Incipit: Il giorno che diventammo umani



Pensando a come era iniziata quella giornata, a quando era cominciata, gli sembrò di guardare verso un punto lontano, perso in qualche palude piena di vapori: i contorni indefiniti della sua ragazza ancora a letto, immersa nel sonno, che si girava sul fianco destro, dopo che lui l'aveva salutata senza ricevere nient'altro che un assonnato buon giorno, sembravano appartenere a un anno precedente, oppure a una vita che aveva attraversato di striscio, ma che non gli apparteneva più. Eppure, era soltanto 18 ore prima.

Paolo Zardi. Il giorno che diventammo umani. Neo.

Non me ne voglia Paolo, questo non è l'incipit del libro, d'altra parte si tratta di un libro di racconti, quindi di incipit ce ne sono 20. Ho scelto l'incipit del racconto che forse mi è piaciuto di più e poi vi spiegherò perché. Ho conosciuto Paolo attraverso Zio Scriba. Quando Nicola venne a presentare il suo "Quattro soli a motore", c'era Paolo ad intervistarlo, così conobbi lui, e poi il suo blog Grafemi. Su Grafemi cominciai a gustare la scrittura di Paolo e quindi mi ha fatto piacere sapere che avrebbe presentato il suo libro alla Feltrinelli della nostra città, in quell'occasione ho deciso di acquistarlo.
Ammetto che l'ho dovuto sorseggiare, come si fa con una buona grappa, l'ho centellinato, perché come quella è aspro, secco e duro, ma sono felice di averlo assaporato.
Paolo ci denuda l'essere umani (umani e non umano volutamente), gli uomini e le donne che sono descritti sono feriti o hanno ferito e ci sono narrati nel momento della consapevolezza della loro fragilità, nel punto di svolta della loro esistenza o nel momento in cui comprendono che la svolta non arriverà mai, perché non l'hanno saputa cercare, perché non ne hanno avuto la chance, perché quell'attimo è passato e non l'hanno saputo cogliere, perché la loro esistenza è conclusa. Paolo è uno di quei rari uomini che sanno raccontare le donne, non a caso trovo che alcuni dei racconti più riusciti di questa raccolta, abbiano come protagonista, diretta o indiretta (come nel caso di "il bacio" di cui ho riportato l'incipit) una donna. Offre a tutti la possibilità di affrontare e perdonare, anche se non giustificare, le proprie debolezze, come un gesto di amore con se stessi. Trovo ci siano ancora delle ingenuità, o forse genuinità, nell'intreccio delle sue trame, ma lo spazio di una grande crescita c'è tutto. Buona lettura

Commenti

  1. Che bella presentazione, Amanda, se un giorno scriverò un libro chiederò a te di presentarlo :-)

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  2. Felice di aver contribuito a farti conoscere un così meraviglioso essere umano e un così bravo Scrittore! :)

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  3. interessante, grazie Amanda per la segnalazione,ma tu sei una divoratrice di libri! io ho una pigna di libri acquistati e che vorrei leggere, molti dei quali acquistati dopo avere letto la tua recensione...ma io leggo nei ritagli di tempo, sull'autobus, poco prima di dormire e leggo lentamente, quando riusciro' a leggere tutti i libri accantonati? mah?

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  4. Grazie, cara Amanda! :)
    Leggere racconti non è semplice - non siamo più abituati - e leggerne 20 è una bella faticaccia... quindi doppio grazie!

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