia si tenga ben strette le persone come la Signora Susanna.

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  6. M'ero scordato di dirti del monumento,
    Perchè dobbiamo rovinare le cime dei monti con bandiere, croci e adesso anche monumenti
    sono così belle senza niente, proviamo a chiederlo ai monti se hanno voglia di essere infilzati
    da qualsivoglia tipo di manufatto

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    1. fosse quello che rovina l'Italia ci metterei la firma, al Tonale ci sono i condomini di cemento armato alti metà grattacielo, sulle dolci colline toscane le pale eoliche, antenne per le telecomunicazioni una vetta sì ed una no....

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  7. Eccomi! Comunque adesso che avete cominciato a spingervi verso montagne ignote potreste anche venire sulle mie...

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