Incipit: Le correzioni




Un fronte freddo autunnale arrivava rabbioso dalla prateria. Qualcosa di terribile stava per accadere, lo si sentiva nell'aria. il sole era basso nel cielo, una stella minore, un astro morente. raffiche su raffiche di entropia. Alberi irrequieti, temperature in diminuzione, l'intera religione settentrionale delle cose era giunta a termine. ombre e luce sulle zoysie ingiallite. Neanche un bambino nei giardini. querce rosse e querce di palude e querce bicolori riversavano una pioggia di ghiande sulle case senza ipoteca.


Jonathan Franzen. Le correzioni. Einaudi. traduzione Silvia Pareschi

Intanto permettetemi di dire che da un pezzo non leggevo un incipit così evocativo e bello. So che per chi di voi ha letto Le correzioni prima di Libertà, quest'ultima è stata una riconferma ma di tono minore, ebbene voglio stupirvi, se aveste letto i libri, come me, in ordine inverso avreste saputo apprezzare meglio la grandezza di Libertà perché svincolati nel giudizio. Il problema di Franzen è che vizia il lettore con il suo stile diretto ed un po' spiazzante, con la sua capacità di portare sul tavolo autoptico matrimoni e sentimenti mantenedo il rispetto per il corpo che viene analizzato pur nella crudezza dell'analisi, perché le nostre vite sono fatte delle nostre piccole quotidianità , le correzioni fanno di noi esseri diversi e le correzioni iniziano dalla nascita. Alfred è un uomo anaffettivo, non per sua colpa, ma perché cresciuto da una famiglia anaffettiva. Ha attraversato la vita dedito al suo lavoro e soprattutto alla sua passione, il suo laboratorio casalingo di ricerca: lui brevetta. Alfred è arrivato alla fine del suo percorso, almeno del percorso umano di quell'Alfred che sapeva analizzare ed affrontare razionalmente ogni situazione " cominciò una frase: - Sto...- ma quando veniva colto di sorpresa ogni frase diventava un'avventura nella foresta; non appena perdeva di vista la luce della radura da cui era entrato, si accorgeva che le briciole che aveva seminato per orientarsi erano state mangiate dagli uccelli". "La malattia ledeva il suo senso del possesso. Quelle mani tremanti appartenevano a lui, eppure si rifiutavano di obbedirgli. erano come bambini cattivi. Creature irragionevoli, egoiste e capricciose. Più i suoi ordini erano severi, meno li ascoltavano, e più diventavano patetiche e incontrollabili. Era sempre stato sensibile alla riluttanza dei bambini a comportarsi da adulti. L'irresponsabilità e la mancanza di disciplina erano la sua dannazione, e l'aver contratto una inopportuna malattia che induceva il corpo a disobbedirgli era un altro esempio della logica diabolica che lo perseguitava". Alfred è sposato ad Enid, Enid che lo aveva accolto come si accoglie un segno del destino, era giunto alla pensione che Enid gestiva con la madre con i suoi "abiti da uomo" dal Kansas ed alla prima uscita aveva sentenziato che "gli uomini erano nati per soffrire" tuttavia era un ottimo ballerino e lei dopo un casto viaggio in Kansas per conoscere la sua famiglia lo aveva sposato nonostante con sembianze da giovane dicesse cose da vecchio.Per Alfred l'amore "non era questione di avvicinarsi ma di tenersi a distanza".Enid donna petulante, vissuta nel sogno di alimentarsi delle vite felici dei vicini era sempre pronta ad enfatizzare i suoi piccoli successi di madre e ad ignorare i fallimenti . Insieme avevano avuto tre figli Gary ottima posizione sociale, taccagno ed interessato, succube di una moglie despota ed infantile, tre figli corrotti perennemente dalla madre nei loro giudizi sul mondo e sul loro stesso padre, Chip l'intellettuale di famiglia, incapace di affrontare i suoi genitori ed i suoi fallimenti "era un uomo alto, con il fisico da palestra, rughe attorno agli occhi e radi capelli giallo burro; se la ragazza lo avesse notato, probabilmente avrebbe pensato che era un po' troppo vecchio per gli abiti di pelle che indossava", ed infine Denise che ama il suo lavoro di Chef, lo fa con passione ma riesce ad incasinarsi la vita con relazioni amorose improbabili o travolgenti ma ai limiti dell'autolesionismo. La troviamo lì questa famiglia alla soglia del baratro, nell'ultimo Natale che trascorreranno insieme, ognuno imbozzolato nei propri limiti, inadatto alla comunicazione ed alla condivisione e pronto a gettarsi nel vuoto nell'assoluta incapacità di tendere una mano, eppure qualche mano alla fine saprà tendersi

Commenti

  1. Forse lo avevo già detto, ma anche a me erano piaciuti tantissimo entrambi.
    E ora devi attaccare Jeffrey Eugenides, il nemico-amico di Jonathan Franzen.
    Damigiana

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    1. Dami ci metto in mezzo qualche leggerezza e poi vediamo di stabilire il piano d'attacco :)

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  2. Caspita, mi piace! Sarà il prossimo che leggo.
    Comunque ho capito che dove vedo "traduzione Silvia Pareschi" c'è il bollino di qualità. ;-)

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  3. Be', con questo il bollino di qualità me lo guadagno sì, visto che rimane tuttora il mio romanzo preferito fra tutti quelli che ho tradotto. Il primo amore non si scorda mai. Grazie Amanda!

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  4. Dopo questa presentazione e visto chi è la traduttrice giusto appunto, con questi bollini si va sul sicuro!Intanto li ho comprati ( sia Libertà che Le correzioni) ora spero di leggerli, magari in montagna ad agosto, quando finalmente saro' tranquilla

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  5. Se persino uno Stronkabook come me gli ha dato 10... :)
    Complimenti anche alla nostra Silvia per l'ottimo, davvero ottimo lavoro!!!!

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  6. l'ho messo nel carrello dei desideri di ibs, fra qualche giorno spedisco l'ordine.
    e poi l'ha tradotto la Silvia.
    grazie passerotta

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  7. Letto due anni fa, mi ha fatto una grandissima impressione... siamo ai piani altissimi della letteratura!

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  8. Anche per me Jonathan Franzen sarà la lettura delle vacanze. Lui e Silvia un vero marchio di garanzia.

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