Incipit: una stella incoronata di buio




Il tempo è diverso, per i sopravvissuti. Il presente è sempre un dopo.
La violenza - inaudita, insensata, improvvisa - spezza l'ordine naturale delle cose. Quando c'è la morte non ci siamo noi, diceva il filosofo. fin quando non accade accanto a te, oppure qualcuno prova a distruggerti, o, addirittura entrambe le cose. Dopo, la morte siede al tavolo e non si alza più.
Il sopravvisuto abita un mondo retto da una teoria della relatività speciale. Il tempo della distruzione è sempre adesso, il resto è dopo. Dopo non sarà mai più come prima. in mondo governato dalle logiche non classiche - é accaduto dunque accadrà ancora - o del senso di colpa - potevo evitarlo, potevo salvarti, potevo... E' lungo e periglioso il viaggio per tornare all'universo governato dall'ordine apollineo delle vere catene casuali. Se pure riesci a tornarci da sveglio, se riesci a tornare a dormire, ecco, non sei a sicuro nel mondo dei sogni.
La superficie dell'anima è un vaso ricomposto dei cocci.
Per quanto accurato il lavoro di ricostruzione, passandoci il dito senti la traccia di crepe invisibili, le irregolarità dei punti di sutura che fanno male nei giorni di pioggia. il sopravvissuto le nasconde con molta cura. Talvolta persino a se stesso.


Benedetta Tobagi. Una stella incoronata di buio. Storia di una strage impunita. Einaudi


Ho preso in mano questo libro un giorno alla Feltrinelli perché ho imparato a conoscere Benedetta Tobagi durante la prima edizione di Caterpillar a.m. e ad apprezzarla come giornalista impegnata, da quei microfoni, ad occuparsi di tematiche a me molto care, e questo incipit è stato un cazzotto in pieno viso.
Benedetta aveva tre anni la mattina del 28 maggio 1980, sono da poco passate le 11, piove, svolta l'angolo sotto casa e vede  "un fiore rosso" aprirsi sotto la testa del padre Walter, giornalista, assassinato dalle BR; ma non è di quel 28 maggio che Benedetta ci racconta è di un 28 maggio di sei anni prima: sono da poco passate le 10 del mattino, piove, una bomba scoppia in piazza della Loggia a Brescia, muoiono otto persone, tra queste una giovane donna, suo marito ha trentasei anni si chiama Manlio, è a pochi passi da lei e si stanno guardando nel momento in cui il tempo si divide tra un prima ed un dopo.
E' un lavoro importante quello di Tobagi e se anche a tratti pare il lavoro di una prima della classe (l'uso di termini arcaici, le citazioni) è tale la portata della documentazione addotta, che la si deve solo ringraziare per tanta accuratezza nonostante il dolore e la partecipazione in questa sua raccolta di testimonianze  Se dei morti del 2 agosto alla Stazione di Bologna si può dire che potevamo essere noi ma nel posto sbagliato al momento sbagliato, così non si può dire dei morti di Piazza della Loggia, perché quelle donne e quegli uomini si trovavano esattamente dove desideravano essere, ad una manifestazione di piazza antifascista, convinti di "non voler trovare un posto in quella società ma di creare una società in cui valesse la pena di trovare un posto". Sono tutte persone impegnate nel sociale, insegnanti, sindacalisti, ex partigiani, fanno volontariato all'AIED, si confrontano in centri culturali e molti tra loro sono amici. Tobagi, che in qualche modo si è fatta adottare da Manlio Milani, che chiama affettuosamente zio, ci racconta delle passioni di Livia, sua moglie, le sue letture, le testimonianze scritte del suo vivere appassionato; ci narra anche di Clem e Alberto che erano i loro migliori amici e che con Livia sono morti, e degli altri caduti di quella tragica giornata attraverso il racconto di chi li ha amati e di chi li ha conosciuti per il loro impegno sociale. Tobagi inoltre ha seguito tutti i dibattimenti dell'ultimo processo per strage e si è documentata sui processi precedenti, sulle omissioni, sulle complicità, sui silenzi che hanno consentito deviazioni delle indagini e l'allontanamento dei responsabili dalle condanne definitive, pur chiarendo relazioni e connivenze. Considerate che solo un'ora e mezzo dopo la strage, con i periti non ancora convenuti sul posto, dopo una raccolta sommaria dei reperti (dentro a tre sacchetti di plastica della spesa) fu dato ordine ai pompieri di lavare la piazza con gli idranti perché la popolazione non fosse turbata dal sangue, dal puzzo e dai brandelli umani che erano sparsi nei pressi del cestino in cui era stato posto l'ordigno e che questo comportò l'impossibilità di recuperare il minimo reperto che portasse ad identificare, per lungo tempo, la composizione dell'ordigno.
"La destra eversiva è stato il fenomeno più grave e pericoloso per le condizioni di vita democratica che l'Italia abbia conosciuto: perché è stato il più organico ai centri di potere interessati a impedire i cambiamenti" queste le parole raccolte da Tobagi dal Procuratore Generale di Brescia Giampaolo Zorzi che se non  stato in grado di fornire prove determinanti a consentire condanne processuali, ha tuttavia spalancato porte sulla verità storica di quel periodo. Periodo in cui un colonnello, poi generale, Amos Spiazzi, inquisito per il golpe Borghese poteva permettersi, parlando col giudice Tamburino, di affermare "Cosa sono poche decine di morti, se prevengono il rischio di una guerra civile?" inconvenienti in cui si può incorrere per arginare efficacemente l'avanzata del comunismo.
Quando ho terminato la lettura, il libro era tempestato da una tale miriade di segnalibri ad evidenziare passaggi salienti o toccanti che non basterebbero tre post per raccontare tutto.
E' una lettura doverosa, dolorosa che serve a chi c'era e a chi non c'era per capire in quale paludi ci muovevamo e forse continuiamo a muoverci. Il tentativo di conoscenza da parte di più persone possibili non renderà la giustizia negata a quei morti ma ne eviterà l'oblio che sarebbe una seconda condanna



Commenti

  1. Ancora una segnalazione preziosa, più che mai per il valore di denuncia, circostanziata e approfondita, che ci fai capire come caratterizzi questo scritto della brava Benedetta Tobagi.

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    1. più che una denuncia direi una presa di coscienza

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  2. lo devo leggere, è tanto tempo che lo vedo in libreria... grazie per la segnalazione
    e ancora buon anno

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  3. Grazie Amanda, ho conosciuto Benedetta Tobagi quando è uscito il libro di Mr K, su cui lei ha scritto una bellissima recensione. Lei è una gran bella persona, e ovviamente lo è anche il suo libro.
    Ma tu leggi un libro al giorno? :-)

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    1. forse uno a settimana: ero malaticcia durante le feste quindi ho letto a letto :)

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    2. tu invece conosci sempre quelli che mi piacerebbe conoscere :)

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  4. Incipit e riflessione bellissimi. Grazie Amanda :)

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  5. Si, hai ragione Amanda, una lettura doverosa. Grazie per il suggerimento, as usual...

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  6. Siamo sempre nelle stesse paludi, purtroppo

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