Incipit: l'età dei miracoli




Non ce ne siamo accorti subito. Non potevamo prevederlo.
Non ci siamo resi conto, all'inizio, del tempo in più che debordava dalla superficie levigata dei giorni, come un tumore che si gonfia sotto la pelle.
Allora eravamo distratti dalla guerra e dal clima. Non avevamo alcun interesse per la rotazione della terra. Le bombe continuavano ad esplodere nelle strade di paesi lontani. Gli uragani andavano e venivano. L'estate volgeva a termine. Iniziava un altro anno scolastico. Gli orologi segnavano le ore come al solito. I secondi si sgranavano come perle convertendosi in minuti. I minuti diventavano ore. Nulla lasciava presagire che quelle ore non si stessero a loro volta trasformando in giorni, ciascuno esattamente uguale all'altro, con la stessa durata fissa e nota a ogni essere umano

Karen Thompson Walker. L'età dei miracoli. Mondadori. Traduzione Silvia Stramenga


Il mio spacciatore di fiducia mi ha detto prendilo, provalo. Io mi fido del mio spacciatore di fiducia non mi rifila mai roba taroccata. L'ho fatto mio venerdì pomeriggio ed il sabato sera l'avevo già divorato. Julia va alle scuole medie: età ingrata, il corpo che cambia, le relazioni che cambiano, il rapporto con i genitori che cambia. Una vita priva di certezze quella dell'adolescente, proprio quando ci sarebbe maggior bisogno di stabilità. Tutto si stava sfasciando. era un passaggio duro, quello dall'infanzia alla vita successiva. e come ogni altro viaggio era difficile, non tutto sopravvisse. Ed è in questo caos emotivo che si innesta la fine oggettiva delle certezze del genere umano. La terra smette di girare alla solita velocità, rallenta, le notti ed i giorni si dilatano in un crescendo vorticoso. Scenari apocalittici si spalancano a mano a mano che la portata dell'evento assume le sue caratteristiche che non appaiono tuttavia mai definitive, sempre tragiche, mai stabilizzate. Julia ci racconta in prima persona tutti questi mutamenti, i turbamenti ed il senso di inadeguatezza tipico dell'adolescente, la fine o il mutare delle prospettive del genere umano. La pacatezza del racconto di questo cambio di prospettive, la maturità di Julia nell'affrontare la caduta di ogni punto di riferimento guidano tutta la narrazione

Commenti

  1. e se ti dicessi che il mio spacciatore di fiducia sei tu?

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  2. Anche la mia spacciatrice di fiducia non ne sbaglia uno !!!! ;-D

    annotato anche questo. grazie.

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  3. Ah, se ogni tanto potessi leggere qualche libro per piacere e non solo per lavoro! :-(

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  4. E' l'incipit? Notevole!
    Quasi quasi mi lascio tentare dal consiglio.. ;)

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  5. ps mi ha ricordato, un po' da lontano, "London Fields" di Martin Amis - là l'asse della Terra si stava inclinando, il sole a Londra era sempre al tramonto, ma nessuno pareva realmente interessato alla fine del mondo

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    1. Non ho letto London fields ma qui sarebbe impossibile non essere interessati, poco realistico

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  6. Intrigante l'inizio ..Sabato lo cerco in libreria. Ps giusto perché lo sappiate, Rocky non sarebbe turbato ne' da spostamenti dell' asse terrestre ne da tramonti allungati quanto da spostamento della sua ciotola. Quando si dice avere un punto fermo. ..

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