L'uomo del burro
Nonna Erminia cucinava divinamente, ma da brava veneta di quel tempo usava l'olio solo con tre funzioni:
1) condire l'insalata
2) friggere
3) cucinare il pesce
per tutto il resto, si usava il burro. Eppure da noi nessuno aveva il colesterolo alto e tutti se ne sono andati lucidi sopra gli 80 anni.
Tuttavia in casa nostra il burro non si andava a comprare, il burro arrivava con le sue gambe, o meglio il burro arrivava a casa con le gambe del Sig. Valentini.
Nel mio ricordo il Sig. Valentini in inverno ha un cappotto scuro di quelli corti, il cappello, la sciarpa, scarpe di cuoio lucidissime; in estate indossa la cravatta su una camicia a mezze maniche sempre fresca di appretto ed immancabilmente bianca. Ha di quegli occhiali spessi che si portavano quella volta che facevano sembrare anziani anche i bambini e reca sotto il braccio una cartella di cuoio nero, un po' consunta da cui estrae dei panetti di burro da mezzo chilo che appoggia sul tavolo insieme all'importo scritto su un piccolo foglio di block notes a quadretti. E' il fabbisogno di burro di 15 giorni di una famiglia di minimo 8 bocche da sfamare, ma da nonna Ermina, come sapete, la cucina era sempre in funzione. Perciò si dispiegava sul tavolo questo piccolo muro di Berlino di mattonelle di burro che il Sig. Valentini faceva nel suo caseificio alle porte di Padova, avvolte ognuna nella carta piegata ala perfezione. Assistevo sempre con meraviglia allo scambio.
Il burro era bianco in inverno e giallino in estate, come dovrebbe essere quando le vacche mangiano fieno nei mesi freddi ed erba in quelli caldi e recava dei disegni o di fiorellini o di stelline degli stampi di legno in cui veniva composto.
Poi Ortensia creava lo spazio in frigo e il tesoro di lingotti profumati veniva messo a dimora.
Il Sig. Valentini faceva due chiacchiere e poi spariva per 15 giorni.
Ad un certo punto non venne più, troppe normative a cui soggiacere, alla sua età non aveva alcun senso spendere soldi per riadattare il suo piccolo caseificio quando i figli avevano scelto altre strade
Oh, ecco perché ogni tanto il burro è giallo! :-)
RispondiEliminaSempre belli questi tuoi racconti-ricordi, Amanda.
concordo con Silvia.... questi post fanno bene
RispondiEliminaOh ma che bello fare un giretto da queste parti, in questo periodo per fortuna impegnato in cui di giretti cibernetici ne sto facendo davvero pochi, e trovare un post amarcord! Grazie Amanda :)
RispondiEliminaChe caro, il signor Valentini. E come sempre, che bel ricordo :)
RispondiEliminagrazie a voi :)
RispondiEliminaGrazie.e Amanda! È sempre un piacere leggerti e si impara anche tanto. La troppa burocrazia e normativa hanno ucciso alcune belle tradizioni e alcune sane professioni.
RispondiEliminaE non ci hanno salvato, ahimè, dalla terra dei fuochi...
e non solo
Eliminail burro è giallo per quel motivo?
RispondiEliminainfatti .... la burocrazia ci ucciderà... o con le carte o avvelenandoci
cari piccoli artigiani del sapore......
RispondiEliminache peccato che abbia dovuto smettere.... mi immagino il profumo.
RispondiEliminaio sul pane arrostito con la marmellata grazie!
io pure ma il pane lo fai tu
EliminaLeggo:
RispondiElimina"Pubblicato da Amanda a ore 08.00"
e mi dico:
"Ma sarà stato gia pronto o la signora soffre d'insonnia?"
Ciao.
tu conosci il sistema di programmazione di blogger? :)
Eliminacomunque alle 8 martedì ero già in ambulatorio
burro ! sono mangiaburro. l’ho visto anche fare, in montagna.
RispondiEliminaAmanda, metti un campanellino che suona quando pubblichi i tuoi ricordi. sono deliziosi.
vai alla voce amarcord li leggi tutti :)
Elimina“Amandarcord”
Eliminaora cambio il tag :D
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