Vajont:1917 morti sulla coscienza da 50 anni
Per non dimenticarli (per altro pure la pubblicità dell'Enel sul sito per ricordarli mi sembra un insulto) qui il sito che racconta la storia e il calendario delle commemorazioni.
Per chi è troppo giovane per aver visto Marco Paolini ritengo sia un dovere civico vederlo, per sapere a cosa si è disposti per fame di denaro, quando l'avidità è assassina
Magnifico lo spettacolo di Paolini, davvero un capolavoro di teatro civile. Brividi, commozione e rabbia.
RispondiEliminanon sapevo, di Padova. Paolini penso che me lo riguarderò.
RispondiEliminaDal Piaz era un'istituzione qui all'Università ed il vecchio si turò occhi, naso e orecchie e firmò ciò che gli fecero firmare per bramosia di denaro e non era neppure più vivo per vedere il capolavoro che la sua cupidigia aveva creato avrebbe meritato che quelle morti gli devastassero gli ultimi anni di vita
EliminaQUella della strada mi mancava, e a dire il vero stavo meglio prima. Lo spettacolo di Paolini l'ho visto, eccelso.
RispondiEliminaimmagini agghiaccianti
RispondiEliminase si pensa alla differenza con le tragedie 2.0 in cui ogni particolare è un fotogramma qui veramente manca quasi documentazione e fino a Paolini anche poche sono state le trasmissioni dedicate al Vajont, nei giorni scorsi, cercando la documentazione per il post mi sono imbattuta in una puntata di Mixer di Minoli del 96 in cui alla fine facevano sentire il nastro della registrazione della ninna nanna di Brahms cantata dai bambini delle elementari di Longarone, quando hanno rinvenuto il nastro molti di quei bimbi non esistevano più anzi a dire il vero non ne esisteva più nessuno, anche chi sopravvive alla morte ed alla distruzione non è più la stessa persona di prima
EliminaPurtroppo per denaro si chiudono spesso gli occhi, il naso e la bocca, e in Italia in particolar modo non si è mai dato retta a quello che dicono i geologi. Paolini lo rivedo volentieri.
RispondiEliminail problema qui è proprio ciò che hanno detto e non detto i geologi
EliminaDal Piaz era geologo fece o firmò tutte le perizie a cui si dette credito perché era un luminare
Semenza figlio era geologo e fece una perizia cui non si dette credito perché suo padre, l'ingegnere, costruttore della diga, preferì chiuderla in un cassetto, e dettare l'ultima perizia a Dal Piaz perché a quel punto era meglio procedere con l'invaso ed esvaso per andare ad incassare.
Muller era geologo e calcolò quasi con precisione l'entità della frana che si sarebbe poi realmente staccata dal Toc ma non serviva lui i contadini avevano già avvisato che Erto e Casso sorgevano su materiale di deposito di una precedente frana quindi non terreno solido ma terreno facilmente assorbente a contatto con l'acqua e affatto solido, Tina Merlin fece la sua denuncia in anticipo sulla tragedia partecipando all'assemblea dei contadini di Erto e Casso, non era necessario essere geologi ed essere geologi onesti per sapere come stavano le cose
scritto con foga, quindi malamente
Eliminanon serviva lui, i contadini di Erto (...) a contatto con l'acqua e affatto compatto (..)
Trascrivo dal sito di Radio Popolare:
RispondiElimina"Radio Popolare ricorda i 50 anni della tragedia del Vajont riproponendo la registrazione di una delle prime letture che Marco Paolini fece nel 1994 del suo Racconto del Vajont. Sicuramente la prima volta trasmesso via etere. Era nella notte del 17 marzo.
Il testo subì una serie di modifiche fino ad arrivare alla definizione che lo portò a una diretta televisiva dalla diga il 9 ottobre 1997, lo stesso giorno della notizia del premio Nobel a Dario Fo."
Se c'è qualche nottambulo, può ascoltare la trasmissione in streaming tramite questa pagina:
http://www.radiopopolare.it/poplive/diretta/
grazie per l'informazione Franz :)
EliminaNel copia-incolla ho perso l'ultima importante riga:
Elimina"In onda dalle 00.45 del 9 ottobre. "
Danno la replica della trasmissione di Paolini su Rai 5 il 12 ottobre alle 21,15
RispondiEliminauna pagina terribile di storia italiana.... lo spettacolo di Paolini è da pelle d'oca ....io lui lo adoro
RispondiEliminaIo invece anche
EliminaNessuno può o deve dimenticare, soprattutto quando queste tragedie sono dovute non all'ignavia e all'insipienza dei cosiddetti "esperti" ma effetti naturali della cupidigia e della bramosia di potere e di denaro.
RispondiEliminaNessuno può dimenticare.
Paolini poi lo trovo ipnotico, uno schiaffo in piena faccia (Ricordo ancora coi brividi Ausmerzen...)
Ausmerzen e Itigi su Ustica
EliminaIeri lo Stato italiano si è prodigato in scuse da nord a sud.......ancora una volta solo parole e niente fatti.
RispondiEliminaMeglio il silenzio, almeno evitano di insultare la memoria delle vittime innocenti. Perché lo sappiamo che
non cambierà mai niente, in questi 50 anni siamo solo peggiorati.
Non so se siamo peggiorati, siamo gli stessi schifosi opportunisti assetati di denaro con le mani grondanti sangue di allora
EliminaVicenda incredibile e tragedia annunciata per la quale ci sono molti colpevoli.
RispondiEliminaIeri sera ho visto in tv il film Vajont, che non avevo mai visto. Fa male pensare a quante persone, molte delle quali umili ma profonde conoscitrici del proprio territorio, abbiano lottato per farsi sentire e per evitare quello che poi è tristemente successo. Molte di loro non sono arrivate alla vecchiaia.
Ricorda cose molto vicine al nostro presente ma, si sa, dalla storia per quanto se ne dica non si impara mai.
la storia si insabbia ed anche quando è palese non si ascolta
Eliminanon si è mai troppo giovani per vedere lo spettacolo di Paolini e ...capire l'Italia e gli italiani (brava gente).
RispondiEliminaSandra
p.s. arrestato il venerabile..... sembra una barzelletta, l'uomo che ha distrutto la coscienza dei politici italiani, arrestato per frode fiscale... ah ah ah!
Al Capone docet
Eliminahttp://video.corriere.it/vajont-nuove-immagini-50-anni-tragedia/09584cd4-319e-11e3-ab72-585440a4731e
RispondiEliminapubblicato stamattina sul sito del corriere della sera.
Questa estate sono salita nuovamente sulla diga. Lo scenario visto dal vivo è agghiacciante. il fronte della frana ha un'ampiezza tale che è veramente difficile da quantificare.
Ogni volta è un'emozione intensa, non riesco a spiegarla a parole, perché composta da una mistura compatta di emozioni e sentimenti diversi. La rabbia, la pena, l'indignazione, lo sgomento, lo sconforto, la nausea.
E poi, la mazzata finale: la visita al museo giù a Longarone....
http://www.infolongarone.altervista.org/il_museo_del_vajont.html
Damigiana
il museo fatto in quella chiesa che è un pugno su un occhio e l'emblema dell'italietta che svende la sua urbanistica, che l'ha resa una bellezza famosa in tutto il mondo, in nome del gusto del geometra (con tutto rispetto per i geometri, ma porelli quelli sono stati la rovina del connubio edifici/armonia paesaggistica, insieme ai serramenti in alluminio anodizzato) è una mano che strappa le viscere per chi ha occhi e anima funzionanti
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